“I Vangeli di Giuda. Le verità nascoste degli Apocrifi” di Marco Fasol

Prof. Marco Fasol, Lei è autore del libro I Vangeli di Giuda. Le verità nascoste degli Apocrifi, edito da Fede & Cultura: quale valore storico e religioso possiedono il vangelo apocrifo di Giuda e i vangeli gnostici di Nag Hammadi?
I Vangeli di Giuda. Le verità nascoste degli Apocrifi, Marco FasolÈ noto che ci sono pervenuti, grazie ai manoscritti antichi, i quattro Vangeli canonici (di Matteo, Marco, Luca e Giovanni) e almeno venti vangeli apocrifi. Per definire il valore storico e religioso di questi ultimi dobbiamo fare riferimento ai criteri di attendibilità delle scienze storiche contemporanee.

Un primo criterio laico di attendibilità è l’antichità della fonte. I Vangeli canonici sinottici sono stati scritti a 20 – 50 anni dagli eventi, quando molti testimoni oculari erano ancora in vita e quindi avrebbero potuto smentirli. Al contrario, i manoscritti dei vangeli gnostici di Nag Hammadi (vangelo di Filippo, vangelo di Tommaso, vangelo di Maria, vangelo della Verità) sono del quarto secolo, quindi sono stati scritti a più di trecento anni di distanza! Il manoscritto ritrovato del vangelo di Giuda è pure della fine del terzo secolo o inizio del quarto. Questo ci fa capire che – in base a questo criterio di antichità dei manoscritti – il valore storico dei vangeli apocrifi è decisamente inferiore rispetto al valore storico dei quattro Vangeli canonici. Questo criterio dell’antichità è stato tuttavia messo in discussione da alcuni storici, perché può essere che la stesura dell’autografo originario sia antecedente al manoscritto più antico che ci è rimasto. Ad esempio alcuni storici fanno risalire una parte dei detti del vangelo apocrifo di Tommaso addirittura alla fine del primo secolo. Analogo discorso per il vangelo di Giuda. Per questo diventa importante ricorrere anche agli altri criteri.

Un secondo criterio laico di attendibilità storica è quello dell’analisi linguistica. I quattro Vangeli canonici, scritti in greco, hanno lessico e strutture sintattiche di origine ebraica o aramaica. Invece negli apocrifi di Nag Hammadi e nel vangelo di Giuda, non troviamo niente di tutto questo. Soprattutto nei vangeli gnostici, scritti in lingua copta egizia, ma anche negli altri apocrifi, emerge un lessico neoplatonico, assolutamente estraneo all’aramaico. Negli apocrifi sopra citati troviamo termini come sizigie, emanazioni, eoni, camera nuziale, arconti, regno di Barbelo e altre divinità egizie… vengono addirittura divinizzate le stelle con nomi propri assolutamente estranei all’ebraico, considerati blasfemi per l’ebraismo. Ma sappiamo che la predicazione di Gesù era in aramaico ed ebraico, non con linguaggio neoplatonico!

Negli apocrifi mancano inoltre i riferimenti ai grandi protagonisti dell’Antico Testamento. Nei vangeli gnostici – incredibile a dirsi – non troviamo alcun riferimento alla storia della salvezza. Il confronto è sconfortante per i difensori della storicità degli apocrifi: nei Vangeli canonici vengono citati in continuazione i grandi personaggi biblici, imprescindibili per qualsiasi ebreo: Abramo viene citato 33 volte, Mosè 37 volte, Davide 38 volte, Isaia 13 volte. Negli apocrifi invece nessuna citazione! Si tratta di una scoperta decisiva per smascherare i veri autori degli apocrifi. Evidentemente non erano certo ebrei e quindi non potevano essere testimoni diretti della vita e della predicazione del Maestro. Il Gesù degli apocrifi gnostici addirittura non dice una parola sulla storia della salvezza che era il patrimonio più prezioso per ogni ebreo. Evidentemente il Gesù degli apocrifi è una finzione letteraria, una contraffazione elaborata da autori estranei al giudaismo, con una filosofia che, come vedremo, è astorica, atemporale, agli antipodi dell’ebraismo e del cristianesimo.

Un terzo criterio laico di attendibilità storica è quello della molteplice attestazione. Le notizie sono più attendibili se riportate da più fonti indipendenti. Numerosi racconti favolosi e leggendari degli apocrifi si trovano solo in qualche manoscritto isolato. Invece gli eventi centrali della vita di Gesù sono attestati da tutti i libri del Nuovo Testamento, dagli scrittori dei primissimi secoli e anche da parecchi apocrifi. E non dimentichiamo che mentre gli apocrifi hanno spesso un solo manoscritto e per di più incompleto, i Vangeli canonici hanno più di cinquemila manoscritti greci e ottomila manoscritti latini e tutti concordanti.

Infine un quarto criterio laico di attendibilità storica è l’analisi dei contenuti culturali. Gli apocrifi gnostici manifestano chiaramente una visione del mondo, una filosofia, assolutamente estranea all’ebraismo. La approfondiremo nella terza risposta di questa intervista.

I Vangeli canonici sono attendibili dal punto di vista storico?
I criteri di attendibilità storica dei Vangeli canonici si possono così riassumere.

Il criterio di antichità: tutti i libri del Nuovo Testamento furono scritti entro il primo secolo. Questo è dimostrabile attraverso l’immensa quantità di manoscritti antichi. Si pensi che mentre i vangeli apocrifi hanno solo qualche manoscritto e per di più difettoso, nella maggior parte dei casi, invece i Vangeli canonici, o meglio gli scritti del Nuovo Testamento (che comprende anche gli Atti degli Apostoli, le 14 lettere di San Paolo, le lettere cattoliche e l’Apocalisse, complessivamente 27 libri) hanno ben 5.300 manoscritti greci, 8 mila manoscritti latini e due o tre mila manoscritti in altre lingue antiche (siriaco, copto, armeno…). Alcuni di questi manoscritti sono antichissimi: Papiro 7Q5, Papiro Rylands, Papiro Bodmer II e Bodmer XIV, Papiro Chester Beatty … tutti entro il secondo secolo d. C.

Il criterio di apostolicità, in quanto i quattro Vangeli canonici erano considerati fedeli alla predicazione degli Apostoli. Questo si può dimostrare storicamente grazie al sottofondo aramaico del testo greco dei Vangeli. Infatti i Vangeli canonici, pur essendo scritti in greco, hanno 26 parole aramaiche (la lingua originale della predicazione di Gesù) come abbà, amen, talita qum, eloi eloi lama sabactani, osanna, rabbi, sabat, satan, alleluia, ecc.  Hanno ben 130 parallelismi antitetici, tipici dell’ebraico e non del greco. Hanno struttue paratattiche , tipiche dell’ebraico e non del greco. Hanno cento passivi teologici, altra struttura esclusiva della predicazione aramaica, struttura assolutamente estranea alla letteratura greca. Da tutti questi indizi si può affermare storicamente che i Vangeli canonici rispecchiano fedelmente la predicazione aramaica, unica e inconfondibile del Maestro. Ovviamente nessuno di questi indizi si ritrova nei vangeli apocrifi che sono stati scritti da autori non di madre lingua aramaica, ma greca, o copta, con lessico filosofico gnostico o neoplatonico.

Il criterio di universalità o cattolicità (cattolico in greco significa universale), infatti i quattro Vangeli canonici dovevano essere accettati dalle comunità cristiane di Roma, Alessandria d’Egitto, Antiochia, Gerusalemme e dalle altre prime comunità fondate dagli Apostoli. Infatti i ritrovamenti dei manoscritti antichi e le citazioni dei primi scrittori cristiani (Papia di Gerapoli, Ignazio di Antiochia, Ireneo di Lione, Giustino di Sichem …) testimoniano questa diffusione universale e non ristretta al solo Egitto come si verifica per i vangeli apocrifi di Nag Hammadi e per il vangelo di Giuda.

Chiarite queste premesse, è comprensibile che nei primi secoli, con la diffusione del cristianesimo, si siano diffuse anche contraffazioni e falsificazioni del messaggio originario. I falsari e gli imbroglioni ci sono sempre stati nella storia e alcuni filosofi, specialmente in Egitto, approfittarono della grande diffusione del Cristianesimo per spacciare il loro pensiero addirittura come un vangelo apostolico. Ma non avevano fatto i conti con la filologia e le scienze storiche contemporanee che hanno studiato la forma linguistica e il contenuto culturale delle fonti.

Per quale ragione i vangeli apocrifi vengono propagandati come portatori di verità nascoste?
Sono gli autori stessi degli apocrifi che pretendono di rivelare verità nascoste. Si tratta delle cosiddette verità della filosofia gnostica. La concezione gnostica è panteista e politeista, astorica, critica nei confronti della materialità, completamente estranea e anzi incompatibile con il contesto culturale e lessicale dell’ebraismo, che ha invece una concezione storica, non dualista, quindi valorizzante anche la corporeità dell’essere umano. L’etica gnostica è decisamente intellettualista, per cui pone la piena realizzazione dell’essere umano nella conoscenza della mitologia gnostica, accessibile solo a una ristrettissima cerchia di iniziati. Al contrario l’etica cristiana pone la salvezza, ossia la piena realizzazione di sé, nell’amore e nella buona volontà e quindi rende accessibile a tutti la santità morale, indipendentemente dalla cultura. Ancora: nella gnosi la femminilità viene addirittura disprezzata. Qualche esempio dal Vangelo di Tommaso : “Simon Pietro disse loro: “Maria deve andare via da noi! Perché le femmine non sono degne della vita”. Gesù disse: “Ecco, io la guiderò in modo da farne un maschio, affinché ella diventi uno spirito vivo uguale a voi maschi. Poiché ogni femmina che si fa maschio entrerà nel Regno dei cieli” (n. 114) [1]. È chiaro che si tratta di un pensiero assolutamente contrastante con la concezione biblica. Altri detti o loghìa di questo apocrifo risultano incomprensibili o almeno enigmatici: “Gesù disse: “Beato il leone mangiato da un uomo: diverrà uomo; maledetto l’uomo mangiato da un leone: l’uomo diverrà leone” (n. 7).[2] È evidente che questi vangeli gnostici non sono stati nascosti dalla Chiesa perché raccontavano la vera storia di Gesù, ma sono stati esclusi dal canone in quanto in contrasto con tutte le fonti storiche più antiche. Un altro frammento ermetico è il n. 22: “Allorché dei due farete uno, allorché farete la parte interna come l’esterna, la parte esterna come l’interna e la parte superiore come l’inferiore, allorché del maschio e della femmina farete un unico essere, sicché non vi sia più né maschio, né femmina … allora entrerete nel Regno”.[3] L’antropologia gnostica che si ricava dal vangelo di Tommaso si può così riassumere: c’è un regno della luce, con spiriti divini, contrapposto al mondo materiale, che è malvagio. Il sesso è considerato dunque un male e viene condannato il ruolo della donna in quanto, generando figli, imprigiona nuovi spiriti nei corpi. Solo pochi privilegiati, i filosofi gnostici, grazie alla sola conoscenza, potranno liberarsi dal mondo materiale malvagio.[4] Come si vede questo apocrifo di Tommaso è una miscela di panteismo e politeismo con mitologie di derivazione iraniana, egiziana, neoplatonica, mescolate con alcuni detti (loghia) di derivazione sinottica.

Anche il vangelo gnostico di Filippo riprende l’impostazione dualista sull’origine del mondo, per cui la materia viene svalutata come origine del male. Leggiamo due passi: «L’anima è una cosa preziosa posta in un corpo spregevole»”[5]. “Il mondo ebbe origine da una trasgressione (errore). Colui infatti che lo ha creato, voleva farlo incorruttibile e immortale, ma fallì e non realizzò quanto sperava. Poiché l’incorruzione del mondo non esisteva, non esisteva l’incorruzione di colui che creò il mondo.[6] La Scrittura ci ha abituati a ben altri concetti e ragionamenti! C’è proprio un abisso incolmabile tra la mentalità semitica dei contemporanei di Gesù e il vangelo gnostico di Filippo. Quest’ultimo apocrifo è diventato celebre a livello divulgativo perché definisce Maddalena come “amica” di Gesù. E nel suo celebre romanzo Il Codice da Vinci, Dan Brown ha fatto credere che il termine “koinonos” sia ebraico e significhi “sposa”. Invece è un termine greco e significa “amica”.

In conclusione le “verità nascoste” dei vangeli apocrifi sono le presunte verità della filosofia gnostica, sul cui valore deve pronunciarsi il lettore.

Marco Fasol è laureato in filosofia all’Università Cattolica di Milano e diplomato in scienze religiose allo Studio Teologico San Pietro Martire di Verona. Ha scritto Il Codice svelato (2006), I Vangeli di Giuda (2007. 2023), Eros greco ed Amore cristiano. Furono davvero opposti? (2011), Luce dal sepolcro. Indagine sull’autenticità della Sindone e dei vangeli (2015), Gesù e la Sindone. Risposte scientifiche alle domande dei giovani (2020), entrambi questi ultimi scritti con Emanuela Marinelli.

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[1] I Vangeli gnostici, a cura di Luigi Moraldi, Adelphi, Milano 1994, pag. 20.
[2] I Vangeli gnostici, op. cit. pag. 6.
[3] I Vangeli gnostici, op. cit. pag. 9.
[4] Cfr. Emanuela Marinelli – Marco Fasol, Luce dal Sepolcro, Fede e Cultura, Verona, 2015, p. 192.
[5] I Vangeli gnostici, op. cit.p. 53..
[6] I Vangeli gnostici, op. cit. p. 67.

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