
L’esploratore Robert Walton accoglie sulla sua nave, imprigionata tra i ghiacci dell’Artico, un uomo stremato e semiassiderato. Ripresosi, costui racconta la sua storia: giovane e brillante studioso di scienze naturali, Victor Frankenstein riesce a scoprire il segreto della vita. Decide così di infondere la vita ad un corpo inanimato, creato da lui stesso con parti di cadaveri. L’esperimento riesce, ma Victor, terrorizzato dalla sua stessa creazione, abbandona il laboratorio. Quando vi fa ritorno, non trova più traccia della creatura.
Giunto nella natia Ginevra, Victor apprende dell’uccisione del fratellino: per tale delitto viene condannata e giustiziata un’innocente, ma Victor scopre che l’omicida è la creatura che egli ha creato. Il mostro, capace di fuggire alla giustizia degli uomini grazie alla sua prodigiosa forza e resistenza, racconta al suo creatore, durante un drammatico confronto su un ghiacciaio alpino di come, abbandonato a se stesso, fosse riuscito ad apprendere il linguaggio e i costumi degli esseri umani; ma, benché intelligente e dotato di una natura sensibile, il suo aspetto mostruoso gli aveva precluso la compagnia degli uomini. Scacciato anche dalla famiglia che aveva segretamente aiutato, il mostro, pieno di amarezza e di odio, aveva scoperto nei diari di Frankenstein il segreto delle sue origini. Per vendicarsi di Victor, aveva ucciso il fratello di lui e fatto in modo di far incolpare Justine, la giovane a servizio presso la famiglia Frankenstein.
Terminato il racconto, la creatura chiede allo scienziato, responsabile della sua infelice condizione di mostro, di creargli una compagna con la quale dividere la vita. Victor in un primo tempo acconsente: ma, ancora una volta disgustato della sua stessa opera, distrugge infine la creatura alla quale si accingeva ad infondere la vita. Per vendicarsi, il mostro uccide prima il migliore amico di Victor, Clerval, e poi sua moglie Elizabeth, nel giorno stesso delle loro nozze. Distrutto dal dolore, Victor insegue il mostro, allo scopo di distruggerlo, fino alle distese ghiacciate dell’Artico, dove viene raccolto sulla nave di Walton. Ormai privo di forze, Frankenstein muore e il mostro, salito a bordo di nascosto, annuncia a Walton la sua intenzione di uccidersi, per poi scomparire tra i ghiacci.
Il romanzo della Shelley ottenne uno straordinario successo fin dal suo primo apparire, e le numerose, sebbene assai poco fedeli, trasposizioni cinematografiche hanno contribuito notevolmente a fissare in modo indelebile la figura del mostro e del suo creatore nell’immaginario collettivo. L’Autrice ha saputo, a partire da una semplice immagine di terrore, armonizzare entro una narrazione felicemente costruita le idee e la dottrina politica del padre, William Godwin, l’eredità letteraria della madre, Mary Wollstonecraft, e gli interessi scientifici e filosofici del marito, Percy Bysshe Shelley, ricostruendo il mito di un ambivalente e passivo Prometeo distrutto dalla sua ambizione.»