“Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale” di Giovanni Tridente

Prof. Giovanni Tridente, Lei è autore del libro Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale, edito da Tau: che sfide pone all’etica e all’antropologia cristiane, l’Intelligenza Artificiale?
Anima digitale. La Chiesa alla prova dell’Intelligenza Artificiale, Giovanni Tridente«La Chiesa è sfidata dall’innovazione scientifica e tecnologica; tuttavia, può aiutare a promuovere una nuova alleanza per ascoltare e integrare con rispetto le molteplici voci, tenendo presente che queste sono necessariamente plurali. Eppure, la famiglia umana, il nostro bene comune, la nostra casa comune, è soltanto una». A margine dell’evento accolto con clamore anche dalla stampa secolare della «Rome Call for AI Ethics» nel 2020 (https://www.romecall.org/the-call/), un gruppo di studiosi ha pubblicato queste considerazioni finali a chiusura di un articolo ospitato dalla rivista «Nature Machine Intelligence». Sembrano riassumere bene quella che è la traiettoria di tutta la discussione in ambito ecclesiale rispetto all’IA.

C’è innanzitutto una «sfida», rispetto alla quale la Chiesa è chiamata in prima persona. Dall’altro lato bisogna avviare un «processo di ascolto e dialogo» con un pluralismo inevitabile che caratterizza ormai la società in generale e quella scientifica e tecnologica in particolare. Il comune denominatore per entrambi gli attori di questo processo resta «l’uomo», l’appartenenza alla stessa famiglia umana e naturale. Qui si comprende bene che non basta riempire di vaghe speranze o occasionali dichiarazioni di principi i congressi e i raduni, ma è fondamentale interrogarsi in prima persona sul «tipo» di impostazione che si vuole dare a questa dinamica di sviluppo e innovazione.

Del resto l’antropologia cristiana si è già interrogata in maniera consistente su questi aspetti, ribadendo ad esempio che l’uomo, oltre ad essere stato creato a immagine e somiglianza di Dio, racchiude non solo la dimensione corporale ma anche quella dello spazio e del tempo, capace di vivere una serie di esperienze che lo rendono unico tra gli altri esseri viventi. C’è poi la questione dell’agire libero con decisioni prese in maniera cosciente e consapevole, e ciò può avvenire solo nelle relazioni con altri simili.

A differenza delle macchine, insomma, l’uomo è in grado di mettere anche in discussione i principi e i criteri con cui decide, fermo restando che questa dinamica la può applicare nel momento in cui progetta e programma un sistema di IA, pur avocando a sé tale caratteristica cognitiva propria. In tutto ciò si gioca, praticamente, la dignità umana, e l’insieme delle proposte che si è cercato di aggregare nei primi capitoli del mio libro Anima digitale ne è una plastica presa di consapevolezza.

Quale approccio ha maturato la Chiesa sul tema dell’Intelligenza Artificiale?
Da sempre, anche in ambito ecclesiale, ci si è interrogati, come si diceva, sulle implicazioni delle tecnologie sulla società, sicuramente «causa» ed «effetto» di controllo sociale, ma anche opportunità indifferibile per il miglioramento della salute delle persone e come ausilio performante nelle infinite pratiche quotidiane dell’uomo, con conseguente aumento delle prestazioni e riduzione dei tempi.

Rispetto a queste dinamiche non si è fatta attendere la «domanda etica», dalla quale è scaturita sempre la necessità di maggiore trasparenza, giustizia ed equità, inclusione delle diversità, responsabilità, sia dei produttori che degli utilizzatori, sicurezza e affidabilità dei sistemi, centralità della persona umana a monte dei processi. Principi e linee guida, insomma, che sono apparsi quasi sempre univoci – al di là della forma linguistica – anche nei numerosi documenti e dichiarazioni diramate negli ultimi anni dai più svariati organismi privati e pubblici, Enti di alto profilo, comitati di esperti, ecc.

In seno alla Chiesa cattolica, questo dibattito è possibile intravederlo innanzitutto nel decennale insegnamento degli ultimi Pontefici che si sono confrontati su questi temi. Giovanni Paolo II, con la sua formazione di indole filosofica, ha puntato evidentemente di più sulle questioni antropologiche, invitando a porsi di fronte alle rivoluzionarie scoperte della tecnica «con vigile allenamento all’ascetica», ben soppesando la responsabilità sociale e internazionale rispetto agli stessi progressi. È il Papa che suggerisce inoltre libertà di giudizio e scelta, uno spirito di servizio e la salvaguardia della dignità dell’uomo.

Con Papa Francesco si è già nell’epoca in cui le scoperte sono maggiormente evolute, per cui l’inquietudine della Chiesa assume più un carattere sociale, pur ribadendo con insistenza l’utilità di discernere questi cambiamenti «con coscienza morale» e regolamentarne l’impiego.

Attenzioni espresse anche dalla pubblicistica cattolica – vedi ad esempio La Civiltà Cattolica – la quale, nel rivendicare per la Chiesa un ruolo di primo piano nel sensibilizzare su questi temi, ribadisce la costante centralità della persona umana in tutto il processo, la salvaguardia della sua dignità e la necessità dell’inclusione.

Quali prospettive per il rapporto tra Chiesa e Intelligenza Artificiale?
Un approccio interessante in questo senso può essere quello che emerge dallo studio delle dichiarazioni prodotte dalle “Assemblee” delle Accademie Pontificie dedicate agli argomenti dell’IA, le quali hanno restituito una concordanza tematica quasi assoluta con tutte le proposte avanzate dagli organismi civili, sia pubblici che privati. Ciò dimostra che la Chiesa è perfettamente inserita nella «storia», ne osserva i mutamenti (e i progressi), condivide ciò che può apportare benessere agli individui e si preoccupa affinché ogni innovazione risulti veramente affidabile, per ogni uomo e per la società intera.

Se guardiamo secondo macro-argomenti ai campi di azione, principi e linee guida relativi all’IA e al suo impatto sulla società così come estratti dai numerosi documenti analizzati nel corso della ricerca, si intravvedono a occhio nudo le corrispondenze e le «premure» di ciascun ambito analizzato. I temi posti dagli organismi «civili», in pratica, trovano identica attenzione nelle espressioni del mondo cattolico, sia attraverso l’insegnamento dei Papi che mediante la produzione editoriale e quella accademica degli organismi vaticani.

In fin dei conti, tutto può essere sintetizzato in 12 grandi questioni, dalle quali traspare la necessità che questi sistemi siano veramente «democratici», senza barriere e accessibili a ogni strato sociale. Nel salvaguardare la centralità dell’essere umano («umanesimo digitale», «dignità»), prima e ultima istanza per la gestione e il monitoraggio degli artefatti, bisogna garantire in ogni fase «giustizia ed equità», con particolare attenzione alle persone più vulnerabili e senza incorrere in discriminazioni. Fondamentale è anche la trasparenza dei processi e di ciò che li regola, così come della gestione dei dati che li guidano o che gli stessi sistemi producono.

Le moderne tecnologie devono essere «sicure», devono prevenire i danni e gestire i rischi, attraverso una responsabilità condivisa («accountability») tra produttori e utilizzatori. Tutto ciò va in qualche modo inserito in una dinamica educativa, che forma anche alla ragionevolezza, ad una coscienza morale e al bene autentico delle persone. Per la Chiesa, infine, non si può prescindere da norme che regolino adeguatamente tutti quei contesti in cui l’IA incide in maniera forte nella vita delle persone, proprio per favorire l’affidabilità e il benessere generale.

Si tratta, in estrema sintesi, di tutto ciò che viene ricondotto alla definizione univoca e complessiva di «algoretica», fatta propria dalla «Rome Call for AI Ethics» e ormai promossa dalla Santa Sede nei più svariati contesti.

Giovanni Tridente è docente presso la Facoltà di Comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce, dove è anche Direttore di Comunicazione. È redattore della rivista spagnola OMNES e si interessa di informazione religiosa e missione della Chiesa nell’ambito digitale, a cui ha dedicato negli ultimi anni alcune pubblicazioni.

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