
L’attività di una casa editrice e di uno studio editoriale sono in primis attività imprenditoriali soggette al rischio di fallimento. Benché non sia obbligatorio per legge è altamente opportuno prima di attivare simili attività è necessario avere una conoscenza di massima delle regole economiche che consentono una corretta gestione di un’impresa.
Che la scuola dell’obbligo italiana sia da sempre al centro di polemiche e dibattiti che ne mettono in discussione le funzioni, gli obiettivi e i contenuti è un dato incontrovertibile. E che all’interno dei percorsi scolastici ci siano materie ritenute da sempre marginali nello sviluppo culturale e professionale degli studenti è un dato di fatto.
Tra queste materie di “serie B” si annovera la scienza economica in tutte le sue ramificazioni teoriche e pratiche, una vera e propria “cenerentola” dell’insegnamento scolastico. Risultato di questa situazione: chiunque termini gli studi superiori – a parte gli studenti degli istituti tecnico-commerciali – non ha la minima idea di quali siano le responsabilità legali dell’amministrazione di un’azienda, né le competenze e gli strumenti che gli permettano di intraprendere una qualche forma d’impresa economica e tanto meno di avere una qualche sensibilità riguardo ai fenomeni economici.
Se si osserva il mondo del lavoro e si scorrono le biografie degli operatori dell’industria editoriale, si noterà che la maggior parte di essi ha una formazione di stampo umanistico; fino a qualche anno fa, quando le aziende editoriali erano strutturate come grandi imprese industriali, questo non era un problema insormontabile, poiché era assodato che l’attività culturale fosse ben distinta da quella economico-amministrativa e che gli editori si limitassero al lavoro intellettuale lasciando la gestione dei conti e delle vendite agli amministrativi e ai commerciali.
Ma l’editoria oggi è cambiata. Le attività più propriamente editoriali vengono esternalizzate e gestite dagli studi editoriali o dai packager, nell’ottica di una riduzione dei costi fissi, in primis quelli del personale dipendente. E mentre i redattori interni diventano sempre più spesso gestori-organizzatori del lavoro esterno assumendo deleghe e responsabilità anche nel settore economico, quelli che lasciano le case editrici per aprire uno studio in proprio diventano imprenditori a tutti gli effetti. Oltretutto, l’introduzione delle nuove tecnologie e lo spostamento della produzione editoriale verso il multimediale e il digitale hanno introdotto nuove sfide e nuove problematiche in termini di strategie e dinamiche produttive e di rapporti lavorativi tra i vari professionisti.
In questa prospettiva, padroneggiare la materia economico-amministrativa e conoscerne gli strumenti diventa condizione indispensabile per il successo di ogni attività editoriale.
Lo scopo del libro è quello di diffondere tra gli operatori culturali dell’editoria una maggiore conoscenza economica che li familiarizzi con gli strumenti e le informazioni gestionali, giuridiche, amministrative e previdenziali utili alla sopravvivenza e alla prosperità della loro attività professionale.
Quali aspetti economici e legislativi regolano l’attività dell’editore?
Da un punto di vista economico-gestionale è indispensabile la conoscenza dei sistemi contabili, del bilancio, delle riclassificazioni gestionali, del budget e del rendiconto finanziario.
Nel settore editoriale ove la distribuzione avviene prevalentemente in “conto vendita” è indispensabile la conoscenza delle dinamiche legate ai resi delle copie invendute.
Dal punto di vista normativo, contrariamente a quanto avveniva in passato, quando le case editrici utilizzavano un proprio schema di bilancio previsto da leggi speciali in materia, oggi le aziende fanno riferimento allo Schema di bilancio del Codice Civile – analizzato in un apposito capitolo del libro del libro – con obbligo di pubblicazione una volta l’anno.
Quali sono gli aspetti fiscali dell’attività editoriale?
La casa editrice è un’impresa come tutte le altre e quindi deve assolvere le imposte previste nel nostro ordinamento, ovvero l’Iva e le imposte sui redditi che sono dettagliatamente descritte nel mio libro.
In particolare il settore dell’editoria, ai fini Iva, è caratterizzato «da un sistema monofase di corresponsione dell’imposta da parte di un unico soggetto» e il regime monofase è stabilito dall’art. 74 della legge Iva, concernente le disposizioni relative a particolari settori e in vigore dal 4 agosto 2013 (modificato dal d.l. del 04/06/2013 n. 63, art. 19). Per quanto riguarda il calcolo dell’Iva nell’editoria il regime monofase prevede che le transazioni con addebito Iva si fermino a livello della casa editrice, proprio perché il soggetto interessato è l’editore. Tutte le operazioni e le fasi successive, svolte da distributori, edicolanti, librai, sono escluse dal campo di applicazione dell’Iva. La casa editrice quindi conteggia l’Iva da versare all’erario calcolandola direttamente sul prezzo di copertina; tutte le transazioni successive nella filiera di produzione sono fuori campo Iva e questo è stato previsto proprio per snellire la gestione Iva del prodotto editoriale.
Quali tipologie di contratto si utilizzano nella pratica editoriale?
I contratti più diffusi sono: il lavoro dipendente o subordinato, le collaborazione coordinate e continuative (Co.Co.Co), la corresponsione di diritti d’autore, le prestazioni occasionali (molto in uso per remunerare i correttori di bozze saltuari) e beninteso le prestazioni a partita iva che sono ampiamente utilizzate per i collaboratori esterni free lance.
Nel libro vengono analizzati i singoli contratti sotto l’aspetto civilistico, previdenziale, fiscale e amministrativo evidenziando le eventuali agevolazioni presenti.
Quali sono a Suo avviso i rischi e le difficoltà maggiori per chi voglia avviare un’attività editoriale?
Il rischio principale, a mio avviso è non raggiungere il fatturato minimo per superare “la linea di galleggiamento”.
Per questo è bene che ogni editore conosca il volume minimo delle vendite necessario per coprire i costi fissi della sua struttura aziendale. L’analisi del punto di pareggio è utile per determinare il cosiddetto “fatturato di break even” cioè il volume di fatturato minimo che la casa editrice deve raggiungere per non soffrire perdite di gestione.
La break even analysis, definita anche analisi di redditività costi volumi risultati, è una tecnica che consente di valutare in via preventiva o consuntiva gli effetti delle scelte aziendali sul reddito, attraverso lo studio delle variazioni dei volumi di vendita, dei costi fissi, dei costi variabili e dei prezzi.
Questa metodologia analitica permette di calcolare matematicamente e visualizzare graficamente il punto di equilibrio, cioè il volume di produzione ottimale, in base al quale si ottiene il pareggio tra i ricavi totali e i costi totali; inoltre consente di visualizzare e calcolare i risultati economici che ci si aspetta in corrispondenza di diversi volumi di produzione, realizzabili con una data capacità produttiva.
Il break even point rappresenta pertanto il punto a destra del quale i ricavi totali superano i costi totali, permettendo di realizzare sempre maggior profitto, quanto più la quantità prodotta e venduta si allontana dal volume di equilibrio; alla sinistra del break even point l’impresa subisce invece delle perdite, che aumentano quanto più la quantità prodotta e venduta si sposta verso l’origine degli assi.
Nel libro “come si fa l’editore” viene sviluppato dettagliatamente il modello per il calcolo del fatturato e della tiratura di pareggio tenendo conto della dinamica specifica delle rese di copie invendute che è ormai fisiologica nel settore.
Marco Fioretti, classe 1973, laureato in Economia Aziendale all’Università L. Bocconi di Milano, è Dottore Commercialista e Revisore Legale. Si occupa in particolare di consulenza fiscale e societaria, revisione legale dei conti, contenzioso tributario, organizzazione aziendale. È consulente aziendale in materia di controllo di gestione (budget, planning finanziario, controllo dei costi di produzione) . È docente presso il Master dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (Corso “Aspetti gestionali e amministrativi di un’azienda editoriale”) e presso AFGP di Milano. Ha collaborato per l’aggiornamento di voci di economia aziendale, economia politica e di diritto tributario dell’Enciclopedia Europea Garzanti.