“Io voglio del ver la mia donna laudare”: parafrasi

Parafrasi Io voglio del ver la mia donna laudare

Voglio lodare secondo verità la mia donna e paragonare a lei la rosa e il giglio: splende e si manifesta (pare) luminosa più della stella diana (la stella, detta anche Lucifero, che appare per prima all’alba e che è particolarmente splendente) e paragono (somiglio) a lei tutto ciò che nel cielo vi è di bello.

Paragono (rasembro) a lei la verde campagna (river’) e l’aria e tutti i colori dei fiori, giallo (giano) e rosso e oro e pietre preziose (in particolare azzurro sta ad indicare i lapislazzuli che sono di colore azzurro) e gemme (gioi) preziose degne di essere donate (per dare). Persino Amore per opera sua si perfeziona (rafina meglio).

Passa per via adornata di tante qualità, e così nobile che rende umile (abbassa l’orgoglio) colui al quale rivolge il saluto, se egli non crede lo converte alla nostra fede e nessuno che sia vile si può avvicinare a lei. Vi dirò ancora che ha una dote più straordinaria (maggior vertute): nessun uomo che la vede può concepire pensieri malvagi.

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