“Cantico di Frate Sole” di San Francesco d’Assisi

Il Cantico di Frate Sole venne composto, secondo la tradizione, nel 1224, quando il santo, dopo una notte trascorsa fra il male che lo affliggeva agli occhi e il tormento dei topi, avrebbe avuto una visione divina, che lo faceva certo della salvezza eterna. Secondo la stessa tradizione i versetti sul perdono sarebbero stati aggiunti quando Francesco rappacificò tra loro il vescovo e il podestà (a quel tempo il magistrato supremo) di Assisi, quelli sulla morte quando sentì approssimarsi la fine (ma queste interpretazioni, con cui si cercò forse di giustificare certe asimmetrie di struttura e l’evidente cambiamento di tono, non sono confermate).

Il Cantico è l’unico testo scritto in volgare umbro da Francesco, che utilizzò per tutti gli altri suoi scritti il latino. La scelta della lingua volgare assume allora un particolare significato, in quanto rivela la volontà da parte di Francesco di rivolgere ai propri confratelli una sorta di ammonizione sul tipo di predicazione da destinare al popolo dei fedeli, popolani e illetterati, che dovevano essere messi in grado di capire senza fraintendimenti il contenuto del messaggio religioso.

Nella prima parte (vv. 1-22) il Cantico è una lode a Dio per tutti gli elementi del mondo creato: il sole, la luna e le stelle, il vento, l’acqua, il fuoco, la terra; nella seconda parte (vv. 23-33) è una preghiera penitenziale di fronte alla morte, dopo la quale per coloro che saranno nelle «sanctissime voluntati» di Dio ci sarà la beatitudine.

Nel testo sono evidenti gli elementi tipici della religiosità francescana: il senso di comunanza dell’uomo con tutti gli elementi della natura, l’amore e l’umiltà del fedele nei confronti di Dio creatore.

Parafrasi

versi 1-4 Altissimo, onnipotente, eccellente (bon) Signore, a Te appartengono la lode, la gloria, l’onore e ogni benedizione. A Te solo, Altissimo, convengono (konfano), e nessun uomo è degno di pronunciare il tuo nome (mentovare)

versi 5-9 Lodato sii, mio Signore, così come (cum) tutte le Tue creature, specialmente messer fratello (frate) Sole, che rappresenta la luce del giorno, e ci illumini attraverso di (per) lui. Ed esso è bello e raggiante e con grande splendore: di Te, Altissimo, porta testimonianza (significatione)

versi 10-14 Lodato sii, mio Signore, per sorella Luna e le stelle: le hai create (formate) nel cielo luminose (clarite) e preziose e belle. Lodato sii, mio Signore, per fratello Vento e per il cielo (aere) nuvoloso e sereno, e per ogni tempo (atmosferico), grazie al quale dai vita alle tue creature

versi 15-19 Lodato sii, mio Signore, per sorella Acqua, la quale è molto umile e utile e preziosa e pura (casta). Lodato sii, mio Signore, per fratello Fuoco, attraverso il quale illumini (ennallumini) la notte: ed esso è bello e giocondo e robusto (iocundo et robustoso) e forte

versi 20-24 Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella madre Terra, la quale ci nutre e alleva (sustenta et governa), e produce molti frutti con fiori colorati ed erba. Lodato sii, mio Signore, per quelli che perdonano attraverso il Tuo amore e sopportano malattie e dolori (infirmitate et tribulatione)

versi 25-33 Beati quelli che sopporteranno ciò (’l) in pace, perché (ka) saranno (sirano) da Te incoronati. Lodato sii, mio Signore, per nostra sorella Morte corporale, dalla quale nessun vivente (nullu homo) può scappare: guai a quelli (a·cquelli) che moriranno (trovandosi) nei peccati mortali; beati quelli che (la Morte, quando sopraggiungerà) troverà nelle Tue santissime volontà (voluntati), perché la dannazione (morte secunda) non farà loro (’l) male. Lodate e benedicete il mio Signore e ringraziatelo e servitelo con grande umiltà.

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