Ambientati nella Napoli contemporanea, i romanzi hanno come protagonista l’ispettore Giuseppe Lojacono, interpretato nella fiction da Alessandro Gassman. Lojacono, trasferito a Napoli dalla Sicilia perché ingiustamente accusato da un pentito di aver collaborato con la mafia, è un investigatore solitario e acuto per il quale il proprio mestiere rappresenta una vera e propria vocazione: “Aveva appreso, col tempo, che seguire l’istinto non era altro che dare ascolto a una parte del pensiero che continuava a lavorare sotto il limite della coscienza. E spesso, proprio per questo, era il pensiero migliore, quello che poteva concentrarsi senza le distrazioni del mondo esterno.”
Quando Lojacono entra a far parte del commissariato di polizia di Pizzofalcone si trova di fronte a una situazione caotica: quattro agenti sono stati implicati nel traffico di droga e quindi sono stati allontanati dal commissariato a cui invece sono stati assegnati una serie di nuovi membri che sembrano essere gli scarti degli altri commissariati. Sono appunto i cosiddetti “Bastardi di Pizzofalcone”, quelli “sui quali ironizzarono tutti i poliziotti della città, gli scarti delle altre strutture, alla fine erano ancora capaci di fare il proprio mestiere”. Oltre a Lojacono la squadra comprende Luigi Palma, vicequestore gioviale e dedito al lavoro, gli agenti Francesco Romano, Alessandra Di Nardo e Marco Aragona, oltre all’anziano Giorgio Pisanelli e a Ottavia Calabrese che facevano già parte del pool precedente. Ad essi si aggiunge Laura Piras, sostituto procuratore. Sono tutti personaggi pieni di contraddizioni e contrasti, chi con seri problemi famigliari, chi con una storia di violenza alle spalle: una squadra di outsider, quindi, che però dimostrerà nel corso dei vari romanzi di riuscire a concludere magistralmente le indagini.
Il primo romanzo in cui fa la sua comparsa l’ispettore Lojacono è Il metodo del Coccodrillo, pubblicato nel 2012. Il coccodrillo del titolo è un serial killer responsabile di una serie di efferati omicidi. Quando Lojacono si trova per caso sul luogo del primo delitto – un ragazzino viene trovato ucciso accanto al suo motorino – il suo istinto lo spinge a raccogliere un fazzoletto bagnato di lacrime, ignorato dagli inquirenti assegnati al caso. È così che Lojacono e gli altri “Bastardi”, in un primo momento esclusi dalle indagini perché considerati troppo inadeguati, finiscono per interessarsi al caso e ad arrivare alla cattura dell’omicida.
Nel secondo capitolo della saga, che si intitola proprio I Bastardi di Pizzofalcone, il caso è quello di Cecilia Festa, filantropa napoletana misteriosamente assassinata.
In Buio per i Bastardi di Pizzofalcone si narra del rapimento di Edoardo Cerchia, un bambino di dieci anni rampollo di una famigli di notabili napoletani.
Gelo per i Bastardi di Pizzofalcone segue le indagini di Lojacono relative all’omicidio di un giovane ricercatore e di sua sorella.
È invece l’orribile ritrovamento del cadavere di una bambina di pochi mesi in un cassonetto a dare il via a Cuccioli per i Bastardi di Pizzofalcone, quinto libro della serie, mentre in Pane per i Bastardi di Pizzofalcone ad essere assassinato è il panettiere Pasquale Granato.
Seguono Souvenir per i Bastardi di Pizzofalcone, che si incentra sull’aggressione di un ricco turista americano in vacanza a Sorrento, e Vuoto per i Bastardi di Pizzofalcone, in cui la squadra è chiamata ad indagare sulla scomparsa di un’insegnante di lettere del liceo.
L’inspiegabile omicidio di una sposa, di cui viene ritrovato solo il velo nuziale, è al centro di Nozze per i Bastardi di Pizzofalcone, mentre in Fiori per i Bastardi di Pizzofalcone l’enigma da risolvere riguarda l’uccisione Savio Niola, proprietario di uno storico chiosco di fiori.
Infine, l’ultimo “nato” della serie (in uscita a ottobre, sempre per Einaudi): Angeli per i Bastardi di Pizzofalcone. È Nando Iaccarino, un meccanico dalle mani magiche, ad essere assassinato e come sempre la famosa squadra dovrà portare avanti le indagini.
Completa la serie Vita quotidiana dei bastardi di Pizzofalcone: non un romanzo, questa volta, ma le “confessioni” dei vari componenti della squadra che si raccontano e raccontano i propri colleghi.
Infatti, benché Lojacono possa essere visto come il protagonista principale della collana, questa non è incentrata su di lui soltanto, ma anzi è la squadra del commissariato al completo a collaborare affinché i casi vengano risolti. È proprio questa caratterizzazione dei diversi personaggi, ciascuno con una propria personalità e con una specifica evoluzione nel corso dei diversi libri, a essere uno dei punti di forza della saga e in generale dello stile di De Giovanni. All’estremo successo tra i lettori ma anche tra i critici ha probabilmente concorso anche l’ambientazione. Se è vero che quella descritta è necessariamente la Napoli oscura dei delitti e dei delinquenti, è altrettanto vero che De Giovanni, che conosce profondamente il territorio di cui parla, evita ogni stereotipo e riesce a ricreare una Napoli sfaccettata e complessa, una città “diffidente, umida e oscura, sempre più celata e meno decifrabile di come sembrava. […] Una città che ti scappava fra le dita facendosi liquida o evaporando all’improvviso”.
Ma i romanzi della serie sono prima di tutto dei gialli e come tali vanno goduti: intreccio, suspense, talvolta violenza sono gli ingredienti che li rendono avvincenti e in definitiva piacevoli da leggere. Come confessa De Giovanni in un’intervista, “I gialli hanno il coraggio di guardare in faccia la strada e raccontarla per com’è. Ma, soprattutto, indagano quelle alterazioni dei sentimenti che portano ai delitti: è una dinamica che ci interessa perché riguarda ognuno di noi. Il seme dell’omicidio è infatti radicato nell’animo umano”.
Silvia Maina