“Cleopatra” di Livia Capponi

Prof.ssa Livia Capponi, Lei è autrice della biografia di Cleopatra edita da Laterza. La figura di Cleopatra rappresenta uno dei personaggi forse più noti della storia, non solo antica eppure su pochi altri personaggi come su lei si sono accumulati i luoghi comuni: chi era davvero la regina d’Egitto?
Cleopatra, Livia CapponiDa sempre Cleopatra VII, ultima regina d’Egitto, ha suscitato curiosità e interesse per il carattere tragico e sensuale della sua vicenda, che segna non solo la fine della dinastia dei Tolemei in Egitto, ma anche la svolta epocale a Roma tra repubblica e impero. Nonostante si sia detto e inventato molto su di lei, però, le informazioni attendibili da un punto di vista storico rimangono poche e confuse. La storiografia greca e latina, fondendosi con i racconti orali, le leggende fiorite a Oriente e a Occidente intorno a questa donna, tramanda il ritratto di regina scaltra e crudele, dotata di fascino e coerente nel fare il proprio interesse; un ritratto che domina la tradizione, da Plutarco a Shakespeare. Negli ultimi decenni la rivalutazione della documentazione papiracea ed epigrafica e la scoperta o il rinnovato studio delle testimonianze egiziane hanno permesso di rivedere e arricchire un ritratto complesso e sfaccettato, troppo spesso ridotto all’icona bidimensionale della vamp dei film. Cleopatra era anzitutto una regina tolemaica di stirpe macedone, assai colta e poliglotta, conscia della sua nobiltà e in linea con le sue potenti antenate (Arsinoe II, Cleopatra II, Cleopatra III), già dotate di notevole carisma ed indipendenza politica. Si distingueva però dai suoi antenati per la notevole intelligenza e il grande interesse verso la cultura tradizionale del popolo egiziano, di cui per prima aveva studiato la lingua. Era alleata della potente casta sacerdotale di templi tradizionali egiziani come quello di Ptah a Menfi, e si identificava con divinità femminili care al suo popolo, come Iside o Hathor, quest’ultima leggibile come Afrodite. Sapeva utilizzare la sua doppia immagine greca ed egiziana a seconda delle circostanze, e fu abile nel costruire lei stessa la sua storia ed il suo mito.

Quale progetto politico perseguì la regina?
Cleopatra era molto orgogliosa di discendere da Tolemeo I, il primo re della dinastia macedone, il quale a sua volta era amico (e secondo alcuni anche fratellastro) di Alessandro Magno. Sotto i primi Tolemei l’Egitto era un vero e proprio impero, che comprendeva parti dell’Asia minore, la Libia, la Siria e il Libano, oltre alla Valle del Nilo. Il sogno di Cleopatra era di ricreare un grande impero “eurasiatico”, esteso alla Persia, simile a quello conquistato da Alessandro. Ai generali romani come Giulio Cesare e poi Marco Antonio questo progetto interessava molto, perché Roma non era mai riuscita a sottomettere l’impero partico, che pure era tanto utile per conquistare le vie carovaniere chiave dell’economia antica. Era un progetto politico ed economico, dunque, ma anche religioso. La divinità più importante di tutto il Vicino Oriente era una dea, Ishtar-Astarte, e dunque la figura di Cleopatra poteva essere utile ed importante per coalizzare intorno a sé il Mediterraneo orientale.

Come vanno letti i rapporti che Cleopatra intrecciò con Giulio Cesare e Antonio: amori sinceri o mero calcolo politico?
Per i motivi esposti sopra risulta chiaro che Giulio Cesare e Antonio non si lasciarono irretire passivamente da Cleopatra, come spesso si è voluto credere; al contrario, entrambi erano ben consapevoli dell’utilità di una alleanza e amicizia con i sovrani d’Egitto (Cesare) o di un connubio e di figli comuni da Cleopatra (Antonio) come appoggio per un’espansione in Asia. L’immensa ricchezza dell’Egitto, fatta di grano, denaro e oro, ma soprattutto di una grande flotta e di vie fluviali e carovaniere che portavano direttamente in Mesopotamia e addirittura in India, erano fattori di grande attrattiva per Roma, forse ancora di più delle grazie di una donna che, secondo Plutarco, non era di grande bellezza. Dunque Cesare prima, e poi Antonio possono essere visti loro come “parassiti” della regina, non il contrario! Per quanto riguarda gli amori di Cleopatra, dobbiamo ricordarci che la relazione tra re “alleati” e generali romani non era mai dettata dal romanticismo, nel senso in cui lo intendiamo noi. Probabilmente la relazione con Cesare e anche la paternità del figlio che Cleopatra chiamò Cesarione furono ingigantite da Cleopatra stessa (e da Antonio, che vedeva nel suo predecessore un importante precedente) dopo il 44 a.C., quando Cesare ormai non poteva più controbattere. Le fonti storiche più attendibili indicano che Cesare, salvata la ventenne Cleopatra dalla guerra dinastica con il fratello, assegnò il trono d’Egitto a lei insieme con un altro fratello, secondo una scelta ben precisa. Con Marco Antonio ci fu senz’altro un legame più stretto, arricchito da tre figli tutti riconosciuti da Antonio come suoi; tuttavia avere dei figli da Cleopatra non indeboliva Antonio, che rimase per molto tempo sposato con Ottavia. Ciò non toglie che ai nobili Romani, tra cui Cicerone, ostili per tradizione alle monarchie orientali, la regina fosse cordialmente antipatica.

In che modo la propaganda di Augusto ha deformato la reputazione di Cleopatra?
Quando scoppiò la guerra civile tra Ottaviano e Antonio, negli anni tra il 34 e il 30 a.C., si creò una guerra di propaganda tra l’Italia e l’Occidente, guidato da Ottaviano, contro l’Oriente, che includeva l’Egitto e l’Asia, ma si estendeva potenzialmente fino all’India, sotto l’influenza “morale e materiale” di Antonio e Cleopatra. Fu in questo periodo che la regina fu bersaglio delle accuse più infamanti, che accentrarono su di lei tutte le colpe e i delitti della guerra civile tra Ottaviano e Antonio. Anche la sorella di Ottaviano, Ottavia, ed il suo divorzio da Antonio furono sfruttati da Ottaviano come motivazione per far guerra ad Antonio. La guerra fu dichiarata a Cleopatra, non ad Antonio: configurandosi come conflitto difensivo contro una regina straniera, era accettabile dai Romani come “guerra giusta”. Il suicidio di Antonio prima e poi della regina pose fine al conflitto; quel suicidio celebrato da Orazio nella famosa Ode nunc est bibendum, che però rimane avvolto dal mistero. Si suicidò o “fu suicidata”? Cleopatra indirettamente aveva aiutato Ottaviano a vincere la guerra e ad imporsi a Roma. Forse anche per quello la regina, “provvida sventura”, è definita da Orazio con le famose parole monstrum fatale.

Che ne fu dei suoi figli?
Tolemeo XV “detto Cesare”, chiamato dagli Alessandrini Cesarione, cioè “piccolo Cesare”, aveva circa quattordici anni al tempo della battaglia di Azio; un’età in cui un ragazzo, secondo la tradizione greca, diventava “efebo”, cioè accedeva all’età adulta e avrebbe potuto governare da solo. Il suo ruolo di presunto figlio “di sangue” di Giulio Cesare era stato enfatizzato da Antonio e Cleopatra al fine di screditare Ottaviano come figlio soltanto adottivo del dittatore. Questa identità segnò il destino del ragazzo: egli fu infatti ucciso poco dopo la morte di Cleopatra, nel 30 a.C., apparentemente su consiglio di un maestro di Ottaviano, l’alessandrino Ario, che avrebbe detto, giocando su un verso dell’Iliade: “non è bene che ci siano molti Cesari”. La stessa sorte toccò ad Antillo, primo figlio di Antonio e di Fulvia, di circa quindici anni anche lui. I gemelli che Cleopatra aveva avuto da Antonio, Alessandro Helios (Sole) e Cleopatra Selene (Luna), e il terzogenito Tolemeo Filadelfo, rispettivamente di dieci e sei anni nel 30 a.C., furono risparmiati e condotti a Roma, dove furono allevati a casa di Ottavia. Tuttavia, se di Cleopatra Selene sappiamo che fu data in sposa a re Giuba di Mauretania e abbiamo qualche informazione sulla sua successiva vita come regina dell’Africa, dei due fratelli maschi non si sa più nulla, il che fa pensare che siano stati eliminati nell’ombra. Il fatto che la morte di Alessandro Helios sia stata fatta passare sotto silenzio conferma l’importanza del ragazzo, che al tempo delle campagne di Antonio in Partia era stato fatto fidanzare con Iotape, la figlia del re di Media e si configurava come il re della metà orientale dell’impero, un novello Alessandro-Sole, come indicava il suo nome. Alcuni testi oracolari di provenienza orientale parlavano di uno scontro epocale tra Asia e Roma, concluso con la vittoria dell’Asia e con l’inizio di un’età dell’oro di pace e prosperità, sotto il segno del Sole, della dea dell’amore e di un bambino divino. Lo status divino di Alessandro Helios non avrebbe permesso ad Ottaviano di eliminarlo in pubblico senza danneggiare la propria immagine. Le fonti indicano inoltre che, nonostante lo scontro epocale ebbe esito opposto, con la vittoria di Ottaviano ed Agrippa ad Azio, i riferimenti religiosi, artistici e letterari all’età dell’oro rimasero in circolazione nell’epoca di Augusto, che seppe abilmente integrarli nella costruzione di un nuovo regime politico.

Livia Capponi insegna Storia antica all’Università di Pavia. Tra le sue pubblicazioni più recenti, Il ritorno della fenice. Intellettuali e potere nell’Egitto romano, Pisa: Edizioni ETS 2017, Il mistero del tempio. La rivolta ebraica sotto Traiano, Roma: Salerno 2018, Cleopatra, Roma-Bari: Laterza, 2021.

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