
Narrato dal punto di vista di Nick Carraway, un agente di borsa che si è trasferito a 1922 a West Egg, a Long Island, il romanzo si incentra però sull’affascinante ed enigmatico Jay Gatsby, uomo ricco ed eccentrico che vive in una villa lussuosa nei pressi dell’abitazione di Carraway.
Ogni fine settimana Gatsby organizza faraonici ricevimenti a cui partecipa tutta la città.
“Nelle notti estive”, raccolta Carraway, “mi giungeva la musica dalla casa del mio vicino. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene fra bisbigli e champagne e stelle. Durante l’alta marea del pomeriggio guardavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia calda della spiaggia privata, mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello stretto, rimorchiando acquaplani tra le cascate di spuma”.
Le persone non hanno nemmeno bisogno di essere invitate: semplicemente, entrano nella grande villa e prendono parte al divertimento. E tuttavia spesso se ne vanno senza aver conosciuto il padrone di casa, poiché Gatsby non si palesa affatto.
Il mistero che circonda la figura di Gatsby si estende al suo passato, cosicché su di lui circola ogni genere di diceria: è quello il suo vero nome? Come ha potuto accumulare una ricchezza così immensa? In quali loschi traffici è stato coinvolto?
Inaspettatamente, Gatsby non solo si presenta a Nick Carraway, ma anzi inizia a frequentarlo con una certa assiduità. Gli racconta persino dei dettagli sulla sua vita, poiché, gli dice, “non voglio che ti faccia un’idea sbagliata in base a tutte le storie che senti in giro”. Ma la verità che gli propina – essere figlio di gente agiata del Middle West, aver studiato a Oxford come tutti i suoi antenati, aver ereditato una fortuna dai suoi parenti morti – non è che un cumulo di bugie, e lo stesso Nick lo subodora da subito.
In realtà Gastby è figlio di contadini, ed è riuscito a entrare nel mondo della ricca borghesia quando, da ragazzo, è stato assunto per lavorare sullo yacht del ricco Dan Cody. Prima di essere costretto a partire per la guerra, Gatsby, il cui vero nome è in realtà James Gatz, aveva conosciuto Daisy Fay Buchanan, una bella e ricca ereditiera di cui si era perdutamente innamorato. Tuttavia, mentre Gatsby era impegnato al fronte, Daisy si era sposata con Tom Buchanan, come lei giovane e facoltoso: “Il marito di Daisy, tra le varie doti fisiche, aveva quella di essere una delle ali più potenti che mai avessero giocato a calcio a New Haven; era, per così dire, una figura nazionale, uno di quegli uomini che raggiungono a ventun anni una fama così ben definita che tutto ciò che fanno dopo perde, al confronto, ogni importanza.”
Tornato dalla guerra, Gatsby aveva deciso di perseguire un unico obiettivo: arricchirsi con ogni mezzo per poter riconquistare Daisy.
Si era quindi dedicato a traffici illegali, e soprattutto al contrabbando di alcolici, aveva accumulato enormi ricchezze e aveva acquistato una villa maestosa proprio davanti alla casa di villeggiatura di Daisy e suo marito Tom, “in modo da avere Daisy proprio dall’altra parte della baia”.
È dunque questo il motivo per cui Gatsby frequenta Nick Carraway: mira a venire a conoscenza di qualcosa sulla vita di Daisy e sul suo matrimonio con Tom. Infatti, essendo Nick cugino di Daisy, ha l’opportunità di frequentarla. Ed è soprattutto grazie a Jordan Baker, con cui ha una relazione, che Nick viene a sapere che il matrimonio tra Tom e Daisy non è così idilliaco come potrebbe sembrare. Lui ha infatti un’amante con il quale ha una relazione focosa e burrascosa.
Gatsby chiede a Nick di invitare Daisy a casa sua, senza però svelarle la sua presenza, e quando lei finalmente lo rivede sembra che la passione tra i due sbocci subito, come se non fossero trascorsi anni. Tuttavia si tratta di una passione pericolosa “Non pretendere troppo da lei”, lo mette in guardia Nick. “Non si può ripetere il passato”. Ma Gatsby non gli dà ascolto: “Si guardò attorno sconvolto, come se il passato fosse in agguato nelle ombre della casa, appena fuori dalla portata delle sue mani. “Rimetterò tutto esattamente com’era prima” disse facendo un gesto energico col capo. “Vedrai.””
Tom, che fin dal primo momento in cui ha conosciuto Gatsby ha sospettato di lui, scopre ben presto la relazione di sua moglie con quest’ultimo e decide dunque di affrontarlo: al Plaza Hotel di New York i due uomini si fronteggiano, ma è proprio in quella occasione che, inaspettatamente, Daisy, del cui amore Gatsby era fermamente convinto, si scopre ancora innamorata del marito. Daisy riaccompagna Gatsby a casa ma lungo la strada investe e uccide Myrtle, l’amante del marito. Per proteggere Daisy, Gatsby non rivela che fosse la donna ad essere alla guida: “Naturalmente dirò che ho guidato io”, dice a Nick, “Capisci, quando siamo partiti da New York era molto nervosa e ha pensato che si sarebbe calmata guidando… poi quella donna è sbucata fuori di corsa proprio mentre passavamo accanto a una macchina che veniva dall’altra parte. È successo tutto in un momento…”
Tutti dunque, compreso il marito di Myrtle, sono convinti che la colpa dell’incidente sia da imputare a Gatsby. L’uomo inoltre non accetta il consiglio di Nick, che gli suggerisce di lasciare Long Island, in quanto continua in cuor suo a sperare che Daisy sia innamorata di lui.
Intanto il marito di Myrtle si convince che Gatsby non solo abbia ucciso sua moglie nell’incidente d’auto, ma sia anche stato l’amante di lei. Con una pistola in pugno si reca quindi alla villa: Gatsby è in piscina, sdraiato su un materassino, ed è qui che il marito di Myrtle lo uccide, con un colpo di pistola.
Il romanzo si chiude con il funerale di Gatsby a cui non partecipa nessuna delle migliaia di persone che per anni, ogni weekend, avevano approfittato dei suoi soldi e della sua ospitalità durante i party lussuosi. Vi prendono parte solamente Nick e il padre di Gatsby, “un vecchio solenne, molto sgomento e costernato, infagottato in un gran cappottone da poco prezzo contro la calda giornata di settembre”. L’uomo, visibilmente addolorato per la morte del figlio, percorre con tristezza mista a orgoglio le lussuose stanze della villa: “Aveva un grande futuro davanti a sé, sapete”, dice a Nick, “Era ancora giovane, ma aveva una gran forza […] Se fosse vissuto, sarebbe diventato un grand’uomo.”
Considerato uno dei classici più significativi della letteratura americana del ventesimo secolo, Il grande Gatsby merita sicuramente di essere letto. Non solo è un affresco dell’America di quegli anni – il proibizionismo, l’età del jazz, l’avidità e la voglia di ricchezze dei giovani dell’alta borghesia – ma è anche un racconto coinvolgente e appassionante. Fin dalle prime Fitzgerald trascina il lettore in un vortice che, insieme a Gatsby, lo fa precipitare nella tragica storia d’amore con Daisy. Ma, al contrario di molti libri di amore e passione, qui persino i personaggi principali sono detestabili: Daisy è spesso irritante, Tom, supponente e altezzoso, è decisamente spiacevole, e si finisce per disapprovare anche Gatsby nella sua presunzione di essere comunque amato da Daisy, contro ogni evidenza. Ma è proprio la complessità e l’imperfezione di questi personaggi che rende Il grande Gatsby un grande romanzo.
Silvia Maina