
Nel libro Lei usa la storia di Roma anche per parlare degli aspetti meno noti dell’antico mondo romano e delle curiosità meno conosciute: vuol farcene qualche esempio?
Nel libro descrivo tantissimi di questi aspetti meno noti, ve ne faccio qui qualche esempio molto vario. La simbologia dell’aquila, animale che si vede spessissimo associato all’antica Roma deriva dalla credenza secondo cui l’aquila fosse l’unico animale che potesse guardare il sole senza distoglierne lo sguardo e quindi era considerato un simbolo di forza e potere; oppure i cippi che nelle strade romane indicavano le miglia mancanti alla destinazione successiva e quante miglia si erano percorse fino ad allora erano gli antenati dei nostri moderni GPS (per la prima volta nella storia dell’umanità grazie a queste indicazioni si sapeva sempre dove si era e quanto mancava alla fine del viaggio o della tappa); il famoso gesto del pollice in su o in giù esibito alla fine dei combattimenti gladiatori non fu mai usato; l’onnipresente corruzione dei politici (certe cose purtroppo non cambiano mai!); al di là di quello che si può vedere nei film, i Romani non avevano tatuaggi; andare in bagno alla romana era (o sarebbe stata almeno per noi!) un’esperienza nauseabonda; il razzismo come lo conosciamo noi, ovvero discriminare qualcuno per il colore della pelle, era completamente sconosciuto al tempo dei Romani; quando si aprono le porte di ingresso non ci si domanda mai perché esse si aprano tutte verso l’interno e mai verso l’esterno. Questa usanza deriva proprio dagli antichi Romani perché se una porta si fosse aperta verso l’esterno avrebbe occupato suolo pubblico a fini privati e questo non era consentito…
Nell’immaginario collettivo, forse più di tutte le antiche vestigia romane giunte sino a noi, il Colosseo incarna la grandiosità della civiltà e dell’impero romani; in pochi tuttavia si soffermano a riflettere su quante persone vi abbiano trovato la morte.
L’arena parzialmente ricostruita del Colosseo a volte diventa teatro di proposte di matrimonio durante i tour guidati: mi è capitato di sentire diverse volte queste storie. Quando però gli aspiranti sposi si dichiarano amore eterno proprio lì, lo fanno in uno dei luoghi meno indicati del pianeta. L’arena del Colosseo, infatti, ha visto morire un numero straordinariamente alto di persone e di animali durante la sua lunga storia ed è certamente uno dei luoghi meno romantici del mondo. È impossibile sapere con esattezza quante persone siano state uccise nel Colosseo ma si parla di un qualunque numero tra i 250.000 e il mezzo milione. Oggi io credo che i visitatori che affollano il Colosseo siano morbosamente attratti dalle storie truculente che si possono leggere riguardo gli spettacoli o dalla voglia di ripercorrere la storia che, seppur piena di errori, possono vedere in tanti film e non realizzano pienamente e coscientemente come quegli spettacoli erano terribilmente reali e quanta gente abbia incontrato la morte in tanti modi orrendi fra quelle rovine. Sappiamo che quando il Colosseo venne inaugurato nell’80 d.C., ci furono 100 giorni consecutivi di spettacoli e che, stando alle fonti antiche, solo durante quei 100 giorni furono uccisi 5.000 gladiatori e 9.000 bestie selvagge. È vero che si trattò di un evento straordinario (in media infatti si avevano spettacoli una o due volte al mese) ma se consideriamo che l’ultimo spettacolo gladiatorio si tenne nel 438 d.C. e l’ultima caccia nel 523 d.C., questo ci dovrebbe dare l’idea di quante persone ed animali vennero uccisi nel Colosseo…
La Colonna Traiana se ne sta lì nella sua grandezza irraggiungibile sin dal 113 d.C.: cosa la rende così straordinaria?
La Colonna Traiana da sola vale una visita a Roma, anche se si arriva dall’altra parte del mondo. Essa non soltanto è uno dei monumenti antichi romani meglio conservati al mondo ma il fregio che la decora lungo tutto il suo fusto (e che se ‘srotolato’ arriverebbe a 200 metri!) è uno dei capolavori della scultura di tutti i tempi. Non solo questo. Fu l’unico monumento per cui alcuni secoli fa venne eccezionalmente emanata una legge per cui non la si poteva smantellare ma la si doveva lasciare così com’era, tanto era (ed è) eccezionale. La sua altezza, pari a 100 piedi romani, ossia quasi 30 metri senza il basamento e la statua che oggi la sormonta, equivaleva all’altezza della sella (una collinetta) che univa le pendici del Quirinale a quelle del Campidoglio e che venne rimossa per ricavare la spianata destinata ad accogliere tutto l’insieme del foro di Traiano. Solo questo dato ci dà l’idea della grandiosità del progetto e di quanto lavoro ci fu dietro solo per creare lo spazio necessario per il foro e le sue costruzioni. Conosciamo questo dettaglio grazie all’iscrizione che si trova ancora in situ sopra la porta di ingresso al basamento della colonna. Oltre a ciò i rilievi della Colonna ci parlano ancora a distanza di secoli non solo delle guerre intraprese da Traiano per sconfiggere i Daci (abitanti di quella che è l’attuale Romania, paese che prende il nome proprio da Roma) ma soprattutto della tenacia, della determinazione, della perfetta organizzazione militare e non, della volontà ferrea dei nostri antenati oltre a farci conoscere tantissimi dettagli della vita passata preziosissimi per noi. Essa è una vera e propria ‘colonna’ del nostro passato.
Quali parallelismi è possibile stabilire fra il nostro mondo attuale e quello antico?
Nel libro traccio diversi parallelismi tra l’antico mondo romano e quello odierno, alcuni dei quali sono assolutamente sorprendenti. Molto spesso si tende a considerare il mondo antico come lontanissimo da noi. Se certamente questo è vero in termini temporali non lo è affatto se consideriamo la grande influenza che quell’antico mondo ancora esercita sulla nostra vita. Una buona parte dei nostri princìpi, il modo in cui percepiamo noi stessi e il nostro ruolo nel mondo, una parte dei nostri pensieri e delle nostre concezioni derivano proprio da quell’antico passato. Sono tanti i parallelismi che si possono fare. Tanti aspetti della vita quotidiana e della vita delle persone, pur in una differente cornice temporale, erano esattamente gli stessi. Anche allora molte persone, come diremmo oggi, avevano difficoltà ad arrivare a fine mese con tutti i problemi relativi, anche allora quando non ci si conosceva per rompere il ghiaccio si tendeva a parlare del tempo, anche allora si spettegolava moltissimo o si era preoccupati per il futuro dei figli. Molte dinamiche legate al potere erano esattamente le stesse che possiamo riscontrare oggi nelle moderne democrazie o nelle dittature (quando si considera la vita sotto gli imperatori): i politici che promettevano di tutto pur di essere eletti o che distribuivano i biglietti per gli spettacoli tra i loro potenziali sostenitori per ricavarne un guadagno in termini elettorali o l’imperatore che alla fine della giornata di giochi al Colosseo distribuiva la carne degli animali uccisi agli spettatori meno abbienti per mostrare la sua generosità (quando invece, insieme con tutta l’organizzazione dei giochi, era solo un modo molto intelligente e ripetuto in altre forme ancora oggi nelle dittature, per ‘controllare’ il popolo). Alla fin dei conti, il nostro mondo moderno non è in assoluto migliore o peggiore rispetto a quello antico (seppur per certi aspetti quello antico sembra sorprendentemente essere più avanti del nostro) ma è solo diverso. Le sue radici però si ritrovano in quello antico e l’indagare queste radici non è solo affascinante ma ci porta alla comprensione di noi stessi.
Mauro Poma, laureato in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico e Archeologico e in Scienze Politiche, fa la guida turistica a Roma. È autore di un libro dedicato al Colosseo (Alla scoperta del Colosseo, 2017, tradotto e aggiornato nella versione inglese Discovering the Colosseum, 2021)