
Protagonista della storia è il grande e incomparabile amore tra un ragazzo norvegese, Rune Kristiansen, e una ragazza, Poppy Litchfield. I due si conoscono per la prima volta all’età di cinque anni, quando la famiglia di Rune si trasferisce da Oslo a Blossom Grove, in Georgia, proprio nella casa accanto a quella della famiglia Litchfield.
Tra i due bambini nasce subito un’amicizia speciale, che ben presto si trasforma in amore. All’età di otto anni Poppy perde la nonna, la quale, prima di morire, regala alla nipote un vasetto di vetro contenente mille cuori di carta rosa e spiega che le servirà a conservare tutti i baci che riceverà.
«Tutti i baci che ti faranno scoppiare il cuore, i più speciali, quelli che vorrai ricordare quando sarai vecchia e grigia come me.» Quando la bambina mostra il vasetto a Rune, egli le confessa il suo amore e le promette che sarà lui, e lui soltanto, a darle i baci per riempire il vasetto.
Purtroppo, all’età di quindici anni, Rune riceve dal padre una notizia che cambierà la sua vita e anche la sua storia d’amore: per cause di lavoro, la sua famiglia deve tornare per alcuni anni in Norvegia. Poppy e Rune si salutano promettendo di aspettarsi a vicenda; ma, dopo alcuni mesi, Poppy smette di rispondere alle chiamate e ai messaggi.
Due anni dopo, Rune torna in Georgia. I due non si parlano, ma soprattutto Poppy non riconosce più Rune: è diventato un ragazzo arrabbiato, che fuma, beve, è arrogante e odia i suoi genitori. Una sera, Poppy scappa da una festa dopo aver visto Rune con un’altra ragazza. Egli la insegue all’istante e finalmente si ritrovano a parlare nel frutteto dietro casa, il loro posto preferito da quando erano bambini.
Ė qui che un colpo di scena rimescola le carte della trama: Poppy sta morendo per colpa di una grave malattia, le restano soltanto pochi mesi di vita ed è sparita dalla vita di Rune per evitare di farlo soffrire. Da questo momento in poi, i due riprendono la loro storia d’amore. L’energia del sentimento che li lega, assorbe pian piano la rabbia che ha chiuso il cuore di Rune per due anni, il quale recupera il rapporto con la famiglia e con la sua grande passione, la fotografia. Poppy continua a riempire il vasetto dei baci, vivendo la sua storia d’amore e godendo al massimo di ogni attimo della vita che le rimane.
Nel corso della lettura, mi è capitato più volte di commuovermi e credo che la seconda metà del libro sia quella più ricca di emozioni, di immagini evocative e di forza: da una parte abbiamo Rune che trascura la sua vita e i suoi obiettivi per non perdere neanche un attimo del tempo che gli rimane con la sua ragazza, e fa di tutto per far sì che Poppy possa vivere i suoi ultimi desideri. Personalmente, mi ha colpito molto la forza del ragazzo nel mettere da parte la sua angoscia: spesso chi soffre è inconsciamente egoista perché riesce a vedere soltanto il proprio dolore, eppure questo romanzo ci mostra che a volte non è così.
Dall’altra parte c’è il personaggio di Poppy: trovo che sia quello da cui possiamo imparare di più perché, ancora prima di conoscere la malattia, è una ragazza entusiasta e grata per il mondo che la circonda. Ci insegna quanto la vita sia preziosa e fragile allo stesso tempo, quanta importanza abbia godere di ogni momento come se fosse l’ultimo che ci rimane, ma soprattutto ci suggerisce di fare attenzione a ciò che diamo per scontato tutti i giorni: la fioritura degli alberi in primavera, l’alba di un nuovo giorno, il cielo stellato, l’abbraccio di una madre, il sorriso di un fratello, il bacio di un amore.
Il punto di forza dello stile di Tillie Cole è sicuramente l’abilità descrittiva che emerge da ogni pagina: le scene si insinuano nella mente del lettore in maniera delicata, quasi silenziosa, per poi stabilirsi chiare, vivide e minuziosamente dettagliate. Come, ad esempio, il grande fiocco bianco tra i capelli di Poppy; i lunghi capelli biondi e lisci di Rune; il morbido rivestimento rosso delle sedie alla Carnegie Hall; Rune e Poppy mano nella mano sotto il molo mentre lasciano le loro orme sulla sabbia; le file di lucine blu sul pontile del Tony’s Shack, il ristorante del primo appuntamento.
C’è stato, inoltre, un momento preciso in cui ho ammirato la scrittura di Tillie Cole in maniera particolare: dopo avergli raccontano della sua malattia, Poppy è tra le braccia di Rune, il quale esclama “Non sarò in grado di lasciarti andare. Perché dovunque tu vada devo andare anch’io.” Poppy risponde con queste parole: “Non ti posso portare dove sto andando”. Personalmente ho avuto i brividi mentre leggevo questa frase, perché è esattamente la risposta che ottenne Poppy da sua nonna sul letto di morte, quando a nove anni le chiese di portarla con sé.
Una delle cose che non ho apprezzato è che alcuni episodi sono tirati un po’ per le lunghe, mentre potevano prendere meno spazio all’interno della narrazione. Inoltre, per gusto personale, trovo che il finale sia un tantino surreale, ma sicuramente è in linea con il filo conduttore che percorre la trama del romanzo ed è coerente con lo stile della scrittrice.
Dammi mille baci è un romanzo adatto ai lettori più giovani, precisamente fra i quattordici e i diciassette anni, amanti di emozioni forti e appassionati di romanzi rosa, dove il tema dell’amore autentico, quello che abbatte ogni confine, è il vero protagonista.
Mariateresa Mancuso