“Eros e civiltà” di Herbert Marcuse

Eros e civiltà, Herbert MarcuseEros e civiltà
di Herbert Marcuse
traduzione di Lorenzo Bassi
Einaudi

«Sulla scia di Freud in Eros e civiltà Marcuse ripercorre l’analisi della trasformazione del principio di piacere in principio di realtà divenuto storicamente, nelle società tecnologiche, principio di prestazione. L’analisi del meccanismo di rinuncia al piacere riprende la linea di sviluppo ontogenetico per poi tradursi sul piano filogenetico: gli individui imparano a rinunciare al piacere momentaneo e distruttivo a favore di un piacere costretto, differito ma in qualche modo sicuro.

Seguendo il ragionamento freudiano, in quelle pagine Marcuse sottolinea come l’adattamento del piacere al principio di realtà assoggetti il potere distruttore della soddisfazione istintuale alle funzioni di una ragione che si sviluppa come capacità di adattamento a un’organizzazione sociale che reprime e transustanzia i bisogni istintuali originali, rendendoli inefficaci e non minacciosi. Il grado di civiltà raggiunto corrisponde così alla potenza nella lotta a questa libertà istintuale. Tuttavia, la forza del principio di piacere sopravvive nell’inconscio come una forza repressa che ritorna nella storia: la sua storia oscura e sotterranea costituisce il segreto dell’individuo così come della civiltà, un segreto represso dall’uomo attraverso la costruzione della stessa civiltà a cui gli individui partecipano introiettando le imposizioni e autoreprimendo la libertà delle pulsioni istintuali.

Marcuse vede nella trasformazione repressiva degli istinti analizzata da Freud un fenomeno storico: in quanto tale la penuriaLebensnot, Ananke – mostra agli individui l’impossibilità di vivere sotto il principio di piacere e gli insegna che non è possibile soddisfare i propri impulsi istintuali senza alcuna restrizione. La ragione che la società adotta per reprimere la struttura istintuale è principalmente di natura economica: essa deve deviare gli impulsi istintuali verso il lavoro e, di conseguenza, verso la massima razionalizzazione. Qui Marcuse si sofferma su questa ambiguità interrogandosi riguardo al fatto se il processo di trasformazione, e poi di rimozione, porti o meno a identificare la razionalizzazione con la repressione.

Secondo Marcuse, Freud è convinto che sia impossibile una civiltà che non sia repressiva. E tuttavia Freud nega l’identità di ragione e repressione, civiltà e barbarie, libertà e infelicità, Eros e Thanatos: il fondo istintuale represso dell’umanità deve poter essere salvato in quanto custode di una soddisfazione integrale i cui bisogni, un tempo non repressi, conservano quell’arcana equivalenza di libertà e felicità andata perduta dalla rinuncia operata dalla repressiva libertà della civiltà che intende la felicità solo sulla strada della sublimazione. In questo senso la rammemorazione ha un valore di verità poiché porta alla luce quelle promesse e quelle potenzialità che minano la posizione razionale dell’individuo represso.

Nel prosieguo dell’analisi della repressione dal punto di vita ontogenetico, Marcuse rileva il carattere storico che viene ad assumere il principio di realtà: in ogni fase dell’organizzazione storico-sociale della realtà le istituzioni sociali influiscono sulla struttura psichica come organizzazione esterna repressiva degli istinti. Il principio di realtà si veste così di forme storiche attraversando gli spazi e le coscienze della società civile e attestando la sua inconciliabilità col principio di piacere: in questo modo Freud riconosce, per Marcuse, il fatto storico che la civiltà è progredita nella forma di dominio organizzato.

Su questa base Marcuse concepisce il concetto di repressione addizionale sostenuta dal principio di prestazione: il principio di realtà si impone come forza di autoconservazione del mondo comune civile e, perciò, assume la forma del dominio che organizza e mantiene le restrizioni necessarie al potere sociale per autoconservarsi e perpetuarsi. La lotta per l’esistenza ha, perciò, un preciso carattere repressivo: la repressione serve al consolidamento dei limiti e delle rinunce, e all’accettazione solidale e tollerante dell’adattamento che le forme storiche della società richiedono agli individui per poter accedere alla soddisfazione dei soli bisogni indotti.

All’organizzazione dell’Ananke corrisponde quella della razionale distribuzione della penuria: entrambi sono lo specchio della razionalità del dominio che risolve la soddisfazione dei bisogni in base agli interessi dominanti, così come al buon senso comune accertato e alla conservazione dei privilegi sussistenti. In altre parole, per il Marcuse di Eros e civiltà, la repressione addizionale è un elemento essenziale per la costruzione di una civiltà la cui base è la razionalità del dominio, la quale comporta l’autoconservazione del sistema e dei rapporti in esso sussistenti, compreso l’impianto delle istituzioni storiche determinate dal principio di realtà che introducono nella società quei controlli addizionali indispensabili al mantenimento dell’esistente.

Una possibile via d’uscita dal regime di repressione sarebbe la dimensione estetica: la fondazione di una conoscenza sensibile oggetto di una disciplina indipendente è vista da Marcuse come un riorientamento dei valori di verità sotto l’ordine dei sensi piuttosto che quello della ragione del dominio. L’ipotesi di una liberazione dei sensi e della sensibilità, lungi dall’avere un carattere distruttivo nei confronti della civiltà, ne potenzierebbe le qualità operando attraverso l’impulso del gioco che attuerebbe quella riconciliazione tra liberazione della sensibilità e ragione emancipatrice che è alla base della verità dell’arte. Se l’arte può sfidare il principio di realtà ciò è possibile perché al fondo essa dipende dal principio di piacere il quale, liberato dalla logica repressiva, potrà seguire l’impulso al gioco come motore della dinamica conciliazione tra sensibilità e forma, sensualità della ragione e razionalità della sensibilità.»

tratto da Critica della società repressiva, di Herbert Marcuse, a cura di Leonardo Distaso, Mimesis Edizioni

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