“Il Midrash” di Günter Stemberger

Il Midrash, Günter StembergerIl Midrash. Uso rabbinico della Bibbia. Introduzione, testi, commenti
di Günter Stemberger
traduzione di Romeo Fabbri
EDB

«Gli ebrei sono il «popolo del libro», della Bibbia. Fin dall’inizio essa ha plasmato il loro pensiero, rimanendo poi fino ai nostri giorni al centro della loro vita. Per quanto riguarda l’assimilazione della tradizione biblica, un posto centrale è occupato dal periodo rabbinico, che comprende grossomodo il primo millennio dopo Cristo. E in questo tempo che sono sorti i grandi midrashim, scritti che girano attorno alla Bibbia, la spiegano, entrano in dialogo con essa, ne svolgono il pensiero, nella convinzione che il libro sacro contiene tutto quello che Dio ha voluto rivelare al suo popolo e realizzare con esso. Sentendo parlare di tradizione ebraica, il non addetto ai lavori pensa soprattutto al Talmud, che del resto spesso ritiene, superficialmente, una semplice raccolta di norme religiose. In realtà, anche se in modo spesso caratteristico, tutta la vita culturale e religiosa degli ebrei è stata dominata dalla Bibbia, che costituisce il cuore dello stesso Talmud.

Questo libro intende familiarizzare un po’ il lettore con l’uso che della Bibbia si faceva nel periodo classico del giudaismo, uso che continua a esercitare il suo influsso fino ad oggi. Il libro si divide in tre parti: una breve introduzione sulla tradizione ebraica a proposito della spiegazione della Bibbia; una scelta di testi midrashici brevemente commentati; una parte conclusiva sulla fortuna del midrash dentro e fuori dal giudaismo fino ai nostri giorni. La parte centrale del volume comprende sia i più importanti generi letterari della Bibbia, sia i maggiori scritti midrashici, e documenta in tal modo le diverse possibilità di approccio e utilizzazione della Bibbia da parte della tradizione rabbinica.

Non si è ritenuto opportuno ripetere qui la parte che nel volume sul Talmud è stata dedicata alle regole interpretative proprie della tradizione rabbinica, anche se il commento dei testi midrashici presuppone continuamente l’uso di quel metodo ermeneutico. Così pure, avendone già trattato nello stesso volume, non è stata qui ripetuta la presentazione del quadro storico del periodo rabbinico. Questo non dovrebbe comunque far credere che l’uso della Bibbia avvenga, per così dire, fuori dal tempo e senza alcuna influenza da parte delle esperienze storiche. Molto spesso, nel commento ai testi midrashici, si è obbligati a far riferimento al contesto storico. D’altra parte è certamente vero che un determinato midrash, nel corso del tempo, tende a sganciarsi dalle situazioni in cui è sorto e resta utilizzabile, attuale e valido anche oltre il loro mutare, finché non si realizzi per il popolo ebraico quella trasformazione radicale che è l’avvento della salvezza promessa da Dio.

Il midrash non è un commento scientifico alla Bibbia, ma neppure un modo di giocare con il testo. Pur non escludendo un certo gusto di giocare con le parole, è comunque sempre un tentativo di penetrare più profondamente nel linguaggio della rivelazione. Si tratta essenzialmente di una frequentazione credente del testo biblico, con l’intento di ascoltare Dio ed entrare in comunicazione con lui. Ponendosi con cura all’ascolto del testo, prestando attenzione anche ai minimi dettagli linguistici, si cerca di sondare le profondità della rivelazione, di sperimentare la continua presenza di Dio, di convincersi della solidità delle sue promesse. Il midrash è un modo mediante il quale il credente cerca di comprendere l’esistenza.»

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