“Il potere tributario. Politica e tributi nel corso dei secoli” di Pietro Boria

Il potere tributario. Politica e tributi nel corso dei secoli, Pietro BoriaIl potere tributario. Politica e tributi nel corso dei secoli
di Pietro Boria
il Mulino

«L’analisi storica dimostra con evidenza che il potere tributario costituisce un elemento qualificante del patto sociale che presiede alla coesistenza di più soggetti nell’ambito di una comunità, poiché rappresenta l’istituto giuridico (il potere) che consente l’acquisizione delle risorse finanziarie occorrenti alla sopravvivenza ed allo sviluppo della comunità stessa.

Può considerarsi, infatti, un dato avente i caratteri di un assioma la necessità per una collettività di qualunque genere (e quindi indipendentemente dalla sua estensione di appartenenti e di territorio) di acquisire risorse da spendere o comunque utilizzare per perseguire le finalità di interesse comune. Senza tali risorse la stessa collettività si troverebbe priva di capacità di funzionamento e perderebbe la ragione della propria esistenza. […]

Nell’antichità, il potere tributario appare in controluce, come un potere del sovrano funzionale a garantire ridotti flussi finanziari alle casse pubbliche, prevalentemente attraverso una fiscalità confiscatoria nei confronti dei popoli sottomessi e marginalmente attraverso una esigua fiscalità indiretta sui cittadini. […]

Nel Medio Evo il potere tributario scompare come attributo dello Stato («lo Stato senza imposte») venendo esercitato perlopiù dai signori feudali sui propri sottoposti. L’evanescenza del concetto di Stato nel regime feudale e l’evaporazione della funzione fiscale fanno permanere la marginalità (o addirittura l’inesistenza) del potere tributario come fattore del Logos sociale […].

Con la progressiva affermazione dello Stato in epoca moderna la funzione fiscale assume una posizione centrale nella definizione del potere del sovrano, pur attraverso l’utilizzo degli istituti della tradizione feudale, poiché diviene strumento essenziale per la crescita della potenza statale, determinando un aumento significativo dei flussi finanziari nelle casse pubbliche. Il potere tributario diventa elemento costitutivo del Logos della comunità nazionale ed assurge al ruolo di un codice primario della società.

Con le rivoluzioni del XVII secolo e del XVIII secolo e con l’affermazione del costituzionalismo moderno cambia il modello di esercizio del potere tributario, imponendosi la contrattazione tra l’autorità del sovrano ed il consenso parlamentare (al posto della sola decisione autoritaria del sovrano); la struttura del sistema fiscale rimane tendenzialmente inalterata. Si assiste così ad una metamorfosi dell’ordine fiscale […] che vale a modificare la portata concettuale del codice sociale.

Con il capitalismo, nelle sue varie fasi storiche, si afferma un’idea impersonale del potere tributario, sganciata dall’autorità del sovrano e ricondotta fondamentalmente al bene comune ed all’interesse generale della comunità; comincia a modificarsi la struttura del sistema fiscale nella direzione di una tassazione egualitaria (e quindi con una maggiore utilizzazione delle imposte dirette). Il potere tributario diventa un importante fattore costitutivo del Logos; il codice sociale determinato dal potere tributario si trasforma nei suoi modi di formazione e di attuazione.

Infine, con l’affermazione dello Stato sociale il potere tributario si ricollega espressamente alla funzione redistributiva e di giustizia sociale (che vale ad integrare la funzione primaria di assicurare flussi finanziari quale emergente dalla tradizione storica); si trasforma il sistema dei tributi secondo modelli che vengono adottati anche attualmente dai principali Stati industriali. In questa fase il potere tributario assume i connotati di un fattore costitutivo del Logos della società che definisce l’attuale codice sociale. […]

Appare evidente la connessione profonda che si è andata instaurando, a partire dallo Stato assoluto del XVI secolo, tra la sovranità ed il potere tributario. La sovranità si deve necessariamente avvalere del potere tributario per esprimere la sua pienezza e viene declinata secondo la visione dei rapporti politici e sociali assunti dal sovrano in relazione alla sua effettiva capacità di regolazione dell’ordine della società.»

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