
Trama
Lily Bloom è un’imprenditrice di successo. Gestisce un negozio di fiori, come ha sempre desiderato, ma i vecchi fantasmi del passato tornano a farle visita. Poche ore dopo aver seppellito il padre (un uomo egoista, bugiardo e violento), si ritrova a fissare il cielo limpido e sconfinato di Boston dalla terrazza di casa con un’espressione indecifrabile e un fastidioso senso di disagio interiore. Al funerale, le è stato chiesto dai presenti di pronunciare alcune parole in memoria di quella persona che ha sempre odiato. Le ci sono voluti ben 120 secondi per poter raccogliere i pensieri e indossare la maschera della figlia addolorata per la perdita di un punto di riferimento.
Quella stessa sera, l’incontro fortuito con Ryle Kincaid le cambierà la vita. L’affascinante e brillante neurochirurgo, con una carriera in ascesa e restio a qualsiasi coinvolgimento sentimentale, sembra tuttavia non riuscire a starle lontano. Ma qualcosa non è chiaro: “Tutto nella vita di Lily sembra improvvisamente quasi troppo bello per essere vero”. Ryle, infatti, nel tempo rivelerà la sua vera natura di uomo scostante e aggressivo.
Per la protagonista è come fare un viaggio nel passato, ritornare a quegli anni dolorosi segnati da giustificazioni, sotterfugi e scuse assurde. Oggi non intende lasciare che la storia si ripeta. Chiudendo gli occhi, le sembra ancora di sentire la voce della madre che, nel tentativo di fermare un fiotto di sangue sulla fronte, le raccomanda di dire alla gente: “…sei scivolata sul ghiaccio”.
Eppure, nonostante i buoni propositi, la donna si renderà presto conto che lasciare chi si ama non è mai semplice. Troverà allora il coraggio di dire basta? Riuscirà ad aprire il proprio cuore ad Atlas, il suo primo amore?
Recensione
Tradotto da Roberta Zuppet per Sperling&Kupfer, It ends with us. Siamo noi a dire basta di Colleen Hoover è un libro impegnativo. Dalla lettura moderna e scorrevole, è tuttavia sconvolgente come un complicato thriller psicologico ma con un finale inaspettato. A differenza dei classici romanzetti rosa, l’autrice ha avuto l’abilità e il coraggio di sovvertire lo stereotipo del bad boy. Ha messo da parte il classico cliché dell’uomo tossico ma dal cuore d’oro, focalizzandosi sugli aspetti di una relazione malata, caratterizzata da una dipendenza emotiva, senza tralasciare alcun dettaglio.
La penna della scrittrice dà tridimensionalità ai personaggi, tanto da rendere difficile stabilire chi è il mostro della situazione, chi ha ragione e chi invece torto. Le dinamiche quotidiane, le decisioni passate che si riversano nel presente e nel futuro, complicano le cose, rendendo la realtà più dura di quanto si possa pensare.
Lily è una ventitreenne ambiziosa e con le idee chiare, cresciuta in una famiglia solo in apparenza normale. Il padre, membro rispettabile della comunità, si trasforma in un mostro tra le mura di casa. L’uomo violento ed aggressivo sfoga la propria rabbia e frustrazione sulla madre che, per l’occhio sociale, decide di non denunciare il marito, come purtroppo accade spesso nella vita di tutti i giorni. La sofferenza e gli anni di abusi portano la giovane ad allontanarsi e a trasferirsi a Boston.
L’incontro con Ryle metterà in discussione tutta la sua vita, il coraggio e le certezze. Il brillante ed affascinante medico non fa mistero di non essere interessato ai legami sentimentali, tuttavia, la conoscenza di Lily lo rende vulnerabile alle questioni di cuore, tanto da non riuscire a stare lontano da lei, diventando in alcune circostanze scostante e violento. Il gravoso fardello che porta da anni con sè è la spiegazione a certi atteggiamenti, ma di certo non li giustifica.
Atlas, il primo amore di Lily, torna nella vita della giovane dopo nove anni di assenza. È quel tipo di uomo che, con un istinto iperprotettivo, si preoccupa per un’amica mai dimenticata.
La trama, nel complesso, è struggente e sconvolgente nonostante sia narrata dalla Hoover con un’abilità e una maestria tipiche della scrittrice americana. Mentre le prime pagine si aprono come il più classico dei romance, la metà del libro presenta qualche lato comico. Fa ridere l’episodio in cui Ryle si inginocchia di fronte a Lily implorandola di venire a letto e del tutto esausto si addormenta un attimo prima di riuscire a concludere. Ma questi momenti sono brevi: il sorriso del lettore svanisce lasciando spazio ad altre emozioni (paura, rabbia, impotenza e perfino commozione) quando la trama si tinge di un nero cupo.
Regina delle storie d’amore sofferte, Colleen Hoover regala tuttavia un barlume di speranza sul finire della narrazione, rivelando una Lily più forte, consapevole, straordinariamente coraggiosa e capace di dire basta ad un amore tossico e malato. Il libro si conclude alla grande e con una frase ad effetto: “Finisce qui. Con me e te. Finisce con noi”.