“L’ABC per motivare. Strumenti e metodi per favorire la voglia di imparare” di Angelica Moè

L'ABC per motivare. Strumenti e metodi per favorire la voglia di imparare, Angelica MoèProf.ssa Angelica Moè, Lei è autrice del libro L’ABC per motivare. Strumenti e metodi per favorire la voglia di imparare edito da Mondadori Università: perché è così importante essere motivati?
Per le 3 R: realizzarsi, riuscire, reagire.

Certo che si può agire pur in assenza di motivazione, tuttavia essere ben motivati consente di ‘ritrovare il proprio centro’, secondo il modello proposto da Dweck (2017) che vede la ‘coerenza di sé’ come bisogno cardine che si realizza nel confluire di accettazione (valgo), competenza (riesco) e predicibilità (capisco). Ritrovato questo centro è possibile poi sviluppare convinzioni funzionali da cui possono discendere obiettivi ad affrontare ed infine comportati motivati.

La motivazione poi favorisce la riuscita. È un po’ meno vero il contrario. Nella misura in cui le persone sono motivate possono impegnarsi, persistere, proseguire fino ad arrivare ai traguardi prefissi. Viceversa, una riuscita, anche ottima, potrebbe non dare la carica motivante, soprattutto se non attribuita a sé o non riferita ad ambiti per sé significativi.

Infine essere ben motivati favorisce il reagire. Spinte intrinseche (mi interessa, lo voglio), convinzioni funzionali (ad esempio pensare di poter migliorare, esperire autoefficacia), stati affettivi positivi (ad esempio soddisfazione anticipata, senso di sfida) rendono più probabile la resilienza (mi piego, ma non mi spezzo) piuttosto che il ritiro e l’evitamento.

Quali sono i presupposti fondamentali per motivare e motivarsi?
La motivazione regge su due pilastri: percepirsi capaci e dare valore innestati in un terreno sociale che li favorisce. È terreno ‘fertile’ quello che fa percepire soddisfatti gli imprescindibili bisogni di connessione (sentirsi capiti, valorizzati, sostenuti, accolti, non soli, non rifiutati né abbandonati a se stessi…), competenza (percepire di riuscire, di valere, di poter fare e non sentirsi incapaci, impotenti…) e autonomia (sentire di fare cose significative per sé, che hanno senso, che corrispondono a sé ed eventualmente ad una propria scelta, di non essere obbligati o forzati o costretti a svolgere attività di cui è poco chiara la ragione). Il massimo della ‘fertilità’ si ha in un ambiente che sostiene, lascia provare, incoraggia, fa sentire competenti. Viceversa è decisamente meno produttivo ed eventualmente frustrante un ambiente dai tratti ostili che costringe a fare cose in cui si riconosce poco senso e che magari non si è in grado di svolgere compiutamente.

Dopo avere ben curato il terreno sociale si tratterebbe quindi di ‘percepirsi capaci’. Questo aspetto può essere favorito dal saper svolgere i compiti, tuttavia va oltre le abilità strategiche. Una persona potrebbe ‘saper fare’ eppure non sentirsi all’altezza. A favorire tale percezione di competenza, oltre all’ambiente supportivo, vi sarebbero alcune disposizioni personali che sostengono la fiducia in sé e nelle proprie abilità di sapersi destreggiare (la cosiddetta ‘confidence’).

Infine si tratterebbe di ‘dare valore’. Ci motiva ‘svolgere attività che sappiamo fare e che sono significative per noi’. Può trattarsi di un significato estrinseco (ci serve, è utile…) o intrinseco (ci piace, ci corrisponde). In ogni caso ‘ha senso’.

In sintesi i presupposti per motivarsi e motivare sono: gli altri credono in te e ti sono vicini, tu sai fare, ciò in cui ti cimenti ha senso.

Importante: non si tratta necessariamente e solo di realtà ‘oggettive’. Si tratterebbe di ‘sentire’ o ‘percepire’ vicinanza, competenza, scelta.

A volte è proprio questo il problema: pur essendo le condizioni favorevoli, le persone non le percepiscono altrettanto.

Quali sono le principali cause della demotivazione?
Dipende se la motivazione non c’è mai stata, si è persa nei meandri o semplicemente risulta inceppata.

Forse il primo caso è il più semplice. Si tratta di costruire dall’inizio. Un ambiente che incoraggia, rispetta i vissuti emotivi e i tempi dell’altro, propone attività fattibili, guida nello svolgimento senza risultare intrusivo, lascia sperimentare, suggerisce significati e invita a scoprirli tenderebbe a ‘costruire’ motivazione fornendo uno scaffolding (impalcatura) motivante.

Viceversa se si è persa si tratta di ‘ritrovarla’. Dove si è caduti? Perché il compito pare troppo difficile? Si tratterebbe di rimodularne le caratteristiche, ad esempio dividere un grosso obiettivi in piccoli step. Non si sa svolgerlo? In tal caso si tratterebbe di acquisire ed implementare delle strategie funzionali. Non si crede di poter riuscire? Forse è da rafforzare l’autoefficacia. Si è caduti invece perché quell’attività ha perso di significato? Si può ritrovarlo o individuarne altri, diversi al mutare dei tempi e delle condizioni.

Infine, che fare se la motivazione si è inceppata? In ‘Motivarsi. Tre buone ragioni e qualche strategia’ ho individuato cinque principali blocchi, in un possibile ordine di severità: non credere in sé, non dare significato percependo inutile o non interessante ciò verso cui ci si dovrebbe motivare, non credere di farcela e di riuscire, non sapere come fare e non riuscire a pianificare l’attività.

Naturalmente per ognuno di questi blocchi (o serie di ‘non’…) è possibile intervenire riportando il meccanismo motivazionale al suo originario efficace funzionamento.

Lei ha scritto anche Motivarsi. Tre buone ragioni e qualche strategia edito dal Mulino: quali sono i percorsi operativi più efficaci per promuovere, mantenere e riprendere la propria motivazione?
Come ho delineato nel libro ‘Motivarsi’ si tratta preliminarmente di rimuovere i blocchi e di riformulare eventuali convinzioni errate sul significato di motivazione.

Fatto ciò dipende dal problema motivazionale. Non riuscite a cominciare? Si tratta di capire in quale fase del processo decisionale siete bloccati. Il compito è noioso e non riuscite a ‘farvelo piacere’? Evidentemente dovreste agire nel modificare qualcosa della situazione o di come la percepite. Siete incappati in diversi insuccessi e non riuscite a risollevarvi? L’intervento si focalizzerebbe principalmente sulla lettura fatta di questi ‘errori’ e sul loro significato. Oppure, iniziate con grande slancio, ma poi, con altrettanta facilità tendereste ad abbandonare il compito? È forse un problema di persistenza e lì si tratterebbe di agire.

Insomma, capito il problema, vi sono diverse strategie da poter attuare per arginarlo (e crescere, magari imparando dalla situazione), ma il primo prevede appunto di cogliere ‘dove il meccanismo si è inceppato’.

Ripartiamo da dove siamo e nelle condizioni personali in cui ci troviamo.

In che modo è possibile ravvivare negli altri le spinte motivanti?
Semplice! Attraverso l’ABC e poi DEFG. Ovvero favorendo, sostenendo, rafforzando:

Accettazione. Si tratterebbe di favorire, attraverso un atteggiamento non giudicante, adeguati livelli di autostima, un percepito di accettazione, un atteggiamento ‘gentile’ nei propri confronti (autocompassione). Riuscirebbe meglio in questo compito chi fosse autostimante e auto-compassionevole. Quindi un primo passo per motivare gli altri consisterebbe nel sapersi auto-motivare.

Bisogni. È importante riuscire a soddisfare e non frustrare gli imprescindibili bisogni di connessione/accettazione/valorizzazione e di competenza e autonomia. Concretamente ciò potrebbe avvenire in un contesto in cui si manifestano rispetto, vicinanza, supporto attraverso la proposta di attività che la persona sa fare e in cui può riconoscere significati. Nello specifico potrebbe avvenire coinvolgendo, rendendo parte attiva, favorendo la co-costruzione, invitando a scoprire. In tal modo si potrebbe soddisfare anche l’imprescindibile bisogno di curiosità: sapere, conoscere, vedere come va a finire…

Convinzioni. L’incoraggiamento sta nel portare a riconoscere il ruolo dell’impegno e che si può sempre migliorare. Ciò potrebbe avvenire attraverso riflessioni guidate e in un ambiente che abbraccia le medesime convinzioni motivanti.

Dare valore. Ove possibile sarebbe da invitare a scoprire e riscoprire significati, utilità, importanza, interesse. Inoltre si tratterebbe di considerare che vi è un elemento sottrattivo ovvero il ‘costo’. Una attività potrebbe rivestire significato, ma risultare onerosa. In tali casi l’indicazione sarebbe di ridurre il costo percepito (ad esempio ‘è troppa fatica!’, ‘mi annoia/agita troppo!’) in alternativa o congiuntamente al rafforzamento di valore.

Emozioni. Affrontare le attività con positività offre una carica motivante aggiuntiva Si tratterebbe quindi di ridurre eventuali espressioni di tristezza, rabbia, confusione e invece favorire un clima gioioso, di piacevolezza (utili indicazioni si trovano anche in ‘Il piacere di imparare e di insegnare’).

Fiducia. Significa ‘credere di essere capaci, aspettarsi di riuscire’. Potrebbe risultare favorita dal rafforzamento dell’auto-efficacia e di disposizioni più stabili quali l’ottimismo.

Gestione del compito. Saper fare: come? Ove possibile il tutto potrebbe risultare accompagnato da indicazioni precise su strategie e metodi per organizzarsi, pianificare, affrontare nel modo migliore compiti e situazioni.

Evidentemente tale abbecedario non andrebbe ‘predicato’, ma ‘svolto’. A tal fine ne ‘L’ABC’ sono contenute oltre 60 proposte operative modulabili sulla base degli eventuali problemi motivazionali riscontrati o del più semplice desiderio di rafforzare e mantenere una motivazione già esistente.

Carissime tutte, carissimi tutti: Buona motivazione!

Angelica Moè è docente di Psicologia della Motivazione e delle Emozioni, Psicologia dell’Apprendimento Strategico e della Motivazione e Psicologia della Personalità e delle Differenze Individuali presso l’Università di Padova, dove dirige il Corso di Perfezionamento in Psicologia Scolastica. È autrice di numerose pubblicazioni scientifiche sul tema della motivazione e delle emozioni con un focus particolare su pratiche motivanti. Ha scritto in italiano, di recente, Motivati si nasce o si diventa, Autostima, Il piacere di imparare e di insegnare, La motivazione, L’ABC per motivare e Motivarsi.

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