“Gaslighting. La più subdola tecnica di manipolazione psicologica” di Lorita Tinelli, Mara Scatigno e Lorenzo Puglisi

Dott.ssa Lorita Tinelli, Avv. Mara Scatigno e Lorenzo Puglisi, Voi siete autori del libro Gaslighting. La più subdola tecnica di manipolazione psicologica pubblicato dalle Edizioni Giuridiche Oristano: quanto è concreto, per ciascuno di noi, il rischio di manipolazione mentale?
Gaslighting. La più subdola tecnica di manipolazione psicologica, Lorita Tinelli, Mara Scatigno, Lorenzo PuglisiLorita Tinelli: Il rischio di essere manipolati è dietro l’angolo. Tutti quanti, in particolari momenti di fragilità siamo sensibili a certi stimoli. Questo perché alcuni stimoli scatenano una sorta di “scorciatoia mentale”, una procedura automatica che non rispetta tutti i passaggi del ragionamento logico. Tali euristiche sono alla base di tutti i nostri comportamenti basati sulle scelte emotive che ci portano dall’acquisto di un oggetto inutile all’adesione a filosofie e ideologie dannose. Non c’è cultura o ceto sociale che tenga e che possa difenderci da simili insidie, specialmente quando ci troviamo in un momento di estrema fragilità. Questo periodo storico, per esempio, mostra come questo rischio sia diventato concreto. L’incertezza del momento, l’instabilità economica e sociale, derivata prima dalla pandemia e poi dalla guerra, sono diventati un ulteriore motivo di fragilità collettiva e di bisogno delle certezze promulgate dai vari ciarlatani e guru. Alcuni gruppi millenaristici, come per esempio i Testimoni di Geova, incalzano, in questo momento, un diffuso allarmismo e sollecitando, con le loro profezie bibliche sugli ultimi segni della fine del mondo, un sorta di isteria di massa tra i propri seguaci. Secondo Gilbert K. Chersterton il modo migliore per amare qualcosa o qualcuno è pensare al fatto che si potrebbe perderlo. Di qui il concetto di ‘scarsità’ dello psicologo sociale Robert Cialdini, secondo cui le persone sembrano più motivate ad agire quando spinte dal timore di una perdita. Secondo gli psicologi sociali, quindi, si possono generare pressioni sociali non necessariamente confinando le persone e sottoponendole a torture fisiche. La manipolazione mentale è una metafora che descrive una forma di subordinazione indotta che ha l’obiettivo di perseguire l’utile personale del persuasore. Tanto più si incontra una fragilità da una parte e un bisogno di esercitare il proprio potere dall’altra, tanto più tale processo sortirà degli effetti.

Come si manifesta la comunicazione fallace?
Lorita Tinelli: Fallacia deriva dal latino fallere, che significa ingannare, persuadere l’interlocutore. Nella comunicazione fallace il ragionamento del persuasore sembra essere corretto, ma a una più attenta analisi si scopre che esso è in realtà sbagliato; si tratta dunque di argomentare in maniera persuasiva di contenuti erronei.

La comunicazione fallace oltre che ad ingannare serve a manipolare la percezione di chi l’ascolta, a seconda delle finalità dell’emittente. Molto spesso viene anche utilizzata nel dibattito politico, mediante un meccanismo di distorsione e distrazione. Viene cioè presentata una tesi con qualche attinenza con quella che si vuole attaccare ma in maniera esagerata tanto da distrarre e condurre la discussione sulla versione di comodo dell’argomento avversario.

Una delle comunicazioni fallaci molto utilizzata negli ambienti totalitari è la fallacia ad hominem (attacco alla persona). Essa consiste in un ragionamento in cui per negare una tesi si attacca la persona che la sostiene, mettendo in dubbio la sua credibilità.

Quali forme assume la comunicazione manipolatoria?
Lorita Tinelli: L’illusione che il comunicatore manipolativo vuole dare al suo interlocutore è quella di essere autonomo nelle scelte, una sorta di concessione di un margine di libertà personale, in modo che questi possa sentire di aver scelto liberamente ciò che viene considerato importante dal persuasore. In tal modo lega sempre più la propria vita al manipolatore, finendo per percepirla secondo le stesse modalità di quest’ultimo.

In cosa consiste la tecnica del gaslighting?
Avv. Lorenzo Puglisi: Il gaslighting è una delle tattiche di manipolazione più utilizzate da soggetti narcisisti, psicopatici o sociopatici. L’obiettivo è quello di far dubitare la persona della propria sanità mentale instillando il dubbio di quanto la stessa percepisca attraverso i propri sensi. La persona non crede più a se stessa mettendo in discussione la propria percezione della realtà e la capacità di distinguere tra realtà e finzione. Si tratta, quindi, di un metodo di controllo estremo: il manipolatore ha il totale dominio sulla mente della vittima designata, perché se non può fidarsi della propria percezione della realtà l’unica cosa che può fare è basarsi su quanto le viene indicato dalla propria figura di riferimento.

Tale risultato si ottiene attraverso molteplici modalità che variano a seconda del tipo di manipolatore. Una delle condotte più frequenti è rappresentata dalla negazione della realtà. I narcisisti hanno una propensione innata a mentire in maniera credibile, infatti a differenza delle persone normali che hanno una coscienza e che quindi quando mentono non si sentono a loro agio perché percepiscono di fare qualcosa di scorretto, e questo li limita e gli provoca una reazione di sconforto e di resistenza interna, un sociopatico, narcisista o psicopatico non ha assolutamente una simile reazione interna. Non sente nulla quando mente, perché per lui dire il vero o il falso provoca la medesima sensazione e cioè il nulla.

Una dinamica a cui i gaslighter fanno spesso ricorso è negare i fatti e di conseguenza l’evidenza: quando li si mette davanti a un fatto, del tipo “ma tu hai detto che avresti fatto così e invece stai facendo cosà” loro porteranno delle giustificazioni che possono apparire anche insensate, ma le diranno con una tale naturalezza che ci si sente come se non si possa dire nulla in contrario. In realtà stanno mentendo.

Quali ulteriori declinazioni assume la violenza psicologica?
Avv. Mara Scatigno: La violenza psicologica può assumere molteplici modi di manifestarsi. Quella più immediatamente evidente si fonda sull’utilizzo di un registro linguistico dominante e denigrante: il caso topico è quello del partner che si rivolge alla propria compagna in modo sprezzante per umiliarla nel profondo (“sei una bestia”, “mi fai schifo come mangi”, “sei una nullità”, “inginocchiati e chiedimi umilmente scusa”, “sei pazza”, “sei ingrassata. Vergognati per come sei diventata”, “sei una fallita”, “tu non devi pensare, devi ubbidire, cretina!”) Il repertorio di frasi svalutanti è tanto vasto quanto inquietante. In via di prima approssimazione potrebbe apparire impensabile che una persona possa tollerare oltremodo tali svalutazioni eppure, chi è impastoiato in meccanismi malsani di violenza psicologica, continua, giorno dopo giorno, ad incassare offese ed ingiurie. Più le incamera e più l’abusante si sentirà autorizzato ad alzare l’asticella di gravità degli improperi.

Un’altra tipologia di violenza psicologica, in via di prima approssimazione, si declina nel silenzio punitivo: una condotta che si sostanzia nell’ignorare una persona affinché patisca i dolori legati alla mancata conoscenza della causa dell’ indifferenza. In questo scenario s’inserisce il ghosting.

Un’ulteriore manifestazione di abuso psicologico può ravvisarsi nei primi stadi di alcune “relazioni tossiche amorose”: si pensi a quel comportamento diretto a palesare il proprio interesse (e la propria presenza), nei confronti dell’altro, ad intermittenza, con l’unico fine di creare confusione sulla reale natura del rapporto intrapreso: si creano aspettative nel potenziale partner ma nel contempo non le si alimentano, lasciando un’idea vaga di impegno affettivo al quale l’abusato si aggrappa. Quello stato di indeterminatezza, volutamente cercata e sfruttata dal manipolatore, crea le condizioni per innescare nella vittima meccanismi di succubanza nel lungo termine. Questo perché se la vittima è disposta a tollerare le prime mancanze di rispetto, sarà poi potenzialmente candidata a sopportare situazioni equivoche ancora più spiacevoli.

La violenza psicologica è rintracciabile anche nel c.d. pettegolezzo strumentale: cioè nella mistificazione di alcune dinamiche private che vengono inventate e diffuse (da ex partner, da amici, da familiari o da colleghi) esclusivamente per minare la credibilità, la reputazione e la fiducia di una persona che, così, martoriata psicologicamente si vede costretta a subire l’onta della disapprovazione sociale.

Tra le ulteriori forme di abuso emotivo (in verità sono tantissime sicché quest’ultima non conclude la casistica esistente) non può non menzionarsi il tradimento di cui la menzogna si fa portatrice: mentire, manipolare, falsificare le dinamiche affettive per consentirsi una o più possibilità di “sfogo o di svago” sono forieri di implicazioni destabilizzanti per il tradito che si troverà intrappolato tra il bisogno di sapere “quale realtà non sia falsità.” E mentre intraprenderà un percorso per scoprirla, si tribolerà all’idea di non sapere più quali siano le vecchie certezze e le nuove incertezze.

In che modo la violenza psicologica si esprime anche in famiglia?
Avv. Mara Scatigno: La violenza psicologica in famiglia probabilmente è la più destabilizzante perché spiegarla all’esterno non è agevole in ragione della difficoltà di comprenderla per chi vive in un nucleo domestico fisiologico e al riparo da condotte abusanti. Non può concepirsi che sia possibile che il focolare domestico possa tramutarsi in un luogo sinistro, foriero di oscurità. Ed invece tale eventualità è più frequente di quanto si possa immaginare.

I maltrattamenti invisibili (alias la violenza psicologica) possono avvenire tra coniugi ma anche tra genitori e figli. A titolo esemplificativo, si pensi al genitore che svaluti il figlio, mortificandolo con paragoni inopportuni (“tuo cugino a scuola ha preso voti più alti, tu sei un fallito, non combinerai mai nulla nella vita”) o trattandolo come valvola di sfogo in ragione delle frustrazioni legate alla propria esistenza insoddisfacente (“non dovevi nascere, mi hai rovinato la vita”). O viceversa, come strumento di proiezione dei propri desideri e aspirazioni, compromettendo la possibilità che il figlio/a possa liberamente esprimere la sua personalità, compatibilmente con le sue attitudini.

Altra forma di abuso emotivo si sostanzia in quel comportamento (estremamente egoista) di invadenza teso a boicottare la relazione sentimentale del figlio (o figlia) per il timore che “venga portato via da casa” dal partner. Il genitore colpevolizzante tenta di manipolare la prole: incutendole pietà, fingendo gravi stati di malessere, persuadendo il figlio che la scelta di quella compagna sia sbagliata, lamentando di non voler essere “abbandonata”. Non di rado potrà accadere che la prole, messa alle strette, si potrà vedere costretta a scegliere il genitore, soffocando ogni aspirazione di vita sentimentale stabile.

Quanto sono vulnerabili i nostri pensieri a fronte di elementi di suggestionabilità?
Lorita Tinelli: Purtroppo molto fragili dinnanzi ad un abile manipolatore. C’è una vasta letteratura che spiega come una persona in un contesto suggestivo diventi incapace di distinguere ciò che realmente accaduto da ciò che è frutto della sua immaginazione e dell’influenza del contesto pressante.

Un esempio interessante è quello di Donald Thomson, un esperto di testimonianza oculare, che fu accusato di violenza dopo essere apparso in un’intervista televisiva australiana. A seguito di indagini, si scoprì che la sua accusatrice stava guardando un programma televisivo quando il vero stupratore era entrato in casa sua. La vittima ricordava quindi correttamente quel volto in quello specifico momento, ma lo aveva attribuito alla persona sbagliata. Questo è un chiaro esempio di come la nostra mente spesso mente. L’esperta di memoria Elisabeth Loftus ha eseguito diversi esperimenti sull’affidabilità delle testimonianze oculare, evidenziando come non solo esista un processo di elaborazione costruttiva che permette di organizzare e rimodellare i ricordi, ma che questo processo, se sollecitato in maniera suggestiva da altri, porta a riorganizzare la memoria a seconda della volontà del persuasore di turno, con quella pratica che si chiama ‘induzione di falsi ricordi’. Questa è spesso alla base di falsi ricordi di abusi nell’infanzia.

Come è possibile difendersi dalle varie forme di manipolazione mentale?
Avv. Mara Scatigno: Nella conclusione del libro “Gaslighting. La più subdola tecnica di manipolazione” si sintetizza il modo in cui si potrebbe sventare la manipolazione: diventare guardinghi, essere dediti a non recepire passivamente la “rappresentazione” della realtà che viene propinata, non lasciarsi sensibilizzare da suggestioni esterne, verificare la veridicità di un’informazione, modulare la fiducia in piccole concessioni, diffidare di narrative diffamatorie (poiché le critiche squalificanti non sono mai animate da intenti costruttivi bensì sottacciono ragioni personali, spesso ritorsive), essere più lucidi e consapevoli nell’attribuzione di torti e ragioni.

I meccanismi mistificatori sono ovunque: per esempio, la collocazione dei prodotti alimentari all’interno dei supermercati rispondono a precise logiche di “orientamento” dei comportamenti dei consumatori; parimenti, l’utilizzo di un preciso colore per alcuni social network è stato pensato in ragione delle implicazioni psicologiche che si verificano sull’internauta; e ancora, il ricorso strategico alle fake news è una forma di compromissione della genuinità dell’informazione che si pone come fine ultimo quello di manipolare il consenso su un dato evento o fatto; altresì l’uso di metodi di riprogrammazione dell’inconscio da parte di un manipolo di professionisti (esistenti dietro ai social network) esperti in tecniche di persuasione applicate alla tecnologia diventa un ulteriore occasione per manipolare, ecc.

Non è forse possibile difendersi da ogni tipologia di manipolazione esistente, ma è necessario dotarsi dell’armamentario giusto per combatterne quante più forme possibili.

Lorenzo Puglisi, avvocato del foro di Milano, è specializzato in diritto di famiglia e diritto minorile. Nel 2009 ha fondato SOS Stalking (www.sos-stalking.it), primo sportello telematico in Italia a fornire assistenza legale e psicologica alle vittime di atti persecutori. Negli anni ha collaborato con diversi portali web e testate giornalistiche del gruppo RCS e QN, nonché con “Vanity Fair” e “Donna Moderna”. Ha pubblicato Con te ho chiuso insieme a Elena Giulia Montorsi (Feltrinelli, 2013) La prepotenza invisibile insieme a Luciano Garofano (Infinito, 2016) e Soltanto mia insieme a Elena Giulia Montorsi (Mondadori, 2020).

Mara Scatigno, avvocato del foro di Bari e dal 2019 docente a contratto di Diritto penale presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università Telematica Pegaso. Specializzata presso la Scuola di specializzazione per le professioni legali nel 2013, è molto attiva in attività convegnistiche formative per avvocati, psicologi e forze dell’ordine su tematiche che concernono la manipolazione psicologica e la violenza domestica (nelle sue molteplici declinazioni). Dal 2017 collabora con la casa editrice Dike per alcune pubblicazioni giuridiche in materia di diritto penale, da ultimo – in qualità di coautrice – per il manuale Magistratura 2021. Elaborati sintetici in 4 ore. Civile – penale – amministrativo a cura di Francesco Caringella, Angelo Salerno, Olga Toriello. Nel 2021 ha collaborato con la casa editrice Giuffrè – in qualità di coautrice – per il manuale Temi di diritto civile, penale amministrativo. Prova scritta concorso magistrato a cura di Dario Simeoli. Nel 2021 è stata inoltre docente nel Webinar Live Guida alla redazione dell’elaborato sintetico del concorso in magistratura ordinaria e nel webinar live Preparazione al concorso in magistratura per la materia del diritto penale, per conto della Giuffrè Francis Formazione. Ha partecipato a trasmissioni televisive in veste di legale su tematiche legate alla violenza di genere e al bullismo.

Lorita Tinelli, psicologa ad indirizzo clinico e di comunità, criminologa ed esperta conoscitrice delle dinamiche settarie e delle tecniche di persuasione intensa, ha fondato il Centro Studi Abusi Psicologici (www.cesap.net) nel 1999, con l’intento di studiare e informare sulle logiche delle tecniche di indottrinamento spesso utilizzate da guru e culti distruttivi e soprattutto di sostenere e recuperarne le vittime. Tra le sue pubblicazioni più significative, Tecniche di Persuasione tra i Testimoni di Geova (Casa Editrice Vaticana, 1998), PAS Alienazione Parentale. Sindrome o Processo? (C1Vedizioni 2017).

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