
Quali sono i fondamenti del marketing e della comunicazione editoriale?
Esporre qui in poche righe i fondamenti del marketing e della comunicazione editoriale, analiticamente esaminati nel volume, significherebbe presupporre di poter fornire una sorta di ricettario del marketing editoriale, una tesi che nel volume è esclusa: ogni libro è unico. Ciò che si può dire è cosa si intenda per “fondamenti”: in estrema sintesi essi indicano ciò che permane nonostante il mutare dei tempi e degli strumenti. Da una parte, con fondamento si intende ciò che orienta il marketing editoriale – i “principi non scritti” che hanno ispirato e realizzato la grande stagione dell’editoria moderna e che dovrebbero sempre governare la scelta di ogni libro (unicità, bellezza e giustezza) – dall’altra, ciò a cui esso è finalizzato: la realizzazione del progetto editoriale nelle sue specifiche caratteristiche e il suo lancio, nelle librerie reali e virtuali e nei canali della comunicazione adeguati. Si tratta di una destinazione non estrinseca ma inscritta nel libro stesso, e consiste nel perseguire la qualità come chiave del successo. La scommessa affrontata nel libro è come far quadrare i conti sostenendo la qualità. Va da sé che perseguire la qualità e la giusta destinazione del libro può significare disattendere e rivedere i piani stabiliti. Questo fa dell’attività editoriale un mestiere in continua evoluzione, come si è visto in maniera eclatante durante la fase più restrittiva della pandemia alla quale l’industria editoriale ha reagito sviluppando nuovi canali e format digitali di successo, esaminati nel volume, esprimendo l’unanime volontà di non abdicare alla lettura.
In cosa consiste la comunicazione del libro?
La realizzazione del progetto e la sua fortuna dipendono strettamente dalla comunicazione che se ne fa. Questa tuttavia non è da considerarsi cosa a sé, quasi fosse un passo successivo e autonomo rispetto alla realizzazione del libro: la comunicazione del libro è fin dall’origine componente fondamentale del progetto, che va di pari passo all’ideazione e alla promozione. Con comunicazione del libro – si badi – si intende tanto “come” si comunica l’uscita del libro (format) quanto “che cosa” si comunica (contenuto). Il libro è esso stesso un mezzo di comunicazione ad uso di altri mezzi: è contenuto e veicolo. Il libro è – per dirla con la famosa espressione del sociologo canadese che ha rivoluzionato le teorie della comunicazione, Marshall McLuhan – medium della comunicazione. Per questo motivo la parte centrale del volume è dedicata alla “semiotica” del libro; si prendono lì in esame le principali teorie e modelli che fanno da sfondo a qualsivoglia comunicazione editoriale condizionando il nostro modo di pensare e di agire comunicativo: come lettori-editori siamo ormai tutti, infatti, mediatori di contenuti.
Quali linguaggi e format di scrittura adotta la comunicazione editoriale?
I “linguaggi” della comunicazione sono noti e definiti dalla linguistica, e spesso mescolati nell’uso professionale che se ne fa. È importante saperli distinguere e integrarli nei diversi format di scrittura esaminati nel volume in base al pubblico di riferimento: come si scrivono una recensione giornalistica e scientifica, un comunicato stampa, una scheda commerciale o un contenuto breve per le pagine social? Se esistono regole convenzionali per redigere un testo, riprese nel volume adattandole al contesto editoriale, il “senso” del libro è custodito da una pluralità di logoi (redazionale, comunicativo, commerciale) e soprattutto da ogni singolo lettore.
Come si sviluppa la promozione del libro?
La promozione editoriale è una complessa e strutturata attività, che ho cercato di delineare per sommi capi specialmente negli aspetti che riguardano la casa editrice, e si realizza all’interno e all’esterno della stessa principalmente attraverso agenzie di distribuzione, promozione e consulenza editoriale. La promozione si svolge anche in diverse tipologie di eventi – presentazioni in libreria, fiere del libro, premi letterari – esaminati nella terza e ultima parte del volume, e nell’attività di comunicazione diretta svolta dagli editori nei canali tradizionali e postmediali.
In che modo è, a Suo avviso, necessario ripensare il tema del destino digitale del libro?
Più che pensare al destino digitale del libro bisognerebbe pensare al libro come oggetto che ha una dimensione materiale e immateriale: destinata a durare attraversando i tempi e adeguandosi alle nuove tecnologie. In quest’ottica anche il digitale è una scommessa.
Sara Bignotti insegna Marketing editoriale presso la sede di Brescia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore