
La storia, ambientata nel futuro, descrive un’America inquietante, con una guerra che aleggia all’orizzonte e in cui i libri sono considerati fuorilegge. I cosiddetti “pompieri”, invece di spegnere gli incendi, sono addestrati a scovare e bruciare ogni libro rimasto in possesso della popolazione. Guy Montag, il protagonista, è lui stesso un pompiere che, nelle prime pagine del romanzo, assolve al suo compito con evidente compiacimento: “È un bel lavoro, sapete” spiega Guy a Clarisse, la sua vicina di casa, “Il lunedì bruciare i luminari della poesia, il mercoledì Melville, il venerdì Whitman, ridurli in cenere e poi bruciar la cenere. È il nostro motto ufficiale”.
Successivamente, però, le certezze di Guy iniziano a incrinarsi, sia a causa dei discorsi con Clarisse sia per l’incontro con Faber, un anziano professore che poco per volta lo avvicina ai classici: “Si mise a parlare con voce cadenzata, guardando il cielo, gli alberi, il parco verdeggiante, e dopo un’ora di conversazione recitò qualcosa che Montag capì essere una poesia senza rime”.
Mano a mano che inizia ad avvicinarsi ai libri, Guy comincia a dubitare non solo dell’opportunità di bruciarli, ma anche del senso complessivo della vita sua e di sua moglie Mildred, una donna superficiale che trascorre le proprie giornate inebetita davanti al maxischermo della TV.
Da una parte Beatty, il capitano dei pompieri, cerca di convincerlo dell’importanza del loro lavoro, poiché permette di eliminare i libri, colpevoli di provocare nelle persone turbamento, e sostituirli con svaghi innocenti e salubri, come la televisione: “Domandatelo anche tu: che cosa ci preme, in questo paese, avanti e soprattutto? Gli esseri umani vogliono la felicità, non è vero? Non è quello che sentiamo dire da quando siamo al mondo? Voglio un po’ di felicità, dice la gente. Ebbene, non l’hanno forse? Non li teniamo in continuo movimento, non diamo loro ininterrottamente svago? Non è per questo che in fondo viviamo? per il piacere e i più svariati titillamenti?”. Intanto però il professor Faber illustra a Guy la potenza sovversiva della lettura, spiegandogli che solo attraverso i libri si può comprendere la realtà in modo approfondito, senza accontentarsi di spiegazioni superficiali ed edulcorate. “Da quanto tempo!” esclama il professore quando Montag gli consegna una copia della Bibbia, probabilmente l’ultima rimasta, scampata al rogo, “Signore, come l’hanno cambiata nei nostri “salotti” al giorno d’oggi! Cristo è uno della “famiglia”, ora. Mi domando spesso se il buon Dio riconosca il Suo proprio Figlio sotto i panni con cui l’hanno camuffato, mascherato. Un vero e proprio bastoncino di menta piperita, è ormai, tutto zucchero filato e saccarina, quando non lo si colga nell’atto di fare velate allusioni a certi prodotti commerciali, di cui ogni fedele abbisogna assolutamente.”
Guy diventa sempre più ribelle e inizia quindi a nascondere i libri invece di bruciarli, finendo per crearsi una biblioteca ben fornita in casa. Denunciato dalla stessa Mildred, gli viene ordinato di bruciare la propria casa per eliminare definitivamente la collezione illecita di libri.
Costretto quindi a fuggire, viene in contatto con un gruppo di bibliofili clandestini che cercano di opporsi al sistema imparando a memoria i contenuti di quanti più libri possibile, contando di ricrearli una volta che il mondo dovesse riacquistare la sanità mentale: “Trasmetteremo i libri ai nostri figli, oralmente, e lasceremo ai nostri figli il compito di fare altrettanto coi loro discendenti.”
Il romanzo è stato scritto durante l’epoca della politica McCarthy e riflette le preoccupazioni di Bradbury per il clima da caccia alle streghe che si era creato e per il suo effetto soffocante sulla cultura americana. La tesi centrale di Bradbury è che la perdita di libertà è tanto colpa dei singoli individui quanto dello stato che interferisce nella vita dei propri cittadini.
Fahrenheit 451 è tuttora citato per la sua posizione netta contro la censura e la sua difesa della letteratura. Per coloro che dovessero ritenere questa lotta ingenua e anacronistica, o da limitare a Paesi molto distanti dall’Occidente, basti ricordare che lo stesso Fahrenheit 451 è stato vietato in tempi recentissimi dai consigli scolastici in Florida (nel 1987), in California (nel 1992) e in Texas (nel 2006) a causa del suo linguaggio “volgare”. Peraltro, non è necessario arrivare a bruciare i libri per distruggere la cultura: è sufficiente indurre le persone a smettere di leggere, o a farlo in modo non approfondito. Anche perché, come spiega Faber a Guy, senza informazioni di qualità la gente diventerà sempre più ignorante, intollerante e violenta.
Silvia Maina