
Come è cambiata la lettura con l’avvento del web?
La lettura non è il nostro forte, diciamolo; in Italia si legge poco rispetto a molti altri Paesi europei e questo non è un dato da sottovalutare. Non tutti hanno sviluppato un grande interesse per l’e-book, immagino che molti di noi posseggano una mentalità molto più analogica di quel che credono, ma probabilmente potremmo supporre che un utilizzo compulsivo dei social e della Rete in generale ci ha tolto del tempo utile per la lettura. Ci distraiamo molto, questo è chiaro, ma è anche vero che stare al passo con una società così tecnologica è quasi d’obbligo per non sentirsi fuori dal mondo (e ormai anche perché sul web ci lavoriamo un po’ tutti).
Cosa significa oggi fare critica letteraria 2.0?
Fare critica letteraria 2.0 significa innanzitutto, come dicevo poc’anzi, non smettere mai di studiare, continuare a leggere testi che riteniamo opportuni per la nostra preparazione letteraria: sviluppare una formazione umanistica adeguata (non solo accademica, anche autonoma, da autodidatta) è fondamentale. Il fatto che chiunque, oggi, possa aprire un blog ed esprimere liberamente il proprio giudizio non significa, innanzitutto, che sia legittimato a dire e fare ciò che vuole, ma soprattutto questo non lo esenta dal dimostrare di avere una preparazione di base che è necessaria per tenere alta la qualità dei contenuti. Dopodiché, fare critica letteraria 2.0 significa anche stare al passo con i tempi del web, crearsi un pubblico, “educarlo” al proprio gusto, entrare in sintonia e imparare a gestire il contatto diretto con i singoli utenti e le loro richieste. Oggi il critico letterario 2.0 (così come autori ed editori che sono sui social) deve fare i conti direttamente con i propri followers (non è un termine che amo, ma tant’è).
Cosa sono i book haul?
I book haul sono, in sostanza, le “liste della spesa”, ossia i libri acquistati da un book blogger e mostrati al proprio pubblico ancora prima di leggerli. Vuol dire, insomma, tornare dalla libreria con una decina di testi alla mano e dire ai propri seguaci: “Ehy, ecco cosa ho comprato, ora ve lo mostro”. I video dei book haul vanno per la maggiore su YouTube, ma anche sui social come Instagram, sebbene io ne faccia davvero pochissimi: non li trovo particolarmente utili, in fondo parliamo di libri che non abbiamo ancora letto, ma sono molto di tendenza, questo sì. Fa parte del gioco del “fast fashion”, la moda che rincorre sè stessa e che, in questo caso, tocca anche il settore editoriale e culturale.
Come si articola una recensione e quali diversi stili ne esistono?
Come spiego nel mio “Book blogger”, quando recensisco un libro solitamente parto da una prima lettura in cui, tra una pausa e l’altra, segno tutto ciò che penso possa servirmi per il pezzo: citazioni, frasi importanti, parole chiave, argomenti affrontati dall’autore. Insomma, prendo appunti. Dopodiché procedo con una seconda e una terza rilettura del testo, per capire se mi è sfuggito qualcosa, se le mie annotazioni sono chiare e per fissare un’idea più precisa di quel che vorrei scrivere. Poi inizio con la scrittura: l’attacco, le informazioni utili sull’autore, la trama, i personaggi, il commento critico, quello stilistico. Ovviamente non solo le fasi di scrittura della recensione ma anche quelle di rilettura sono fondamentali, senza di essere non potrei procedere alla pubblicazione: devo prima capire se ho detto tutto ciò che volevo, se il mio testo è chiaro e coeso e se ci sono dei punti oscuri. Lo stile dell’articolo, ovviamente, deve rispecchiare la personalità del blogger ma deve essere anche adeguato al pubblico a cui ci rivolgiamo, per questo bisogna fare una distinzione tra la recensione scritta per il blog (e ci sono vari tipi di lit-blog), quella scritta per il quotidiano (che è leggermente diversa da quella scritta per l’inserto culturale) e quella per la rivista scientifica. Cambiano sostanzialmente la profondità di analisi che ci è consentita (anche in relazione al numero di battute) e lo stile.
Come scegliere i libri da leggere?
I criteri a cui mi affido, solitamente, nella scelta del libro da recensire sono la lettura della quarta di copertina e le informazioni sull’autore (se è un esordiente, se è un autore che seguo o uno scrittore noto), poi mi affido anche ai consigli dei librai di fiducia e, ovviamente, seguo con interesse anche le recensioni di altri blogger e giornalisti culturali. Sottolineo che nel mio libro ho cercato di offrire ai lettori un quadro del mio metodo di lavoro, fornendo degli spunti di riflessione che si basassero anche sugli articoli di altri eccellenti colleghi, ma non ci sono delle regole fisse da seguire. Si tratta, appunto, di consigli. Ogni blogger ha un suo personale equilibrio.
Quali sono le tendenze più recenti sui social network in tema di libri e lettura?
Instagram è sicuramente il social che, ad oggi, va per la maggiore e quindi confermo, come detto poco sopra, la tendenza (anche su YouTube) dei video haul (book haul) e del book shelf tour, in cui si fa sfoggio delle proprie librerie (organizzate spesso, in questi casi, non per casa editrice o in ordine alfabetico, ma per colore. La libreria, in casi estremi, diventa un semplice oggetto estetico, indipendentemente dal contenuto).
Fenomeno bookstagram: cosa ne pensa?
Parlavamo proprio di Instagram, in cui il fenomeno #bookstagram spopola. Che dire, non sono assolutamente contraria all’uso di hashtag specifici o dei social in generale per promuovere i libri e la lettura (e ovviamente per promuovere anche la propria attività), altrimenti non sarei iscritta a nessun social, non avrei dedicato un capitolo intero del mio libro a Twitter, Facebook e Instagram e soprattutto farei proprio un altro lavoro! Tuttavia credo che si dovrebbe integrare di più l’immagine del prodotto libro all’elemento critico, che nasce proprio grazie alla lettura e alla recensione del testo stesso. Non possiamo ridurci a due foto e un video per poter dire di aver consigliato un libro; bisogna leggerlo, parlarne, spiegare ai lettori cosa ci ha colpito e cosa, di contro, non ci ha convinto. Meno “aridità social” e più personalità, insomma.
Esiste a Suo avviso una contrapposizione tra libro e web?
La contrapposizione tra libro e web è piuttosto chiara, nel senso che parliamo di due mondi diversi, l’analogico e il digitale, ma che non per questo non possono trovare un punto di incontro, anzi. I numerosi lit-blog e book blogger che prendono vita con ritmi eccezionali ne sono la prova, l’attività di molti influencer culturali (penso a Maria Anna Patti di @CasaLettori su Twitter) ne è l’esempio.
Quali consigli dà ai lettori 2.0?
Non ho grandi consigli per i lettori 2.0 in realtà, perché i lettori restano sempre tali, indipendentemente dai social o dai lit-blog. Posso suggerire loro di affidarsi a book blogger professionali e competenti, e soprattutto sinceri nei giudizi, senza preconcetti e con la stessa curiosità che conservano quando entrano in libreria per scegliere una nuova lettura. Leggere, oltre ad essere un grande divertimento, è soprattutto uno dei modi più efficaci che abbiamo per conoscere sempre meglio noi stessi e il mondo che ci circonda.