“L’azienda sostenibile” di Chiara Mio

Prof.ssa Chiara Mio, Lei è autrice del libro L’azienda sostenibile edito da Laterza: in cosa si traduce, nello scenario attuale, il paradigma della sostenibilità?
L'azienda sostenibile, Chiara MioCon il termine sostenibilità si intende la creazione di valore nel lungo termine che possa essere condiviso tra più soggetti e ambiti, non solo quelli appartenenti alla sfera economica, ma anche tra coloro che appartengono alla sfera ambientale e sociale. Il pilastro economico, quello ambientale e quello sociale sono infatti strettamente collegati tra di loro poiché, lo sviluppo sostenibile, come definito dal rapporto Brundtland (1987) è quello sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. Condizione fondamentale per raggiungere questo fine è il rispetto della persona e la tutela dell’ambiente, poiché origine di tutte le risorse di cui necessitiamo per rispondere ai nostri bisogni.

All’interno delle imprese, la sostenibilità non viene quindi intesa come semplice Charity, ovvero iniziative di beneficienza per portare benefici sociali o ambientali nel breve termine, oppure intesa come Corporate Social Responsibility (CSR), in virtù del quale le aziende hanno delle responsabilità sociali, oltre a quelle di massimizzazione del profitto a vantaggio degli azionisti. Al contrario, sostenibilità significa creare valore nel lungo termine, cambiando modo di fare Business, innovando continuamente e soprattutto agendo sulle cause dei problemi sociali e ambientali che oggi osserviamo, facendo impresa trovando delle soluzioni efficaci ed efficienti. Ripensare al proprio modello di Business diventa in quest’ottica fondamentale per divenire resilienti e avere quindi la forza e la flessibilità per rispondere ai continui shock provenienti dall’esterno, perdurando nel lungo termine.

Essere sostenibili significa essere innovativi, avere occhi nuovi per vedere la realtà.

Quale parte hanno le aziende nel favorire uno sviluppo sostenibile?
Le imprese hanno un ruolo chiave nella promozione dello sviluppo sostenibile, esse infatti sono i principali attori per la creazione di valore economico da un lato e valore ambientale e sociale dall’altro. Questi tre pilastri, (ambientale, sociale ed economico) che sono alla base della teoria di sostenibilità, sono strettamente interrelati tra di loro: infatti la produzione di valore in una dimensione impatta inevitabilmente su tutte le altre. Per avere un quadro più chiaro del ruolo delle imprese si prenda come riferimento l’Agenda per lo sviluppo sostenibile elaborata dalle Nazioni Unite nel 2015, che prevede entro il 2030 il raggiungimento di 17 obiettivi globali di sviluppo per la creazione di un futuro più sostenibile.

Si pensi al caso in cui un’impresa attui delle innovazioni nel suo modello produttivo che le consentono di creare un prodotto con un basso impatto ambientale, sia dal punto di vista delle materie prime utilizzate, che potrebbero essere materiali riciclati, sia dal punto di vista energetico, utilizzando fonti di energia rinnovabile, che permettono di ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera. L’utilizzo responsabile delle materie prime permette di ridurre la pressione ambientale in termine di sfruttamento delle risorse naturali, che per definizione sono finite, contribuendo alla preservazione della vita sulla terra, negli oceani e nei mari (SDG 14/15), mentre lo sfruttamento di risorse energetiche rinnovabili diminuisce le esternalità negative, come l’inquinamento che contribuisce al surriscaldamento globale, e aiuta a combattere il cambiamento climatico(SDG 13), questo produce un valore per la società tramite l’aumento della salubrità dell’ambiente che di conseguenza porta a un miglioramento dello stato di salute di tutti i cittadini (SDG 3). L’acquisto di prodotti sostenibili stimola inoltre l’evoluzione di nuovi modelli di consumo responsabili (SDG12) e spinge i consumatori a effettuare scelte di acquisto più responsabili e informate. L’impresa, sotto questo punto di vista, quindi, educa alla sostenibilità e stimola l’innovazione sociale, creando un circolo virtuoso che si autoalimenta.

La creazione di valore economico derivante dalla vendita di questi prodotti permette all’impresa di investire in nuove tecnologie e rinnovarsi continuamente, aumentando la propria resilienza e creando un valore di lungo termine, che viene condiviso da tutti i portatori di interesse (stakeholder), così come vuole la prospettiva di sostenibilità.

Quale trasformazione è richiesta alle aziende ma anche ai consumatori e allo Stato?
Alle imprese viene richiesto un cambiamento radicale, che inizia dalla rivalutazione dei propri valori e obiettivi per tradursi successivamente in strategie innovative e nuovi modelli di business, con il fine di creare valore economico, ambientale e sociale, nel lungo periodo. Condizione fondamentale per la creazione di dato valore è la collaborazione e lo sfruttamento di sinergie con i propri partner lungo tutta la catena produttiva, in un’ottica integrata che permetta la sostituzione del principio di linearità produttiva con quello di circolarità.

La sostenibilità, infatti, è un concetto che permea ogni aspetto dell’impresa dando vita a un processo di distribuzione creativa di un valore che viene condiviso tra tutti i portatori di interesse interni ed esterni all’impresa, in una concezione allargata che comprende attori economici e non-economici.

Dall’altro lato viene richiesto ai consumatori di divenire sempre più consapevoli riguardo le criticità del modello di produzione attuale, raccogliendo informazioni sulle tematiche di sostenibilità, in modo da poter attuare decisioni d’acquisto ponderate e adottare modelli di consumo e stili di vita più responsabili.

Lo Stato rappresenta uno dei tasselli fondamentali per l’innesco del circolo virtuoso della sostenibilità, ad esso è richiesto di attuare politiche educative a tale proposito, diffondendo la cultura di base per poter comprendere la necessità di cambiare tutti insieme. Questo sforzo culturale è molto più impegnativo delle azioni tecniche nei campi della tassazione o degli incentivi o dei controlli.

Quali le linee guida per un futuro sostenibile?
Per muoverci verso un futuro sostenibile è necessario affrontare diverse sfide, prima di tutto, si deve ridurre il gap di competenze e conoscenze necessarie sia ad imprese che cittadini per effettuare scelte consapevoli e attuare di conseguenza le innovazioni radicali necessarie. Questo primo step è essenziale per affrontare altre criticità, quali le asimmetrie informative del mercato, ma non è sufficiente in sé a garantire il raggiungimento della sostenibilità. Per tale fine è richiesto che enti nazionali e sovra nazionali intervengano attraverso normative e politiche specifiche per limitare i comportamenti insostenibili e al contempo essi devono offrire incentivi per il cambiamento, verso un futuro diverso. È importante sottolineare inoltre che, quest’ultimo potrà essere raggiunto solo a condizione che tutti gli stati collaborino tra loro e nessuno venga lasciato indietro, la creazione di una partnership globale è infatti la chiave per il successo verso la sostenibilità, soprattutto perché i disastri ambientali e le loro conseguenze, come abbiamo visto in quest’ultimo periodo di pandemia, non hanno limiti geografici e in un mondo globalizzato come il nostro ci rendiamo sempre più contro che siamo strettamente interconnessi l’uno all’altro.

Chiara Mio è professoressa ordinaria di Economia aziendale all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dottore commercialista, è componente di consigli di amministrazione in società quotate e non e fa parte di organismi internazionali che si occupano di sostenibilità. È autrice di numerose pubblicazioni su riviste nazionali e internazionali e monografie.

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