
I sei affascinanti volumi, tutti finemente decorati di nero e oro, rappresentano una vera e propria opera di culto, capace di mixare più generi (fantasy, horror e soprannaturale). L’intreccio narrativo abbraccia varie tematiche tra conflitti sociali, familiari e psicologici, avvolte dalle inquietanti sfumature horror. La saga svela le angosce e le paure di un’era con un’universalità degna della migliore letteratura. Il primo libriccino è uscito in Italia a partire dal 17 gennaio, l’ultimo della saga, Pioggia, è stato pubblicato, invece, il 28 marzo.
Trama
La saga Blackwater ruota intorno alle avventure della ricca famiglia Caskey, proprietaria di segherie e boschi di Perdido, una piccola cittadina della Baldwin County, nell’Alabama. La trama è ambientata nel lontano 1919, anno in cui il paesino viene sommerso da sei metri di acqua fetida e minacciosa frutto di una terribile alluvione. Lo scenario odora già di morte. In effetti, secondo l’autore l’acqua porta alla luce sinistre presenze, come Elinor Dammert, una donna con i capelli ramati che emerge dalla città sommersa. I membri della famiglia Caskey, intravedono la figura femminile tra le finestre dell’unico hotel del paese cosa alquanto improbabile e inquietante dato che sono trascorsi quattro giorni dall’inondazione. «Probabilmente aveva anche un bel caratterino; chiunque avesse i capelli di quel colore lo aveva».
A questa storia, caratterizzata da elementi narrativi capaci di spaventare e affascinare i lettori, Michael McDowell accosta delle tematiche sociali importanti come il conflitto razziale nell’America di quel tempo, affrontando la netta divisione tra bianchi e neri, padroni e servi, donne e uomini, grandi e bambini.
Dopo la tragica piena, l’autore provvede a sviluppare una trama ordinaria, ma apprezzabile per la sua attendibilità, intrecciando instabilità sociali ed equilibri, situazioni familiari intricate e dense di risvolti psicologici.
Recensione
Definito da Stephen King come il miglior autore di paperback originali degli Stati Uniti e da Peter Straub come uno dei migliori scrittori horror americani, Michael McDowell con Blackwater ha realizzato una vera e propria opera di culto. Costantemente letta e riscoperta anche a distanza di tempo, la saga amalgama più generi narrativi coinvolgendo il fantasy, l’horror e il soprannaturale e trattando tematiche piuttosto importanti come conflitti sociali, familiari e psicologici.
Il primo volume, La Piena, dà l’impressione che l’autore abbia trascorso molto tempo alla ricerca di un’ispirazione decente per l’incipit di una saga: le prime trenta pagine, infatti, sono piuttosto prevedibili, poco paurose e un tantino soporifere. Tuttavia, con uno stile semplice, scorrevole e lineare, l’autore offre ai propri lettori un brivido terrificante con morti al limite del genere splatter e sparizioni misteriose. La figura femminile viene accostata in qualche modo al male. Le doti come la bellezza, la seduzione, il silenzio e l’apparente calma, condizionano l’uomo fino a manipolarlo completamente, muovendone i fili a piacimento come se si trattasse di un burattino o un pezzo della propria scacchiera. «Le donne sono le prime a scoprire le cose, poi le comunicano agli uomini. […] Esistono segreti che muoiono».
Oscar, il protagonista della famiglia Caskey, paragonato alla forza delle donne risulta essere debole e privo di carattere. Il suo modo di essere viene sormontato da figure ambigue, invidiose, spregevoli, possessive e senza scrupoli.
Insomma, la saga è in grado di attirare il lettore nella sua atmosfera horror e gotica dalle sfaccettature inquietanti. Qual è il messaggio finale del thriller? La trama finemente stilata non si basa solo su un racconto spaventoso generale ma è in grado di unire anche tematiche sociali e problematiche psicologiche di rilevanza fondamentale. Lo sceneggiatore di Beetlejuice – Spiritello porcello e di Nightmare Before Christmas è stato capace di creare un’opera completa.