
Che ruolo ha avuto il martirio nell’esperienza di Origene?
Origene è vissuto e ha scritto opere in un periodo (la prima metà del III secolo) di sviluppo delle persecuzioni e ha avuto esperienza diretta del martirio per il fatto che durante la persecuzione di Settimio Severo sia il padre sia alcuni suoi allievi morirono martiri. Al padre, quando era ancora in carcere, scrisse una lettera raccomandandogli di non cambiare idea per il pensiero dei famigliari. Per quanto riguarda gli allievi, li assisteva con premura durante la carcerazione e fino alla fine. Ne parla in seguito nelle omelie, manifestando rimpianto per quel tempo di martiri, quando i catecumeni ricavavano dal loro esempio motivo per rafforzare la loro fede. Secondo la testimonianza di Eusebio di Cesarea, ma anche secondo numerose affermazioni disseminate nelle sue opere, Origene desiderava affrontare personalmente il martirio e rischiò più volte l’arresto. Durante la persecuzione di Decio fu incarcerato e torturato; probabilmente fu in quella circostanza che ricevette da Dionigi Alessandrino, suo discepolo, una lettera Sul martirio.
In quali termini Origene parla del martirio?
Origene introduce spesso nelle sue opere (commenti e omelie, e a maggior ragione nell’EM) riflessioni sul martirio, a cui attribuisce significati profondi. Lo considera: una testimonianza della verità e del valore, tanto più importante ed efficace in quanto è una testimonianza pubblica; un battesimo nel proprio sangue che purifica; un sacrificio che si collega strettamente con quello dell’Agnello, ossia di Cristo, anzi permette di entrare in comunione con lui e di riscattare altri; un combattimento agonistico che ha importanti effetti salvifici: distrugge le potenze malefiche e procura anche ad altri la remissione dei peccati. In una delle sue ultime opere evoca con desiderio il martirio per sé stesso nelle sue varie forme, come una liberazione dai vincoli del corpo che consente di unirsi a Cristo. Egli ritiene anche che molti siano già martiri secondo la disposizione della loro coscienza.
Quali sono, secondo Origene, i motivi per affrontare con serenità la morte per la fede?
Origene si sente sicuro del fatto che chi viene perseguitato per la fede e confessa Cristo pubblicamente può contare sulla sua compartecipazione alla lotta del martirio, e verrà a sua volta confessato da Cristo davanti al Padre celeste. Sostiene pure che costui non può temere una spada terrena avendo con sé una spada più forte, quella dello Spirito. Prospetta per i martiri un aldilà beato in cui si potrà conoscere Cristo ‘faccia a faccia’ e si potrà intrattenersi con i compagni di lotta presso l’altare celeste.
Quali consigli e incoraggiamenti offre Origene a chi deve affrontare il martirio?
Origene esorta il cristiano, qualora debba affrontare, per la fede, un processo o la condanna, a non temere il disprezzo dei pagani, a mantenersi calmo e soprattutto a mostrarsi esteriormente imperturbabile. Invita chi abbia moglie, figli e beni terreni a non lasciarsi ostacolare da tali legami e affetti, ma pensare alla grande ricompensa che Gesù assicura a chi lascia tutto per lui.
Clementina Mazzucco ha compiuto tutto il suo percorso di formazione e tutta la sua attività professionale a Torino e provincia. Si è laureata in Lettere nel 1969; è stata ricercatrice presso l’Università negli anni 1970-1973; ha insegnato Lettere e latino nella Scuola superiore dal 1973 al 1977 e Letteratura cristiana antica all’Università dal 1978 al 2015. Nella sua produzione scientifica ha dato un posto rilevante alla letteratura martiriale antica e in particolare alla Passio Perpetuae et Felicitatis. Altri temi da lei trattati sono: l’esegesi patristica dell’Apocalisse di Giovanni; la donna nel cristianesimo antico; il Vangelo di Marco e il Nuovo Testamento; Eusebio di Cesarea e la Historia ecclesiastica; Agostino di Ippona (Confessiones, De civitate Dei, Commento alla Lettera ai Galati; epistole); Ottato di Milevi; generi letterari e caratteri della letteratura cristiana antica; riso e comicità nella letteratura cristiana antica; l’insegnamento della letteratura cristiana antica nell’Università italiana; la figura e l’opera di Michele Pellegrino.