“Come si insegna, come si apprende” di Maria Beatrice Ligorio e Giuseppe Ritella

Prof.ssa Maria Beatrice Ligorio e dott. Giuseppe Ritella, Voi siete autori del libro Come si insegna, come si apprende edito da Carocci: quale rilevanza assumono, nella letteratura psicopedagogica, i processi di apprendimento e le strategie e tecniche per l’insegnamento?
Come si insegna, come si apprende, Maria Beatrice Ligorio, Giuseppe RitellaI processi di apprendimento e le strategie e tecniche per l’insegnamento hanno una rilevanza cruciale, non solo per la scuola ma in generale per lo sviluppo delle persone. La psicologia di stampo culturale e socio-costruttivista afferma che i meccanismi di apprendimento determinano lo sviluppo; quindi, le traiettorie di sviluppo, il ritmo e la sua qualità sono in stretta relazione con le modalità con cui apprendiamo e non solo con il contenuto dell’apprendimento. Quindi, capire come impariamo e sostenere meccanismi di apprendimento sempre più sofisticati significa promuovere lo sviluppo delle persone e, conseguentemente, delle società.

In che modo è possibile apprendere e insegnare attraverso la lezione?
La lezione è spesso accusata di essere troppo trasmissiva e di sostenere un modello di conoscenza predefinito e rigido. Nel testo dimostriamo che non è necessariamente così. Ci sono modelli di lezione che richiedono una partecipazione attiva degli studenti e li troverete descritti. Nel testo abbiamo anche voluto evidenziare anche che comunque il modello trasmissivo non è del tutto negativo, che può essere il punto di partenza per una didattica collaborativa. In tal senso è importante una buona progettazione della lezione e la definizione di criteri di valutazione chiari. Aspetti, questi, tutti affrontati nel secondo capitolo.

Quali sono i più efficaci modelli e strategie per l’apprendimento collaborativo?
La letteratura specialistica descrive numerose tecniche. Una delle più efficaci è però, a nostro avviso, quella del Jigsaw che descriviamo nel Capitolo 3. È una tecnica molto collaudata e utilizzabile anche con una didattica blended – ovvero integrando momenti in presenza e momenti online. Suggeriamo a tutti i lettori di provarla: si tratta di creare gruppi temporanei che diventano esperti di una parte del contenuto del corso. Successivamente si creano nuovi gruppi definiti Jigsaw (puzzle) composto da partecipanti a differenti gruppi esperti. Qui ciascuno apporta quello che ha precedentemente appreso in una sorta di peer-teaching. È una tecnica anche molto efficace dal punto di vista psico-sociale perché rafforza i legami nei gruppi. Provare per credere!

Come è possibile apprendere e insegnare attraverso il discorso?
Nel libro si affronta l’apprendimento attraverso il discorso distinguendolo dall’apprendimento che avviene attraverso attività didattiche legate prevalentemente alla manipolazione di oggetti o ad altre attività concrete. Come spieghiamo nel corso del libro, i confini tra questi due poli sono spesso molto sfumati in pratica. Infatti, è difficile immaginare attività concrete in cui la mediazione del linguaggio e del discorso siano del tutto assenti, ed al tempo stesso le attività prevalentemente basate sul discorso richiedono spesso anche l’interazione con artefatti culturali di varia natura (ovvero con manufatti o oggetti creati dall’uomo). Dunque, quando parliamo di insegnamento ed apprendimento attraverso il discorso, ci riferiamo a tutte quelle attività didattiche in cui le interazioni verbali, anche mediate dalla tecnologia, sono prevalenti. Un primo esempio di questo tipo di attività sono le discussioni in classe, già da tempo considerate strumenti per l’elaborazione delle conoscenze. Avviare una discussione in classe, però, non sempre garantisce l’emergere di processi di apprendimento efficaci. La letteratura dimostra che, a seconda del contesto e delle finalità educative, diverse strategie possono essere usate dagli insegnanti per promuovere l’apprendimento, come l’attribuzione di ruoli e l’utilizzo appropriato delle tecnologie. Un aspetto importante dell’apprendimento attraverso la discussione è il ruolo del conflitto. Infatti, nonostante la ricerca mostri che la diversità dei punti di vista offra occasioni di apprendimento significative grazie al cosiddetto “dialogo esplorativo”, un alto grado di disaccordo unito alla mancanza di critiche costruttive può facilmente minarne l’efficacia.

Che ruolo svolgono le attività nel processo di apprendimento?
Come accennato rispondendo alla domanda precedente, quando parliamo di apprendimento attraverso le attività ci riferiamo alla costruzione o manipolazione di prodotti concreti culturalmente ed educativamente connotati. Ad esempio, invitare gli studenti a costruire un videogioco basato su un romanzo, un circuito elettrico elementare, o un tempio greco in scala attraverso la stampante 3D sono tutte attività pratiche attraverso le quali gli studenti possono apprendere sia conoscenze disciplinari che abilità e competenze trasversali. Nel capitolo in cui discutiamo l’apprendimento attraverso le attività pratiche, presentiamo i diversi approcci teorici su cui attività didattiche di questo tipo sono fondate. Ogni teoria enfatizza alcuni aspetti dei processi di apprendimento che possono innescarsi durante lo svolgimento delle attività e ne tralascia altri che invece sono discussi da altri approcci. La varietà di attività pratiche rilevanti per l’apprendimento è molto ampia ed è difficile se non impossibile rispondere in modo conciso a questa domanda, in quanto ogni tipologia di attività può promuovere l’apprendimento con modalità e risultati diversi. Un aspetto importante dell’apprendimento attraverso le attività è che esse possono essere percepite come utili per la vita reale e culturalmente rilevanti, il ché spesso permette di aumentare la motivazione degli studenti e di migliorare la capacità degli studenti di applicare ciò che apprendono in contesti reali anche al di fuori della scuola.

Quale rilevanza ha acquisito, nel dibattito educativo negli ultimi anni, l’insegnamento/apprendimento per competenze?
La didattica per competenze è stata al centro delle politiche educative degli ultimi anni in diversi paesi, compresa l’Italia, e questo ci ha spinto a dedicargli il capitolo conclusivo del libro. Tra gli attori istituzionali maggiormente impegnati nella promozione della didattica per competenze a livello internazionale, sicuramente L’OCSE e la Commissione Europea hanno giocato un ruolo chiave. Nonostante il fatto che il dibattito sulla didattica per competenze prosegua incessante da diversi decenni, tuttora vi sono prospettive e modelli diversi, non sempre conciliabili. La mancanza di accordo su questo tema (anche all’interno della comunità scientifica) ha comportato e sta comportando un alto grado di incertezza tra gli operatori. In ambito Europeo, si è tentato di generare un quadro flessibile mediando tra i diversi approcci e tradizioni esistenti nei diversi contesti nazionali, enfatizzando in particolare lo sviluppo delle cosiddette competenze di cittadinanza. Si tratta di competenze chiave ritenute fondamentali per la partecipazione attiva dei cittadini alle pratiche sociali proprie di una società democratica. Il processo di adattamento implementazione di queste politiche nella pratica didattica, con i dovuti adattamenti necessari a livello nazionale, è complesso e richiede molti sforzi sia da parte degli insegnanti che da parte delle istituzioni educative più in generale. Molti dei modelli e delle strategie introdotti in Come si Insegna, Come si apprende, anche se non sono stati sviluppati specificatamente per la didattica per competenze, offrono una gamma di spunti teorici e operativi perfettamente compatibili con le direttive europee e ministeriali in questo ambito.

Maria Beatrice Ligorio è professore ordinario di Psicologia dell’educazione all’Università degli Studi di Bari Aldo Moro

Giuseppe Ritella è ricercatore post-doc nella Facoltà di Scienze educative dell’Università di Helsinki

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