
Martina è una giovane psichiatra che riceve la visita di un paziente misterioso. Attraverso una serie di colloqui appare sempre più chiaro che questo paziente, che ha fatto un lungo e strano viaggio, è lì per cercare di boicottare un progetto di ricerca messo a punto in un istituto di fisica nucleare dove lei lavora come consulente. Si tratta di un progetto che parte dallo studio teorico del tempo nelle particelle subatomiche, ma che potrebbe avere conseguenze devastanti. Lo scopo di Silvio Martorana, il paziente che seduta dopo seduta si svela alla giovane e bella psichiatra è duplice: prima deve dimostrarle di essere in grado di intendere e di volere, poi deve convincerla a bloccare il progetto. Martina si trova di colpo in una vera e propria guerra tra scienziati e burocrati, in cui fanno di colpo irruzione personaggi come Carlo De Angeli, forse tra i più simpatici del romanzo anche a causa della sua autostima pari a zero, o Sonia Bortoletti, responsabile del comitato scientifico e molto sicura di sé.
Una guerra in cui bisogna decidere se “Il quinto protocollo” è un progetto irrinunciabile o pura follia. Una situazione davvero difficile. Pur mantenendo una costante tensione nel lettore, il romanzo assume a un certo punto contorni poetici. Martina ha nel cuore il ricordo della sua storia con Andrea e accanto ha Federico che la sosterrà dall’inizio alla fine. Due uomini che potrebbero essere il giorno e la notte. Il primo volato a San Francisco dall’altra parte dell’Oceano e dall’altra parte dell’America, che da anni non la cerca più, ma che lei tira fuori nei più impensabili momenti di difficoltà, come “una scialuppa di salvataggio bucata”, il secondo presente e affidabile, sempre pronto per una birra e due spaghetti alle erbe, per una passeggiata in riva al mare, capace di farla sorridere o anche sussultare.
Ed ecco che i ritmi e la suspense del thriller fantascientifico lasciano spazio alla storia d’amore. La vera relazione complessa, il sentimento più intenso, dove lo spazio può cessare di esistere e il tempo si può fermare oppure, al contrario, “può correre in avanti silenzioso e inesorabile, senza tregua e senza pietà”. Il vero paradosso e il vero motivo della nostra esistenza.
L’atmosfera è solo apparentemente rarefatta e sospesa, in realtà tutto si svolge in sei giorni, dal lunedì al sabato, ai quali corrispondono altrettanti capitoli. Anche i luoghi dove Fabio Celi fa fluttuare i suoi personaggi, come in una illusione temporale tra ambizioni ed emozioni, appaiono prima incantati e sfuggenti, poi si nutrono di particolari così vivi che il lettore ha la sensazione di toccare le barche color pastello di Lerici, di attraversare le viuzze silenziose di Tellaro, di tuffarsi in una “Sarzana by night”.
Fabio Celi è psicologo nel servizio sanitario da più di trentacinque anni, primario nella ASL di Massa e docente di Psicologia dello sviluppo nelle Università di Parma e Pisa. È autore di numerosi manuali e articoli sull’educazione speciale e la psicopatologia dell’età evolutiva (Il piano educativo individualizzato, Psicopatologia delle sviluppo. Storie di bambini, Talvolta i fiumi straripano).