
Lo studio, il coraggio, la prudenza
Di quale importanza è, per un politico, la gestione del conflitto e come lo si governa?
Il conflitto è quotidiano in politica; ma non bisogna aprire conflitti se prima non si è pensato a come gestirli e a come chiuderli senza danni per la collettività e per sé stessi.
La lezione di Creonte è di rifuggire l’illusione della propria onnipotenza e non venire accecati dalla propria irragionevolezza: come è possibile guardarsene in politica?
L’altro potrebbe avere ragione.
La sopravvalutazione di sé stessi e l’arroganza possono costituire errori fatali: quali vicende lo testimoniano?
Sono difetti che possono accompagnarsi anche a grandi qualità; Craxi ad esempio aveva questi difetti, ma anche grandi qualità. Credo che la sconfitta nel referendum del 2016 sulla riforma costituzionale sia stata determinata prevalentemente da quei difetti manifestati da Matteo Renzi nel corso della campagna per il voto.
Così la presentazione della mozione di sfiducia nei confronti del Governo Conte, fu un errore di Matteo Salvini, condizionato mi è sembrato da quei difetti.
Di quale tipo di formazione ha bisogno la politica?
Lo studio per sapere, la riflessione per capire, la presbiopia per vedere.
Luciano Violante, già professore di Diritto e procedura penale, magistrato e parlamentare, presidente della Commissione antimafia (1992-1994) e presidente della Camera dei deputati (1996-2001), dal 2019 è Presidente della Fondazione Leonardo-Civiltà delle Macchine. Fra i suoi libri più recenti: Politica e menzogna (2013), Il dovere di avere doveri (2014), Democrazie senza memoria (2017), tutti pubblicati da Einaudi, Colpire per primi. La lotta alla mafia spiegata ai giovani (Solferino, 2019), Giustizia e mito (con M. Cartabia, il Mulino, 2018).