
Bertone, che oggi conosciamo tutti come il patron dell’acqua Sant’Anna, la minerale naturale più venduta in Italia, nasce, professionalmente parlando, come costruttore e venditore di immobili, di case, attività che tuttora non ha del tutto abbandonato. Ma pensare che, presa dal niente – perché la società che aveva cominciato a gestire la fonte di Vinadio stava crollando su se stessa prima ancora di partire – l’acqua Sant’Anna sia diventata leader italiana nell’arco di soli dieci anni, fa un certo effetto e dà il senso di un’avventura straordinaria. Entrare nel mercato delle acque minerali era un pallino del papà di Alberto, Beppe, notissimo costruttore torinese, che inaspettatamente, chiese al figlio di occuparsi della società nella quale era confluito per sfruttare una buonissima acqua di montagna, a 1500 metri, nel vallone dell’Ischiator, oltre Demonte, in provincia di Cuneo. Alberto non ne voleva sapere, voleva fare il costruttore, altro che acque minerali. Ma cominciando ad occuparsene è nata una passione, sempre più coinvolgente…
Come si sviluppa la storia dell’acqua minerale naturale oggi leader in Italia?
L’acqua era buonissima, le analisi ne avevano rivelato caratteristiche ineguagliabili dal punto di vista del residuo fisso, il sodio, i nitrati eccetera, tanto da poterla definire un’ acqua ideale per l’alimentazione dei neonati, ma non si vendeva! Bertone, che subito ha puntato sulla grande distribuzione, ha trovato tante porte chiuse, troppa concorrenza, acque di multinazionali, acque locali, le bottiglie rimanevano in stabilimento. Poi, la decisione persino di regalare grandi quantitativi di acqua nei supermercati pur di farla assaggiare ai consumatori, confidando sulla straordinaria qualità di quel prodotto. Poi è arrivata la pubblicità in televisione, con il Gabibbo e le veline, le costose telepromozioni con Mike Bongiorno, con Gerry Scotti, quelle sulla Rai, e soprattutto, la contestatissima pubblicità comparativa per dimostrare, con i numeri, che quell’acqua era insuperabile. Una decina di cause, tutte vinte! È un crescendo che consacra l’acqua Sant’Anna nella grande distribuzione e nell’apprezzamento dei consumatori sino a diventare leader nazionale nel 2006. Una posizione di classifica che mantiene tuttora.
Qual è la ricetta del successo dell’acqua Sant’Anna?
Aver puntato e scommesso sempre sulla qualità del prodotto e aver sfruttato a dovere i migliori strumenti della comunicazione al consumatore, attraverso una pubblicità fondata non sui testimonial ma su elementi veri, fattuali, della bontà dell’acqua Sant’Anna. E poi, dal punto di vista industriale, la ricetta è stata l’alta automazione dei processi produttivi sostenuta dal lavoro di collaboratori che Bertone considera fantastici, dipendenti ma loro stessi imprenditori per la parte di lavoro loro assegnata in azienda.
Quali problemi ha dovuto superare?
Quello fondamentale, da superare, è stato la difficoltà a farsi conoscere. Ma quando questo ostacolo è stato scavalcato l’acqua Sant’Anna ha sbaragliato il campo, pur avendo scelto una posizione non da primo prezzo. La forza è stata avviare strategie e diversificazioni in altri comparti che hanno sostenuto e valorizzato la crescita della notorietà dell’acqua.
I custodi della sorgente rappresenta il primo titolo della nuova collana La bellezza dell’impresa di Rubbettino: quali gli obiettivi della neonata avventura editoriale?
Far apprezzare un’altra avventura, quella imprenditoriale. Ma in un modo originale, utilizzando le storie di imprenditori e imprese come soggetti di romanzi, così come da sempre si leggono libri che raccontano le avventure di poliziotti o commissari, ad esempio. La sfida che la serie di romanzi che viene pubblicata da Rubbettino vuole giocare è portare le storie di imprenditori, già ne esistono, dagli scaffali dell’economia e della saggistica a quelli della narrativa, per affascinare all’imprenditoria un numero sempre più ampio di lettori.