“Il metodo Catalanotti” di Andrea Camilleri: riassunto trama e recensione

Il metodo Catalanotti, Andrea Camilleri, trama, recensioneIl Metodo Catalanotti è il nuovo romanzo del Commissario Montalbano nato dalla penna di Andrea Camilleri. Il commissario più amato della letteratura moderna questa volta si trova immischiato in un caso di omicidio che, però, non è ciò che sembra.

La storia prende il via con Mimì Augello, braccio destro di Motalbano nonché inguaribile sciupa femmine, che è a casa dell’ennesima amante con la quale ha trascorso la notte. Ma l’imprevisto è in agguato. Infatti all’improvviso rientra inaspettatamente il marito della donna e Mimì è costretto a calarsi dalla finestra per non farsi vedere dall’uomo. Peccato, però, che nell’appartamento al piano di sotto nel quale entra per nascondersi ci sia una pessima sorpresa: sul letto giace un cadavere, vestito di tutto punto e ormai rigido, segno che la dipartita è avvenuta da lungo tempo. Augello lascia subito la casa e si precipita a contattare la Polizia. E qui c’è la seconda sorpresa. Infatti il Commissariato è già stato avvisato con una telefonata anonima di un morto ammazzato ritrovato in casa. Peccato che la casa sia però un’altra e che anche il cadavere appartenga ad un’altra persona. Una caratteristica in comune, però, c’è: anche la seconda vittima viene ritrovata interamente vestita con il completo buono della festa. Nel frattempo, il cadavere avvistato da Mimì Augello è scomparso e non ve ne è più traccia. A questo punto non può che entrare in scena il Commissario Montalbano. Si scopre, infatti, che il cadavere ritrovato dopo la segnalazione anonima è quello di Carmelo Catalanotti.

La vittima è un uomo di spettacolo che lavora in teatro come sceneggiatore, attore e regista. Il suo soggetto preferito era costituito dai drammi borghesi nei quali c’era sempre una vittima, di se stesso o degli eventi, che di frequente era protagonista di una morte cruenta. Da grande appassionato di teatro, Catalanotti aveva pure inventato un metodo utilizzato per permettere ai propri attori di esternare il meglio di sé liberando le proprie emozioni e compiendo un profondo lavoro di scavo nella propria coscienza. Questa metodologia – chiamata appunto Metodo Catalanotti, da cui trae nome il romanzo – era applicato a tutti gli attori in scena. Il Commissario Montalbano, alla ricerca di indizi per individuare movente e colpevole dell’omicidio, si ritrova così a muoversi in un mondo di testi teatrali e appunti sui diversi attori e su tutte le loro problematiche. Ma fra i diversi appunti che Catalanotti conservava, Salvo Montalbano trova anche dei misteriosi quaderni che contengono cifre, nomi e date senza alcun nesso apparente fra di loro. Salvo capisce fin da subito che questi quaderni potrebbero essere in relazione con l’ultimo testo teatrale sul quale Catalanotti stava lavorando e al margine del quale sono anche scritte alcune annotazioni di difficile interpretazione.

A complicare la situazione c’è, poi, anche un altro aspetto. Infatti all’ufficio della Scientifica è arrivata una nuova responsabile, Anna. Si tratta di una donna completamente diversa da Livia. Mentre la storica fidanzata di Montalbano è pacata, nordica nei suoi sentimenti, al contrario la bella poliziotta è vulcanica, passionale, viva. Un contrasto di emozioni e pensieri che non può non affascinare Salvo che si trova a lavorare a stretto contatto con Anna per riuscire a decifrare tutte le preziose indicazioni che ogni cadavere fornisce per scoprire il colpevole dell’omicidio. La vicinanza di Anna fa da contraltare alla lontananza, sia fisica che emotiva, di Livia e Montalbano brama per sentirsi di nuovo giovane e riscoprire la passione sopita. In questa situazione così complessa anche dal punto di vista emotivo, Montalbano dovrà imparare in fretta il linguaggio del teatro per scoprire il mistero del doppio omicidio.

In questa nuova indagine del Commissario Montalbano le passioni e l’impegno civile si mescolano in un unicum che fa capire come l’essere umano sia animato esclusivamente dalla passione. Può essere la passione per l’arte e il teatro, la passione amorosa ma anche la passione civile. Parallelamente alle indagini per il duplice omicidio, infatti, Salvo si occupa anche delle vicende di una coppia di giovani disoccupati di Vigata che lottano e protestano per vedere riconosciuto il loro diritto ad un futuro e a formarsi una famiglia propria attraverso l’ottenimento della più grande forma di libertà: il lavoro. Ma la passione civile si nasconde probabilmente pure dietro il probabile movente dell’omicidio. Catalanotti, infatti, all’apparenza è un filantropo amante dell’arte ma in realtà di professione è un usuraio che fa dello strozzinaggio e dei soprusi la sua principale bandiera. Il suo omicidio, allora, potrebbe forse essere ricondotto ad una ribellione civile di chi non è più disposto sopportare.

Si tratta probabilmente di uno dei romanzi di Camilleri nei quali il Commissario mostra il suo lato più umano, con tutte le sue fragilità. Un Commissario Montalbano per il quale gli anni passano e si fanno sentire tanto da spingerlo a vivere una sorta di crisi di mezza età che lo porterà non solo ad accrescere le sue malinconie ma, forse, anche a prendere decisioni importanti che cambieranno il corso della sua vita.

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