“FontanHaus. Non un libro come gli altri” di Irene Licia Melloni

Irene Licia Melloni è l’autrice esordiente del romanzo FontanHaus. Non un libro come gli altri: come è nata l’idea di questo libro? E quando?
FontanHaus. Non un libro come gli altri, Irene Licia MelloniL’idea di scrivere Fontanhaus non un libro come gi altri è nata molti anni fa, proprio in quel ’99. Vedevo la fine di un millennio e moltissimi cambiamenti all’orizzonte e mi è venuta voglia di fissare tutte le trasformazioni sociali, economiche e di vita che stavamo vivendo e che stavano tramutando il mondo in modo radicale. Perché fino alla mia generazione, le differenze con quella precedente erano ancora poche.

Quindi l’ha iniziato nel ‘99 e finito nel 2022: 22 anni è un tempo lungo… È stato difficile portarlo a termine?
Veramente nel 1999 feci solo un breve schema del libro, che io chiamo “albero maestro”, poi rimase ad impolverarsi nel cassetto della scrivania fino al 2020 in pieno lockdown quando, risistemando i cassetti della scrivania dello studio di casa, ho ritrovato lo schema del libro e deciso di scriverlo. La stesura è stata veloce, immediata, quasi come se dentro di me il libro fosse già scritto.

Ci parli dei suoi personaggi: sono reali?
I Ragaz, il gruppo di amici di cui racconto le vicende nel libro, sono personaggi inventati ma l’idea di un romanzo corale, dove racconta attraverso flash le storie di alcuni amici mi è venuta guardando le storie miei e dei miei amici, anche se poi i personaggi del romanzo sono completamente di fantasia.

Quali sono i suoi autori di riferimento?
Che dire… domanda difficile dato che sono una lettrice eclettica: vado dai classici latini alla letteratura moderna; per citarvi qualcuno dei miei must, Arthur Rimbaud, Cesare Pavese, Lorenzo de’ Medici, Gustave Flaubert, Marcel Proust, Herman Melville, Ernest Hemingway, Francis Scott Fitzgerald sui classici; Enrico Brizzi, Federico Moccia, Ken Follett, Umberto Eco, Giorgio Faletti, Oriana Fallaci, Andrea Camilleri, sui moderni. E adoro i fumetti di Hugo Pratt, specialmente Corto Maltese.

Ci racconti del Borgo, sappiamo che ci vive: è anche dove ha vissuto in passato?
La mia vita è sempre stata a metà tra Genova e Cervarezza Terme, nell’Appennino Reggiano, il Borgo di cui parlo nel libro anche se non lo chiamo mai per nome, e dove da quasi 20 anni vivo. Sono stata a Londra ai tempi dell’università. Sinceramente mi sento cittadina del mondo ma amante della mia bellissima Italia.

Quali sono i suoi progetti per il futuro? Scriverà ancora?
In teoria Fontanhaus dovrebbe essere il primo libro di un trilogia, la domanda è se avrò tempo di scrivere gli altri due.

Vuol dire qualcosa ai nostri lettori?
Ragazzi, leggere è vivere.. “Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro” diceva Umberto Eco, e penso che nessuna frase sia più centrata nel definire quanto la lettura ci dia.

Ci faccia per favore un breve riassunto del suo libro.
FontanHaus. Non un libro come gli altri racconta attraverso flash rapidi e alle volte po’ ironici la vita e le emozioni di un gruppo di amici nel cuore dell’alto crinale dell’Appennino tosco-emiliano, nel periodo a cavallo tra il 1999 e il 2000, con qualche inciso che si svolge in quegli stessi luoghi negli anni ’60. Sono ragazzi qualsiasi come quelli di qualunque borgo d’Italia della fine degli anni ’90, non hanno nulla di speciale se non che i Ragaz sono una fotografia della “generazione dei Millenials”, e quindi testimoni di cambiamenti impensabili per le generazioni precedenti. Il loro mondo correva veloce verso il XXI secolo, quello hi-tec; sono stati tra i primi ad usare internet a casa, ma quelli che ancora mandavano cartoline e lettere invece che foto e selfie sui social network. Sono stati ancora adolescenti in un modo simile ai loro genitori, hanno giocato per primi a Super Mario, ma giocavano ancora a guardie e ladri. Questi ragazzi di cambiamenti ne hanno vissuti moltissimi, dalla moneta, dal modo di relazionarsi tra coetanei, al mondiale di Italia ’90 fino ai goal del Campionato Mondiale del 2006, hanno amato ancora i vecchi cinema e visto i primi film in 3d. Hanno vissuto molto, hanno amato, hanno pianto in un mondo in evoluzione rapida fino a ciò che siamo oggi, magari più saggi, più connessi, più in tempo reale… Ma sono stati gli ultimi a cui, forse, batteva più forte il cuore…

L’Autrice

Sono Irene Licia Melloni, sono nata a Genova, da una famiglia Emiliano-Genovese, ho conseguito la Maturità Classica presso l’Istituto Vittorino da Feltre di Genova nel 2001 e successivamente, all’università, ho conseguito il Bachelor of Arts with Honors In Mass Communication & Media Studies presso la Nottingham Trent University – European School of Economics a Londra, e dopo un Mini Master in Business Administration Intensive presso Management & Marketing Universal Business School di Edimburgo e poi un Master in Web e Digital Marketing a Verona. Successivamente ho conseguito un Master sulla Valorizzazione del Territorio. Dal 2006 sono imprenditrice, nell’Alto Crinale dell’Appennino Reggiano, dove vivo, e sono titolare de Il Vascello del Monsignore – Antica Acetaia dal 1770, un’antica acetaia di famiglia ereditata da mio nonno paterno, in realtà una passione, per me, prima ancora che un lavoro e un’azienda. Da anni mi dedico alla valorizzazione del mio territorio e alla ricerca storica su di esso. Nella mia vita ho, inoltre, realizzato parecchi eventi culturali e di beneficenza per vari enti benefici e no profit.

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