“John Law. Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza” di Silvia Maria Busetti

Dott.ssa Silvia Maria Busetti, Lei è autrice del libro John Law. Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza edito da Liberilibri: chi era John Law?
John Law. Vita funambolesca e temeraria di un genio della finanza, Silvia Maria BusettiQuesta è una domanda alla quale è quasi impossibile rispondere. John Law fu un personaggio controverso e ancora oggi si è in dubbio se fu un benefattore, un uomo che aveva veramente a cuore la crescita economica e l’uguaglianza sociale, oppure se fu solo un grande affabulatore, che per convenienza personale giocava d’azzardo con la vita degli altri. Questo nodo probabilmente non verrà mai sciolto. Può darsi che fosse entrambe le cose. Fu senz’altro un genio della matematica, un uomo molto affascinante, carismatico ed estremamente intelligente, di bellissimo aspetto e quindi destinato a catturare l’attenzione di tutti; un uomo intelligente che per una rapida e fortunata ascesa sociale seppe sfruttare al meglio queste sue qualità. E ci riuscì anche abbastanza presto perché giovanissimo andò a Londra e, grazie al gioco d’azzardo, entrò immediatamente nei circoli altolocati della città; cosa che fece poi presso le varie corti europee quando fu costretto all’esilio perché evaso di prigione. Sì, proprio di prigione: un momento buio nella vita dello scozzese che accadde quando Law aveva circa vent’anni. In circostanze misteriose John Law uccise un uomo in duello e in circostanze altrettanto misteriose, riuscì a salvarsi dal patibolo, o dal carcere a vita, grazie ad una evasione rocambolesca. Girovagò per l’Europa guadagnandosi da vivere con il gioco d’azzardo ma sfruttando questo tempo per studiare e mettere a punto il suo famoso Sistema.

Se cerco di paragonare John Law ad altri, non ci riesco. È un esercizio che ho fatto spesso scrivendo questo libro. Ma John Law fu unico. Un uomo consapevole di sé e delle proprie capacità, tenace al punto tale che lottò tutta la vita per riuscire a realizzare le sue idee e i suoi sogni, e ci riuscì.

Se potessi incontrarlo oggi sono certa che resterei ammaliata. Come tutte le donne – e non solo – della sua epoca.

Quali vicende segnarono la sua ascesa sociale?
Una delle caratteristiche di questo personaggio fu la grande tenacia. Perseguì i suoi obiettivi non curandosi degli insuccessi. Dopo molti anni di delusioni cocenti riuscì a far adottare il suo Sistema monetario ad un Paese europeo importante come la Francia. Stiamo parlando della Francia governata dal Re Sole prima e dal Reggente d’Orleans dopo. Il cuore del mondo. Sfruttò le sue doti personali e le conoscenze che grazie ad esse era riuscito a fare. Il carisma, il fascino, l’intelligenza gli consentirono di fare breccia presso i circoli di potere di allora. Dopo gli iniziali insuccessi presso tante corti europee e presso tanti sovrani, individuò la Francia come il paese perfetto per il suo Sistema. Il momento storico era perfetto: la Francia era dilaniata da anni di guerre, pestilenze e sprechi di corte. Il Re Sole, Luigi XIV, teso a rafforzare la sua immagine di re cattolico e difensore della fede e impegnato a imporre alla Francia l’uniformità cattolica, non volle mai incontrare quello scozzese protestante. Ma alla morte del sovrano subentrò il Reggente Luigi Filippo d’Orléans, un personaggio molto simile a John Law per tanti aspetti e questo naturalmente consentì all’avventuriero scozzese di entrare prestissimo nelle sue grazie. D’Orléans e John Law erano coetanei, entrambi eclettici, amanti delle donne, della vita agiata, delle novità. Quando Law gli propose questo Sistema che avrebbe risollevato le sorti della Francia, il Reggente avrebbe voluto immediatamente adottarlo, ma si trovò a dover mediare con un Parlamento invidioso e recalcitrante. L’iniziale rifiuto venne seguito da successivi tentativi da parte dello scozzese finché alla fine non capitò il momento giusto, e il Sistema di Law venne introdotto nel paese. Una volta saltato sul treno della sua fortuna, John Law divenne forse l’uomo più potente ed amato di Francia. Ad un certo punto, per consolidare e, se possibile, aumentare, il favore di cui godeva nell’opinione pubblica, Law decise persino di convertirsi al cattolicesimo e di naturalizzarsi francese.

John Law aveva poi una innata e straordinaria capacità di sfruttare la sua immagine. In un paio di circostanze riuscì a sconfiggere i suoi nemici e a salvare il suo Sistema proprio grazie a vere e proprie operazioni di marketing ante litteram. Quando poi convinse il Reggente ad acquistare il diamante più grande e prezioso del mondo, il diamante Pitt, lo fece proprio per motivi di immagine, per garantire alla Francia l’immagine di paese ricco, forte e potente.

Io ho poi una personalissima idea riguardo al suo rapporto con Catherine Knollys, il suo grande amore. Anche se il matrimonio effettivamente tra i due non avvenne mai, Catherine fu secondo me un tassello molto importante per l’ascesa di John. Se non avesse incontrato lei probabilmente Law si sarebbe disperso tra mille amori. Come aveva fatto in gioventù. Questo naturalmente non possiamo saperlo con certezza ma Catherine fu molto determinata e fedele. Gli diede due figli e restò sempre al fianco del suo John anche nei momenti più difficili e bui della loro vita. Questo deve averlo aiutato moltissimo nel perseguire i suoi obiettivi. Catherine viene descritta come una donna molto bella ma dal carattere particolarmente deciso. Ricordiamo che ebbe il coraggio di abbandonare il primo marito per seguire John Law. Per l’epoca un fatto inaccettabile. Rischiò tutto, come lui. Era forte, una donna che non si faceva mettere i piedi in testa. Probabilmente Catherine fu la sua àncora, un sostegno costante che lo aiutò a superare i tanti momenti difficili che dovettero affrontare.

In che modo l’avventuriero scozzese contribuì a introdurre la cartamoneta in Europa?
Ci furono altri tentativi prima di lui di introdurre la carta moneta in Europa. Era un momento molto difficile perché all’epoca circolavano unicamente le monete metalliche. Ma il metallo per produrre queste monete d’oro e d’argento cominciava a scarseggiare. A causa delle guerre, delle carestie e delle pestilenze, la povertà era dilagante e di conseguenza si diffuse il fenomeno della tosatura. Ossia le monete venivano limate e dalla polvere che ne veniva ricavata si fabbricavano nuove monete. Quindi cosa succedeva? Il valore intrinseco di una moneta tosata era naturalmente inferiore rispetto al valore nominale e a quello di una moneta integra. Il suo potere di scambio era alterato. La tosatura era considerata un crimine e punita molto severamente, ma nonostante questo veniva praticata largamente in Europa. Questo portava di conseguenza enormi squilibri a livello monetario. Non solo, John Law era anche convinto che la circolazione del denaro dovesse essere facilitata. E che il denaro dovesse essere alla portata di tutti. La moneta, il denaro, non avevano tanto un valore intrinseco, quanto un valore di scambio. Il denaro come mezzo di scambio: questa può sembrare forse una banalità al giorno d’oggi, ma bisogna considerare che per l’epoca, parliamo esattamente di tre secoli fa, era un’idea quasi incomprensibile ai più. È da relativamente poco tempo che questa idea si è diffusa e che è stata realizzata. La moneta oggi circolante non ha più un controvalore in oro nei caveaux delle banche nazionali. Il cardine del suo sistema era proprio questo. C’erano stati dei tentativi in Olanda, in Svezia ma fu John Law in Francia a fare da spartiacque con il suo Sistema. Trovò terreno fertile ad un certo punto, il momento storico e politico giusto ma solo dopo vari tentativi presso altri stati e governanti. Fu un grandissimo successo soprattutto inizialmente. I titoli di Stato che circolavano in quel momento erano fortemente svalutati e Law escogitò il modo migliore per far amare e di conseguenza circolare le banconote: i titoli di Stato, che oramai non voleva più nessuno, potevano essere scambiati con le banconote il cui valore era stabilito e soprattutto immutabile. Ci fu presto una corsa in banca.

Come si concluse la sua vita terrena?
È difficile accettare che un uomo che diede così tanto al mondo, alla storia, allo sviluppo dell’economia, un uomo che diede tutto sé stesso al raggiungimento dei suoi sogni – che furono anche umanitari – dovette poi finire i suoi giorni in esilio e in povertà. Law aveva portato la Francia all’apice del successo. Era grazie a lui una nazione ricchissima dove affluivano capitali e persone da tutta Europa. Law era osannato come un dio sceso in terra e le persone – di qualsiasi classe sociale – facevano ore di anticamera pur di essere ricevute da lui, e si inventavano gli stratagemmi più fantasiosi per incontrarlo. Ma il suo Sistema ad un certo punto fece cortocircuito. Se centinaia di francesi erano riusciti ad accumulare ricchezze straordinarie grazie al suo Sistema, ad un certo punto accadde proprio l’inverso: le azioni persero sempre più valore, e le banconote divennero carta straccia. Questo accadde non certo per cattiva fede da parte del nostro scozzese, ma per la scarsa conoscenza che si aveva allora dei meccanismi di mercato e del mercato azionario in particolare. Era un mondo ancora tutto da scoprire. Law fece degli errori dovuti ad ingenuità. Ma a dare il colpo di grazia fu soprattutto l’invidia del Parlamento, che vedeva in John Law un antagonista, un protetto del Reggente, lo straniero che era riuscito a diventare in pochissimo tempo l’uomo più potente del regno, il giocatore d’azzardo di cui non ci si sarebbe mai dovuti fidare. Law fu costretto a lasciare la Francia dove lasciò l’amata compagna Catherine e la figlia Kate. Non le rivide mai più. Portò con sé il figlio con il quale girovagò a lungo finché non si stabilì nell’amata Venezia. Visse mantenendosi grazie al gioco d’azzardo e morì qualche anno più tardi in assoluta povertà.

Ho visitato la tomba di John Law nella Chiesa di San Moisè, a Venezia. È solo una lastra di marmo all’entrata della Chiesa, dove si passa camminando senza nemmeno notarla.

Silvia Maria Busetti (Roma 1972), ha studiato sociologia alla Sapienza Università di Roma, e ha scritto per «Affari e Finanza», «Business Insider», «The Boston Globe», «Dallas Morning News».

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