“In morte del fratello Giovanni” di Ugo Foscolo: parafrasi

Il sonetto, composto tra il 1802 e il giugno 1803, comparve tra le Poesie dell’edizione Nobile ed è dedicato alla memoria del fratello Giovanni Dionigi, morto a Venezia l’8 dicembre del 1801. Anch’egli arruolato nelle milizie della Cisalpina, forse si era ucciso per debiti di gioco oppure, come ebbe a scrivere lo stesso Foscolo in una lettera a Vincenzo Monti, «morì d’una malinconia lenta, ostinata, che non lo lasciò né mangiare né parlare per quarantasei giorni».

Parafrasi

Un giorno, se io non andrò sempre esule di popolo in popolo, mi vedrai seduto sulla tua tomba (pietra), fratello mio, a piangere la tua giovinezza (gentili anni) troncata. Ora la madre, alla quale non resta che trascinare il peso della sua vecchiaia, parla di me con le tue spoglie mute ma io tendo invano le mani verso di voi e se da lontano saluto la mia patria sento le avversità del destino, e gli intimi travagli che tormentarono la tua vita, e invoco anch’io la pace nel tuo stesso porto, cioè nella morte. Solo questo oggi mi resta di tanta speranza. O genti straniere, quando ciò avverrà, rendete almeno il mio corpo al petto della madre dolente.

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