“Diritto costituzionale” di Roberto Bin e Giovanni Pitruzzella

Diritto costituzionale, Roberto Bin, Giovanni PitruzzellaIl manuale di Diritto costituzionale di Roberto Bin e Giovanni Pitruzzella, edito da Giappichelli e giunto ormai alla ventesima edizione, rappresenta, per gli studenti del primo anno di Giurisprudenza, un ausilio tanto fondamentale quanto insostituibile.

Il testo offre una trattazione esaustiva del diritto costituzionale, il cui oggetto specifico può essere diviso in quattro argomenti:
– le fonti del diritto, ossia i meccanismi con cui si producono le norme giuridiche nell’ordinamento italiano;
– l’organizzazione costituzionale dello Stato, ossia i rapporti tra gli organi costituzionali (il Parlamento, il Governo, il Presidente della Repubblica, ecc.: la c.d. forma di governo) e quelli tra l’apparato dello Stato e il popolo (la c.d. forma di stato);
– le libertà e i diritti costituzionali;
– la giustizia costituzionale.

Il manuale inizia con l’illustrazione della formazione dello Stato moderno e della sua organizzazione (parti I-II), poi passa ad esaminare il significato, il ruolo e le tipologie delle costituzioni (parte III), si concentra sull’organizzazione costituzionale italiana (parti IV-VII) e quindi sul sistema delle fonti (parti VIII-XI); esamina poi la giustizia costituzionale (parte XII) e le libertà fondamentali (parte XIII).

Il testo fornisce inoltre utili indicazioni per lo studio della materia: «Una delle cose più difficili è imparare a studiare: dato che assai spesso non lo si impara nelle scuole, bisogna impararlo all’Università. Per di più, bisogna impararlo da soli. Non ci sono metodologie univocamente “giuste”, perché ogni testa è diversa dall’altra; ma vi sono metodologie sicuramente sbagliate. Sbagliato è sicuramente ripetere e ancora ripetere il “libro”, facendo svariate volte lo stesso lavoro; sbagliato è cercare di imparare pagine e pagine a memoria; sbagliato è arrivare all’esame senza aver mai “testato” la propria preparazione esponendo ad alta voce. Conviene perciò differenziare il lavoro: una prima lettura complessiva, per capire l’estensione della materia, la sua suddivisione, i punti centrali; una seconda lettura “attiva”, cioè sottolineando, evidenziando e magari ricopiando le definizioni, scrivendo schemi, diagrammi, ecc. Mai riassunti però, perché il riassunto, fatto da chi – per definizione – non conosce ancora la materia, è un vero e proprio autogol. Si tratta invece di tracciare su un foglio lo schema di ripartizione di un argomento o il diagramma dei diversi procedimenti previsti per ottenere un risultato […], scrivendo le definizioni, evidenziando le ipotesi, le eccezioni, ecc.»

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