
di Ignacio Rojas Gálvez
traduzione di Fabrizio Iodice
EDB
«Le immagini letterarie che appaiono nella Bibbia sono suggestive, ma a volte anche inquietanti. Non pochi lettori restano sconcertati davanti a certi simboli biblici, che risultano loro incomprensibili. Per questo, non deve meravigliare che negli ultimi anni sia cresciuto l’interesse per lo studio approfondito delle immagini impiegate dagli scrittori biblici allo scopo di conoscerne le origini, il loro significato e il loro utilizzo nel mondo biblico ed extra biblico.
Nell’ambito delle immagini bibliche occupano un posto a parte i simboli apocalittici. Tra tutti i testi biblici, non c’è dubbio che quello dell’Apocalisse sia uno dei libri più ricchi di simbolismo e, forse proprio per questa ragione, il più difficile da interpretare. Di per sé, le difficoltà che presenta l’ultimo libro della Bibbia cristiana giustificherebbero la preparazione di una monografia per la spiegazione del contenuto del testo; tuttavia, questo libro non vuole essere un nuovo commentario all’Apocalisse. Quest’opera, invece, si propone di mettere a disposizione del lettore una serie di strumenti che possano essergli utili per introdursi nel mondo apocalittico e che lo aiutino a conoscere l’origine, il significato e le interpretazioni dei principali simboli che vi compaiono.
Per affrontare il compito di conoscere i simboli dell’Apocalisse è necessario tenere presenti i contributi offerti dalle diverse scienze moderne, in particolare dalla storia e dalla sociologia. Da un lato, è necessario risalire alle oscure origini della letteratura apocalittica giudaica al fine di conoscere l’ambiente vitale e letterario nel quale nacquero i simboli apocalittici e comprendere in quale maniera furono recepiti dai loro primi destinatari e dai loro interpreti successivi, da quando il libro fu scritto fino a oggi. E, dall’altro, è importante considerare l’oggi del lettore attuale e in che modo egli possa interpretare un simbolo distante duemila anni.
Inoltre, siccome trattiamo di simboli che riceviamo in forma scritta e in un testo religioso, accanto a questa prospettiva storico-sociale – legittima, ma non esente da limiti – sono utili gli approcci che studiano il simbolo come mezzo letterario ed espressione del fatto religioso. Per tale motivo, vanno considerati i contributi offerti dagli studi provenienti dalla letteratura e dalla fenomenologia delle religioni.
La seconda parte del volume, dal titolo «Quali sono gli aspetti centrali del tema?», inizia introducendo le chiavi fondamentali per la comprensione dell’apocalittica, il movimento sociale sorto intorno a essa e le idee essenziali del pensiero apocalittico. Dopo aver presentato lo sviluppo storico che conduce dall’Antico al Nuovo Testamento, il lettore è condotto alle «apocalissi» del Nuovo Testamento per analizzare il modo in cui i cristiani delle origini percepivano questo simbolismo. Concluso il percorso storico, la tappa seguente mostra la natura del simbolo e la sua funzione, presentando le tecniche simboliche impiegate dall’autore del libro dell’Apocalisse, classificando i simboli più rilevanti e illuminandoli per mezzo di chiavi interpretative. L’analisi dettagliata di un simbolo ricavato dal libro dell’Apocalisse, poi, aiuta ad avere una visione complessiva. Infine, l’ultimo capitolo di questa parte spiega in maniera succinta le correnti di pensiero sorte alla luce dell’interpretazione del simbolismo che appare nel testo.
La terza parte, così come indica il suo titolo («Questioni aperte nel dibattito attuale»), cerca di rispondere a domande del tipo: come sono percepiti questi simboli oggi? Qual è il loro influsso culturale? Nel rapporto esistente tra apocalisse e cultura, il lettore trova una parte dedicata all’analisi del cinema apocalittico e i suoi punti di contatto con il testo biblico.
L’ultima parte, dal titolo «Per approfondire», esamina temi collegati all’interpretazione dei simboli del testo, principalmente quelli che si riferiscono ai movimenti apocalittici attuali.»