
La svolta, per la protagonista, avviene grazie all’incontro con Pablo, un asino di razza Martina Franca, che inaugura una nuova vita, la «vita con l’asino». L’asino, quest’animale umile, lavoratore indefesso, da sempre compagno instancabile di dure avventure, che fossero le fatiche quotidiane dei campi o la guerra sul fronte alpino. Un’amicizia che si consolida con la conoscenza reciproca e corrobora la difficile ripresa dopo la perdita del marito, anni trascorsi guardando «il mondo scorrere intorno a me, ancora giovane, pensando che nulla potesse essere per me».
«Ma come mai un asino?» è la domanda che da lì in poi accompagnerà le lunghe passeggiate e le conversazioni con amici e conoscenti. Come infinite sono le occasioni di crescita che l’insolita amicizia offre. E così, tra asini famosi come Balthazar, protagonista del film di Robert Bresson, o quello di Buridano, «fermo lì tra due scelte identiche, due gustosi mucchi di fieno accompagnati da fresca acqua», l’Autrice, diventata «ufficialmente» e fieramente «un’asinara», con stile sapientemente affabulatorio, ci rivela i segreti dell’asinità.
Uno specchio grazie al quale ritrovarsi e interrogarsi alla ricerca della Verità: «cosa pensi mentre io penso. Talvolta esprimendo ad alta voce queste domande al suo muso e subito dopo chiedendomi: ma se lui potesse capirle, tutte ‘ste menate, cosa mi risponderebbe? E forse proprio lì, in quella sua risposta, sarebbe la chiave della nostra umana felicità. Ma non è risposta possibile oggi per noi.»