Cinzia Leone: «Leggere è solitudine e si ha sempre più paura di restare soli»

Cinzia Leone, quando è nato il Suo amore per i libri e la lettura?
Ho imparato a leggere e scrivere a cinque anni. Leggevo qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano: le insegne dei negozi, le istruzioni degli elettrodomestici, le didascalie dei giornali e i libri dei fratelli maggiori. Improvvisamente tutto aveva un nome e una storia. E ho capito che quelle storie potevo leggerle e scriverle anche io.

Come si diventa scrittori?
Leggendo molto, scrivendo molto, vivendo molto.

Viene prima la passione per la lettura o quella per la scrittura?
Prima quella per la lettura.

Può dare a chi non legge una ragione per farlo?
Leggendo si vivono molte vite. Vi sembra poco?

Quanto c’è di autobiografico nei Suoi libri?
Nulla e insieme molto. La scrittura è metodo ma anche febbre, scrivendo la vita si rimescola e vengono a galla ricordi dimenticati, dettagli perduti. È un lavoro di scavo continuo nelle vite degli altri e nella propria. Se a comandare fosse solo l’autobiografia, ciascuno scriverebbe un unico libro.

I dati Istat evidenziano come oltre il 60% degli italiani non legga: quali a Suo avviso le cause e quali le possibili soluzioni?
Leggere è solitudine e si ha sempre più paura di restare soli. Per innamorarsi della lettura bisogna scoprire che leggere è anche una danza a due. Solo scoprendo il piacere di abbandonarsi e aderire con il corpo al corpo vivo di un altro essere umano. Solo imparando a seguirne il ritmo, a rispettarne i tempi. Solo così si impara ad amare la lettura che è incontro con l’altro e ascolto. Un libro, in brano musicale, uno spettacolo teatrale e persino un quadro richiede un’attitudine all’ascolto. Nessuno vuole più ascoltare ma solo parlare.

È possibile educare alla lettura? Se sì, come?
L’unica soluzione è insegnare l’ascolto.

La tecnologia fatta di tablet ed e-book reader insidia il libro cartaceo: quale futuro per i libri?
Il libro di carta non morirà mai perché ha una sensorialità potente. I nuovi supporti tecnologici ne imitano i gesti, dallo sfoglio delle pagine alla sottolineatura. Oggi carta e vetro convivono dividendosi i lettori. Il futuro ci offrirà altre sorprese, assorbiremo i libri via flebo o ce li scambieremo con uno sguardo. Quello che rimarrà è la forza del racconto. L’essere umano ha bisogno di raccontarsi e raccontare.

Quali provvedimenti dovrebbe adottare a Suo avviso la politica per favorire la diffusione dei libri e della lettura?
Moltiplicare le biblioteche e creare tutte le possibili occasioni di incontro tra scrittori e lettori. Prima del libro c’era il racconto orale. Ripartiamo dalla forza del racconto e dell’incontro.

Quali consigli si sente di dare ad un aspirante scrittore?
Osservare quello che lo circonda, scoprirne i dettagli, i meccanismi, i misteri e le incongruità. Avere metodo, pazienza e molta umiltà. Leggere e rileggere i grandi autori, carpirne i segreti e le astuzie, decodificarne la struttura e il metodo. E poi vivere. Lo spartito è la vita.

Cinzia Leone, giornalista, scrittrice e autrice di graphic novel, collabora con il “Corriere della Sera” e “Il Foglio”. Ha pubblicato due romanzi, Liberabile e Cellophane, e cinque libri di storie a fumetti. Il suo ultimo libro, uscito per Mondadori, si intitola Ti rubo la vita.

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