
Negletta per secoli (come ben argomenta Luciano Canfora nel suo Filologia e libertà), la Critica Testuale svolge un ruolo fondamentale nell’ermeneutica biblica. Stephen Pisano la definisce «un male necessario»: molti studiosi desiderano trovare la forma originale del testo ma vi sono così tante e differenti varianti nel testo biblico che solo una puntuale critica testuale consente stabilire la forma più corretta, da usare come base per l’esegesi.
Stephen Pisano collaborò a lungo con Carlo Maria Martini che, da Rettore del Biblicum, lo chiamò a insegnare nell’Istituto da lui diretto. Pisano sostituì inoltre Martini, nominato Arcivescovo di Milano, nella commissione di esperti e studiosi incaricati di preparare l’edizione critica del Nuovo Testamento Greco di Nestle e Aland.
Nella lunga intervista che introduce la raccolta di saggi, il gesuita affronta varie questioni: dal ruolo dei rotoli del mar Morto nella critica del Vecchio Testamento al futuro della disciplina. Pisano sottolinea l’importanza della ricerca della forma migliore del testo, la più antica. Imprescindibile, per lo studio del testo biblico è la conoscenza delle lingue: le lingue antiche ma anche le moderne, per poter fare ricerca.