di Anne Frank
Einaudi editore
«Anne Frank tenne un diario dal 12 giugno 1942 al 1º agosto 1944. Scrisse le lettere per sé fino a quando, nella primavera del 1944, a Radio Orange sentì il ministro dell’educazione in esilio, Bolkenstein, affermare che dopo la fine delle guerra tutte le testimonianze della sofferenza del popolo olandese durante l’occupazione tedesca avrebbero dovuto essere raccolte e pubblicate. Tra gli altri, citò l’esempio dei diari. Ispirata da questo discorso, Anne Frank decise che dopo la guerra avrebbe pubblicato un libro basato sul proprio diario.
Cominciò così a ricopiarne e correggerne il testo, lo migliorò, tralasciò le parti che ritenne poco interessanti e ne aggiunse altre in base a quanto ricordava. Nel contempo conservò il primo diario – che nell’edizione critica completa comparsa nel 1986 viene definito versione A per distinguerlo dalla versione B, che contiene il testo modificato. L’ultima annotazione è datata 1º agosto 1944. Il 4 agosto gli otto rifugiati furono catturati dalla Grüne Polizei.
Miep Gies e Bep Voskuijl misero al sicuro i diari lo stesso giorno in cui era avvenuto l’arresto. Miep Gies li conservò nel proprio ufficio per riconsegnarli – senza averli letti – al padre di Anne, Otto H. Frank, quando ormai si sapeva che Anne non viveva più.
Dopo lunghe riflessioni, Otto Frank decise di rispettare i desideri della figlia e pubblicare gli appunti sotto forma di libro. A tal fine redasse, sulla base della versione originale del diario (A) e della successiva rielaborazione a opera della figlia (B), una terza versione ridotta (C). Il diario sarebbe rientrato in una collana di testi di lunghezza prestabilita dall’editore olandese.
Nel 1947, quando il volume uscì, non era consueto parlare apertamente di sesso, soprattutto nei libri per ragazzi. Otto Frank tralasciò inoltre alcune parti del testo per non nuocere al ricordo di sua moglie e di altri compagni di sventura. Anne Frank scrisse dai tredici ai quindici anni ed espresse senza mezzi termini tutte le proprie antipatie e critiche.
Otto Frank morì nel 1980 lasciando per testamento i diari originali della figlia all’Istituto per la documentazione bellica di Amsterdam. Poiché a partire dagli anni Cinquanta ci si era spesso interrogati sull’autenticità dei diari, l’Istituto provvide a fare analizzare tutti gli scritti. Quando fu possibile dimostrarne l’autenticità senza più ombra di dubbio i diari furono pubblicati assieme ai risultati delle ricerche. Erano stati fatti oggetto di studio la storia della famiglia, l’arresto, la deportazione, i materiali usati nella scrittura e la calligrafia di Anne Frank. Nello studio viene inoltre descritta la storia della diffusione dell’opera.
La Fondazione Anne Frank di Basilea, erede universale di Otto Frank, compresi i diritti d’autore, decise quindi di pubblicare, sulla base dei testi originali, una nuova edizione che non ha minimamente alterato il lavoro redazionale di Otto Frank, attraverso il quale l’opera ha ottenuto una grande diffusione e una valenza politica.
Nel 1998, sono venute alla luce cinque pagine del Diario mai conosciute prima, ora con il permesso della Fondazione Anne Frank di Basilea, un lungo passaggio datato 8 febbraio 1944 è stato aggiunto alla fine del testo già esistente, corrispondente a quella data. Una breve alternativa alla lettera del 20 giugno del 1942, invece, non è stata inclusa in questa edizione, perché una versione più dettagliata della stessa fa già parte del Diario.
Quando redasse la seconda versione (B) del diario, Anne Frank decise gli pseudonimi che avrebbe usato per la pubblicazione. Inizialmente avrebbe voluto chiamarsi Anne Aulis, poi Anne Robin. Otto Frank non si servì di tali pseudonimi, ma conservò il proprio cognome adottando invece i nomi che la figlia aveva proposto per gli altri clandestini.»