
Castelli di rabbia (Rizzoli, 1991): è il romanzo del suo esordio, con il quale si aggiudica il Prix Médicis étranger e partecipa alla selezione finale del Premio Campiello dello stesso anno. Ambientata nell’Ottocento, l’opera ripercorre storie e personaggi ai confini tra la fantasia e la realtà. Spiccano l’amore tra il signore e la signora Rail, le vicende assurde e grottesche dell’uomo che uccide per stanchezza, di una donna che ha sposato un uomo che non esiste più, di due bande che partono dagli estremi del paese per incontrarsi. Non c’è inizio né fine: l’autore scrive la vita così come accade.
«Addio mio piccolo signore, che sognavi i treni e sapevi dov’era l’infinito; tutto quel che c’era io l’ho visto, guardando te. E sono stata ovunque, stando con te».
Seta (Rizzoli, 1996): romanzo breve da cui nel 2007 è stato tratto un film per la regia di François Girard, ha come protagonista Hervé, un ragazzo che decide di comprare bachi da seta da rivendere al miglior offerente per trarne profitto. Ne derivano grossi profitti, al punto che l’economia del suo paese si reggerà ben presto sulla sua attività che si spinge ben oltre il Mediterraneo. In Giappone porterà gli affari e il cuore, innamorandosi di una giovane donna, a dispetto del suo matrimonio. Questo legame così intenso sarà motivo di viaggi e incomprensioni. Tornato definitivamente a casa troverà la moglie malata e la consapevolezza di aver perso un legame prezioso per inseguire qualcosa di effimero, affascinante come la seta ma sfuggente, qualcosa che è nulla se paragonato alla dedizione e all’amore di sua moglie. Così il finale della storia condensa tutto quello che resta quando la seta è un semplice e lontano ricordo.
«La sera rimaneva a lungo, sotto il portico della sua casa, seduto accanto alla moglie Hélène. Lei leggeva un libro, ad alta voce, e questo lo rendeva felice perché pensava non ci fosse voce più bella di quella, al mondo. Compì 33 anni il 4 settembre 1862. Pioveva la sua vita, davanti ai suoi occhi, spettacolo quieto».
City (Rizzoli, 1999): questo libro rappresenta uno dei primi casi di lancio editoriale effettuato esclusivamente online tramite un sito web creato appositamente. Il titolo è legato alla struttura stessa del testo, in cui lo scrittore immagina che i quartieri delle città siano storie e le strade i suoi personaggi. La storia principale ha come protagonista il tredicenne prodigio Gould, che tutti ritengono destinato al Nobel. Un giorno incontra Shatzy Shell, centralinista di una casa editrice che ben presto diventerà la sua baby sitter. Ma ci sono anche le storie parallele, quella western di Shatzy e una storia di pugilato che vive nelle fantasia di Gould, ambientata negli anni della radio; a queste si affiancano alcune lezioni tenute da docenti universitari di Gould. Esempio di grande abilità letteraria per Baricco, che condensa più racconti con audacia e magia.
«Tutte quelle storie sulla tua strada. Trovare la tua strada. Andare per la tua strada. Magari invece siamo fatti per vivere in una piazza, o in un giardino pubblico, fermi lì, a far passare la vita».
L’inizio della collaborazione con l’editore Feltrinelli coincide con la pubblicazione di Omero, Iliade (2006), una riscrittura e reinterpretazione del poema omerico. Baricco reinterpreta il grande classico in chiave teatrale, lo accorcia e divide il testo in 21 capitoli, ciascuno corrispondente a un personaggio del poema più un aedo che ha la funzione di narratore.
Emmaus, Mr Gwyn, Tre volte all’alba e La Sposa giovane sono invece i romanzi della tetralogia “I Corpi”, pubblicata nel 2018. In realtà si tratta di opere pubblicate in anni diversi, il cui filo conduttore sono appunto i corpi, “regola base del mondo”, come ha scritto lo stesso autore nella prefazione. Nell’ultimo, pubblicato nel 2015, la “Sposa giovane” è una ragazza di 18 anni fidanzata da tre anni con “Il Figlio”. A lei il maggiordomi Modesto insegnerà le quattro regole della vita della Famiglia: bisogna temere la notte; l’infelicità non è gradita; vietato leggere libri; mai distogliere il Padre dalla sua pacatezza.
«Vede, qui si è propensi a credere che l’infelicità sia uno spreco di tempo e quindi una forma di lusso che per ancora un certo numero di anni nessuno si potrà permettere. Forse un domani. Ma, per adesso, a nessuna circostanza della vita, per quanto penosa, è concesso di rubare agli animi qualcosa di più di un momentaneo smarrimento. L’infelicità ruba tempo alla gioia, e nella gioia si costruisce prosperità. Se ci pensa un attimo, è molto semplice».
Tra i testi di assoluta rilevanza di Baricco, citiamo Novecento, monologo teatrale pubblicato nel 1994, da cui è stato tratto il film di Tornatore dal titolo “La leggenda del pianista sull’oceano”. La narrazione travolge per un’esplosione di sogni ed emozioni che hanno come protagonisti la musica e il mare. Danny Boodman T.D. Lemon Novecento viene abbandonato ancora neonato nel piroscafo Virginian, sul pianoforte della prima classe e viene trovato per caso da un marinaio di colore che gli farà da padre fino a quando morirà in seguito a un incidente sul lavoro. Di grande importanza sarà l’incontro con il narratore, anche lui musicista: una sincera e duratura amicizia segnerà la sua esistenza, scandita dalla musica e da una atavica paura di amare a cui fa fronte cercando di consolare i cuori dei passeggeri in viaggio sull’oceano.
«Suonavamo perché l’Oceano è grande, e fa paura, suonavamo perché la gente non sentisse passare il tempo, e si dimenticasse dov’era, e chi era. Suonavamo per farli ballare, perché se balli non puoi morire, e ti senti Dio».
I libri di Alessandro Baricco lasciano il segno, restano impressi per le trame, gli espedienti linguistici, la capacità di creare mondi e situazioni che seducono pagina dopo pagina.
Angelica Sicilia