“Il potere tossico. I drogati che hanno fatto la storia. Hitler, Mao, Mussolini, Pétain, Churchill, Franco, Kennedy, Stalin” di Tania Crasnianski

Il potere tossico. I drogati che hanno fatto la storia. Hitler, Mao, Mussolini, Pétain, Churchill, Franco, Kennedy, Stalin, Tania CrasnianskiSono le relazioni medico-paziente al centro del libro di Tania Crasnianski Il potere tossico. I drogati che hanno fatto la storia. Hitler, Mao, Mussolini, Pétain, Churchill, Franco, Kennedy, Stalin, edito da Mimesis. Pazienti speciali in quanto capi di Stato “sotto controllo medico”, piccole storie che conducono però alla grande Storia, dato che «la salute degli uomini di Stato ha senza dubbio un impatto sulla Storia».

L’assunto di fondo, da cui muove l’indagine dell’autrice, è che «i medici personali sono gli unici testimoni della parte più intima e fragile dei grandi uomini a cui dedicano vita e carriera. Assistono alla Storia dalla prima fila, confidenti discreti al seguito del proprio illustre paziente nei meandri del potere.» Sì, perché al medico si rivelano «timori e speranze, sconforti, malattie fisiche, cedimenti psicologici, invecchiamento, semplice ipocondria o carenze affettive.» L’obiettivo è quindi quello di «descrivere la relazione medico-paziente e di metterne in luce il rapporto di co-dipendenza. Quando la posta in gioco è il potere, il ruolo del terapeuta va oltre le sue funzioni abituali.»

«L’uomo politico vuole restare al vertice; il medico vuole restare al suo fianco. Irrimediabilmente legati, se uno fallisce, è una sconfitta anche per l’altro. Tutti e due consacrano la loro esistenza al potere e non sanno rinunciarvi. Ognuno con le proprie ambizioni, con i propri errori e le proprie debolezze. Tutti e due devono far fronte alle innumerevoli lotte intestine. Considerati alla stregua di “angeli del Male”, i medici personali suscitano rivalità. Non sempre la loro influenza è politica: può essere anche solo fisica o psicologica ed è difficile determinare con certezza se abbiano avuto un impatto su certe decisioni.»

La «lista degli uomini che, affetti da disturbi fisici o psichici, hanno svolto incarichi presidenziali o ministeriali nel corso del ventesimo secolo», d’altra parte, «è impressionante: Erich Honecker (Germania), Woodrow Wilson, Franklin D. Roosevelt (Stati Uniti), Georges Pompidou, François Mitterrand (Francia), Mohandas Karamchand Gandhi (India), Golda Meir (Israele), Hafiz al-Assad (Siria), Mohammad Reza Pahlavi (Iran), Anthony Eden (Regno Unito), Ferdinand Marcos (Filippine), Leonid Brežnev, Boris Eltsin (URSS), oltre alle personalità evocate» nel libro. L’autrice si interroga: «Che impatto ha la malattia sul potere? Bisognerebbe impedirne l’esercizio a un dirigente malato?»

Ed ecco così sfilare le vicende di Theodor Morell, medico personale di Adolf Hitler, Lord Moran, “ombra” di Winston Churchill, Bernard Ménétrel e Philippe Pétain, Vicente Gil e Francisco Franco, Georg Zachariae e Benito Mussolini, Max Jacobson e John Fitzgerald Kennedy, Vladimir Vinogradov e Iosif Stalin e Li Zhisui e Mao Zedong.

«Alcuni di questi medici hanno ritenuto necessaria per la Storia una loro testimonianza sulla salute e l’intimità del proprio paziente illustre. I libri di Lord Moran, il medico di Churchill, e di Li Zhisui, quello di Mao, sono stati dei best-sellers. Quelli di Georg Zachariae, il medico di Mussolini, e di Vicente Gil, quello di Franco, sono rimasti più confidenziali. Talvolta sono stati loro stessi oggetto di biografie, dovute alla curiosità: sull’influenza che avrebbero esercitato, sulle leggende e dicerie su di loro. È il caso di Lord Moran o di Bernard Ménétrel, il medico di Philippe Pétain.»

Prendiamo ad esempio il rapporto di dipendenza fra Adolf Hitler e il suo medico Theodor Morell: «Il medico è sempre presente e, anche nei bunker, l’ambulatorio è adiacente agli alloggi privati del Führer. Siamo a qualche giorno dal suo cinquantacinquesimo compleanno. Morell è la sua ombra da sette anni, e nessuno sa bene perché. Il medico appare in numerosi filmini della compagna di Hitler, Eva Braun. L’uomo soprannominato “il Rasputin di Hitler” o “l’agente di Stalin”, riesce ancora una volta a rimettere in sesto il suo Führer. Se a Hitler le iniezioni piacciono più di qualsiasi altro trattamento, è soprattutto grazie alla rapidità del loro effetto. Ne sarà dipendente fino al giorno del suo suicidio: anfetamine, barbiturici-sedativi, cocaina, derivati dalla morfina e un buon numero di misteriose pozioni degne di uno stregone, in tedesco le Hexenmittel. Le assume quotidianamente ma aumentare le dosi non ha più nessuna efficacia.»

«Hitler incontra Morell per la prima volta nell’autunno del 1936, su raccomandazione del fotografo Heinrich Hoffmann, l’amico e l’autore dei ritratti autorizzati del Führer. […] Dal gennaio 1937 diventa ufficialmente il suo medico personale.»

«Durante i suoi anni in cura con Morell, al Führer furono fatte sistematicamente iniezioni, anche giornaliere, di svariati prodotti chimici. Ha preso fra ottanta e novanta sostanze diverse per ingestione o iniezione […]. Assume soprattutto Cardiazol (stimolante utilizzato in caso di insufficienza cardio-vascolare), cocaina (in soluzione del 10% per trattare i seni nasali o in soluzione oftalmica contro le infiammazioni degli occhi), Coramina (stimolante prescritto per l’edema e i problemi circolatori e respiratori), ma anche Eukodal (un sostituto della morfina, oggi chiamato Ossicodone e usato come antidolorifico, i cui effetti sono due volte più forti di quelli della morfina), o Eupaverina (un oppiaceo alcaloide antispasmodico). Per migliorare la sua libido e combattere la stanchezza e la depressione, Hitler prende, su consiglio di Morell, ormoni e steroidi maschili, come l’Orchikrin (estratto di testosterone di origine bovina), Testoviron (steroidi anabolizzanti), Gyconorm (steroide a base di ghiandola di bovino e pancreas di maiale), o ancora Prostacrinium (ormoni a base di estratti di prostata e vescica). Contro batteri e microbi, Morell raccomanda dell’Omnadina, una miscela di proteine o, contro le infezioni da raffreddamento, sulfamidici: l’Ultraseptyl. Infine, per combattere le insonnie e gli eccessi di collera, gli prescrive barbiturici a effetto sedativo, come il Brom-Nervacit (oggi di uso veterinario), il Luminal (contro l’insonnia grave) o il Tempidorm (utilizzato come trattamento contro la depressione e il disturbo bipolare). La flatulenza del Führer è trattata con pillole antigas del dr. Köster composte di belladonna e stricnina (veleno per topi), un alcaloide tossico poi utilizzato per le sue proprietà stimolanti. Secondo il suo domestico, Hitler ne prendeva fino a sedici pillole al giorno; alcuni ritengono che contenessero concentrazioni vicine alla dose massima. […] Ci sono in particolare le famose Vitamultin-Calcium forti, in pillole o iniezioni preparate da Morell stesso, di cui non conosciamo con certezza gli ingredienti, ma alcuni sospettano che contenessero Pervitin, una metamfetamina psicostimolante che crea una forte dipendenza.»

Morell morirà il 26 maggio 1948, poco meno di tre anni dopo il suicidio del suo paziente.

Nelle sue ricerche la Crasnianski ha consultato varie fonti: archivi, testimonianze, memorie e biografie. Al fine di rendere la lettura piacevole ed entrare nell’intimità dei personaggi, sono presentati aneddoti, spesso poco noti e talvolta divertenti.

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