
Quali stilemi assumeva la trattazione amorosa?
Dipende dal genere letterario: nei generi letterari cosiddetti ‘alti’, come per esempio la tragedia, l’epica e certe forme della poesia lirica (l’elegia), l’amore viene trattato in forma sublimata, dando maggiore spazio ai sentimenti; nei generi ‘bassi’, invece, come la commedia, la satira e in altre forme della poesia lirica (l’epigramma scherzoso), se ne mettono in risalto gli aspetti più carnali.
In cosa si distingueva la letteratura greca da quella romana?
Non sussistono differenze tra le due letterature, che si comportano in modo analogo (anche perché la letteratura latina segue, come modello, la letteratura greca); le distanze ci sono piuttosto tra il periodo arcaico-classico e quello imperiale, quando subentrano le tematiche religiose, influenzate dal cristianesimo, che portano a una progressiva attenuazione di tutti gli aspetti legati all’amore fisico.
Come veniva descritto l’universo della dea che i Greci chiamavano Afrodite e i Romani Venere?
Poiché questa divinità era strettamente collegata, fin dalle origini, all’aspetto della riproduzione, il suo universo riguardava principalmente tutto ciò che spingeva due esseri a provare sentimenti amorosi reciproci, al fine di riprodurre la stirpe. Ma è altrettanto vero che il sentimento amoroso poteva anche mettere da parte questo aspetto, perché nelle letterature classiche sono tutt’altro che infrequenti i generi letterari (sempre la lirica e l’epigramma, ma anche il romanzo) dove la passione è sentimento non solo eterosessuale, ma anche omosessuale.