“L’Agnese va a morire” di Renata Viganò

L'Agnese va a morire, Renata Viganò, riassunto, tramaIl romanzo L’Agnese va a morire di Renata Viganò, pubblicato nel 1949, è stato tradotto in quattordici lingue e valse all’autrice il Premio Viareggio nel 1949. L’opera ha avuto una trasposizione cinematografica uscita nel 1976, per la regia di Giuliano Montaldo.

L’Agnese va a morire è un romanzo di formazione a sfondo storico. La vicenda è ambientata nelle Valli di Comacchio (Ferrara) durante il periodo della Resistenza, alla quale l’autrice aveva preso parte. La narrazione procede con uno stile asciutto e scorrevole, con un susseguirsi di episodi compiuti da gente comune, analfabeta come Agnese, mentre continuano i rastrellamenti nazisti e le rappresaglie che percorrono quella parte dell’Italia ancora non liberata dagli Alleati, seminando morte e disperazione laddove si era nutrito un barlume di speranza. Molti sono i momenti in l’autrice si sofferma nel dettaglio rivelatore di stati d’animo. Il personaggio della Viganò è portavoce del valore della ribellione contro il male, l’ingiustizia e la crudeltà.

Trama

Agnese è un’anziana lavandaia, abituata al lavoro e agli stenti. Quando, dopo l’8 settembre 1943, vede bruciare la propria casa dai tedeschi e portare via il marito Palita in Germania, dove poi sarà ucciso, sceglie di unirsi ad un gruppo di partigiani, dividendo con loro delusioni e successi. Con una grossa e pesante bicicletta inizia la sua attività di staffetta, passando inosservata sotto gli occhi dei tedeschi. Costretta a fuggire dal paese per aver ucciso un soldato tedesco, si nasconde in mezzo alle paludi, prodigandosi per tutti i compagni partigiani, per i quali diventa «mamma Agnese», pronta a prestare instancabilmente la sua opera di collaborazione, a trasportare provviste, preparare cibo, alimentare il fuoco. Dopo lunghi mesi di guerra gli eventi precipitano; un gruppo di giovani partigiani viene ucciso dai tedeschi, avvisati da una spia; il dolore di Agnese è grande, ma ella non può fare altro che continuare la sua attività di staffetta, incurante della pioggia e della neve, fino a quando sarà catturata durante un rastrellamento di civili. Liberata, crede ormai di essere scampata alla morte, ma un soldato tedesco la riconosce e la colpisce ripetutamente fino a farla crollare senza vita, tra gli occhi terrorizzati della gente. Agnese resta sola, «stranamente piccola, un mucchio di stracci neri sulla neve».

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